LA TERZA E ULTIMA DENUNCIA DI CALIGARI

La locandina
La locandina

PRATO. A Pistoia, il terzo e ultimo film di Claudio Caligari, Non essere cattivo, deputato a rappresentare l’Italia nella notte degli Oscar 2016 come miglior film straniero, corre voce che non arrivi.

Ce lo siamo andati a vedere a Prato, allo storico Terminale, cult per tutti i pratesi underground. E siamo contenti d’averlo fatto. Ad iniziare dall’accoglienza della cooperativa che gestisce la sala cinematografica, che non si occupa solo di pellicole: è attenta a divulgare la lettura anche e soprattutto, rimpinguando puntualmente le casse di nuovi e vecchi libri, che vengono poi offerti ai frequentatori abituali, ma anche a quelli nuovi: chi se lo ricorda, di averli avuti in prestito, li riporta; qualcuno invece fa orecchie da mercante e se li tiene nella propria biblioteca, casomai spacciandosi pure per un inguaribile cercatore abile ad aver scovato, in un mercatino sperduto, quel volumetto che mostra orgoglioso ai suoi visitatori.

Claudio Caligari è morto lo scorso 26 maggio: il suo terzo documentario sulla droga e sul mondo che le gira da sempre attorno, dopo Amore tossico (1983) e L’odore della notte (1998), non ha fatto in tempo a vederlo. La pellicola, stradecantata a Venezia, è uscita dopo che la morte, dopo una lunga malattia, avesse decretato il successo sulla vita del regista.

Gli applausi a Venezia, anche quelli rivolti a lui, se li sono presi e tenuti ben stretti tutti i protagonisti, ad iniziare dalla coppia di inseparabili amici di vecchia data: Cesare e Vittorio (Luca Marinelli e Alessandro Borghi), gli stessi applausi che saranno poi quelli che verranno loro tributati ovunque la pellicola verrà presentata.

Certo, ricorda terribilmente le due precedenti storie, senza staccarsene nemmeno per un attimo, così come questo lavoro non si può non accostare al pluridecorato Romanzo criminale, tanto nella versione cinematografica che in quella televisiva. Caligari però era questo: prendere o lasciare e noi siamo felici di averlo da sempre ritenuto, nel genere, uno dei pochi non banali, un fedele pasoliniano che proprio con questo Non essere cattivo voleva segnare l’ultimo appuntamento con l’emarginazione della droga antica (cocaina e eroina), ormai soppiantata, nei consumi e nei personaggi, dalla nuova frontiera stupefacente e tossicodipendente: il sintetico.

Claudio Caligari
Claudio Caligari

Attorno ai due amici d’infanzia, inesorabilmente votati alla distruzione, una serie di personaggi decisivi; le femmine del branco del litorale ostiense anno 1995, la mamma e la nipotina di Cesare, due donne grandi e piccole dilaniate dal dolore e da una sorte inesorabile e Linda (Roberta Mattei, applaudita a Pistoia e Agliana in due robusti spettacoli teatrali), che entra nella vita di Vittorio per complici coincidenze, ma senza più uscirne e che rappresenterà, con una costanza e una tenacia popolari ma dignitosissime, la sua ancora di salvezza.

Un film di poderosa denuncia: lo Stato è letteralmente assente contro questa piccola gang sgangherata, che non ha lo spessore della precedente banda della Magliana, né può tanto meno godere e vantare le connivenze dei futuri Casamonica.

Un quartiere intero (Ostia), in un preciso spaccato storico (fine anni ‘90) in balìa di se stesso e del proprio nichilismo, sullo sfondo di una disoccupazione salvata e affievolita dal caporalato e un’intera generazione lasciata marcire pippando strisce di coca buona e frizzantina, prima di passare all’eroina, prologo disfattista di un excursus che ha avuto negli acidi e nelle droghe sintetiche il suo maledetto epilogo.

In un contesto urbano degradato, fatiscente, dove vivono i ragazzi di una comunità poco ironica e per nulla fumettistica di Linus e Charlie Brown senza genitori e senza copertine, una tragedia nelle secolari tragedie periferiche metropolitane che si chiude con una speranza, quella che ha coltivato, senza vederla sbocciare, per una vita intera Claudio Caligari

La forza e la denuncia del regista sono arrivate alle giuste destinazioni fuori tempo massimo, almeno per il diretto interessato. Di Luca Marinelli, Alessandro Borghi e Silvia D’Amico (Viviana), la ex di Vittorio e la fidanzata dei sogni perduti di Cesare, se ne sentirà parlare ancora, ci auguriamo e non solo per loro. Roberta Mattei è la piacevolissima eccezione di come si possa essere donna e sapersi costruire, attorno ad un’indiscussa e affascinante femminilità, ma senza alcuna scorciatoia, il mondo di un’artista.

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