GAMBETTA VIANNA E LA VESPA DEL CASTAGNO

Vespa del castagno
Vespa del castagno

“Sono tutto sommato soddisfatto della risposta fornitami dall’assessore Gianni Salvadori alla mia interrogazione del 26 marzo scorso in merito alla lotta alla vespa del castagno, la Dryocosmus kuriphilus. Dato che gli agenti chimici non sono molto efficaci nella lotta alla vespa del castagno, in Toscana nel 2014 saranno effettuati ben 130 rilasci del suo antagonista naturale, il Torymus sinensis Kamijo, capace di attaccare le larve del cinipide arrestandone lo sviluppo. Una pratica che ha già dato i suoi buoni frutti soprattutto in Giappone e in Piemonte”.

È quanto rende noto il capogruppo di Pt/Nuovo Centrodestra in Consiglio regionale e membro della II° commissione “Agricoltura”, Antonio Gambetta Vianna, sul problema che attanaglia moltissimi castagneti della Toscana in tutti i dieci territori provinciali della nostra regione: la vespa killer del castagno.

“La castanicoltura e il patrimonio castanicolo demaniale – sostiene l’esponente di Ncd – rappresentano un settore importante dell’agricoltura e del patrimonio forestale pubblico della nostra terra, sia dal punto di vista economico, sia da quello culturale. Infatti, la castagna per secoli è stata “il pane delle montagne. Questa vespa, proveniente dalla Cina e diffusasi prima in Piemonte (nel 2002), poi in Emilia-Romagna (nel 2008) e infine in tutta Italia, causa al castagno delle galle che ne rallentano i processi vegetativi, decrementando la fruttificazione fino addirittura all’80%”.

L’assessore Salvadori, nella sua risposta, ha fatto presente che in Toscana, regione nella quale i primi rilasci di Torymus sinensis Kamijo risalgono al 2010, ci saranno in tutto 130 rilasci (60 con finanziamento nazionale, 50 con finanziamento regionale e 20 autoprodotti) nelle aree potenzialmente scoperte o a maggiore vocazione castanicola. L’unico vero neo è la tempistica. Infatti, la diffusione dell’antagonista naturale alla vespa del castagno è lenta nei primi anni per poi divenire esponenziale; si passa infatti da un raggio di 300 metri nel primo anno fino al raggiungimento di 5 chilometri al quinto anno. In pratica, la diffusione del Torymus sinensis Kamijo sulla superficie castanicola toscana si completerà nel 2018.

“Sono d’accordo con l’assessore quando afferma che durante questo periodo è necessario gestire i castagneti affinché vengano evitati il deperimento delle piante e la riduzione della produzione, la quale comporterebbe ulteriori perdite economiche per le aziende. Anche se i mali del castagno, a dire il vero, non sono rappresentati soltanto dal Dryocosmus kuriphilus , ma anche dal cancro che colpisce la pianta, dal mal dell’inchiostro, dal balanino e dagli altri insetti che attaccano la pianta e i suoi frutti, oltre che dal clima bizzarro”.

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