
PISTOIA. Si è svolto, negli ambienti dei Laghi Primavera, un incontro tra Tvl Libera Pistoia e alcuni esponenti di Legambiente, unitamente ad altre persone a vario titolo interessate alla futura sorte dei laghi medesimi, ma più in generale a tutto il territorio circostante, compreso, ovviamente, il torrente Ombrone.
Unanime, a questo proposito, è stato il “no” di tutti gli intervenuti a qualunque ipotesi che preveda di insistere ancora con lo sciagurato e inutile progetto di costruire, proprio in quel luogo, una cassa di espansione, con il pretesto di salvaguardare la Piana Pistoiese e (ma questo non viene detto nelle veline ufficiali) la zona dell’ospedale, da eventuali eventi alluvionali.
Altre, ad avviso degli intervenuti, sono le opere da compiere sul territorio, lasciando perdere, una volta per tutte, la “grande opera” di turno, oltretutto molto costosa e contro la quale, almeno nella sua attuale formulazione, chiarissimo è già stato il parere negativo espresso dal “Nucleo Unificato Regionale di Valutazione” (Nurv). Rileggi e scarica da qui il documento.

È indispensabile, ad esempio, intervenire con la bonifica del territorio montano di tutto il bacino dell’Ombrone ed affluenti, sia per quanto riguarda i terreni collinari e montani soggetti a smottamenti e che sono poi responsabili dell’aumento del trasporto solido durante le piene, sia in materia di ricostituzione di quelle particelle boschive a suo tempo percorse da incendi e sempre lasciate abbandonate a sé stesse, con i tronchi degli alberi scheletriti che fanno “bella mostra” di sé ormai da anni, specie in alcuni tratti della Pistoia-Riola; il tutto tenendo conto che è proprio a causa di queste situazioni di incuria che, sempre in caso di piene, tronchi, ramaglie, altro materiale vengono trasportati a valle e ostruiscono l’alveo dei corsi d’acqua con le conseguenze che è facile immaginare.
È indispensabile imporre, da subito e con chiarezza, che il reticolo aziendale dei fossi e delle scoline che interessano la pianura, sia tenuto pulito ed efficiente, cosa che in molte occasioni non avviene, e questo è già un particolare in grado di causare inondazioni di grado, diciamo, lieve-medio, anche in occasione di piogge non certo eccezionali, nella zona detta “della Piana”.
Ed è necessario chiarire una volta per tutte al di là di dichiarazioni rilasciate da questo e da quel personaggio, il più delle volte prive di riscontri oggettivi, che, quasi sempre, le alluvioni nella “Piana” sono causate da corsi d’acqua che originano nel basso pistoiese, nel quarratino, e più in generale dal Montalbano, ma non dall’Ombrone.

A questo proposito, più di mille discorsi, è utile ricordare ciò che accadde nei giorni 29 e 30 gennaio scorso. Ebbene: il giorno 29 gennaio si ebbe pioggia in pianura e sul Montalbano e neve in Appennino, per tutto l’arco del bacino dell’Ombrone ed affluenti, in alcuni tratti fino ai 300 metri di quota (nevicata peraltro non abbondante, ma comunque significativa).
Nella notte successiva un rialzo termico, accompagnato da un moderato intensificarsi della pioggia, causò il completo scioglimento della neve precedentemente caduta, fino ad una quota di 900-1.000 metri di altezza.
La conseguenza clamorosa fu che la mattina del 30 gennaio ad allagare la Piana quarratina e dintorni furono i corsi d’acqua che, provenendo dal Montalbano, non avevano ricevuto alcun apporto da neve fusa, mentre l’Ombrone e affluenti, che avevano ricevuto sia neve fusa che acqua di pioggia, non solo non furono soggetti ad alcuna esondazione, ma neppure arrivarono a livelli capaci di suscitare particolare apprensione.
Una dimostrazione più chiara di così, dell’inutilità della cassa d’espansione sull’Ombrone, ed in particolare ai Laghi Primavera, non ci potrebbe essere. Se poi, a dispetto della oggettività dei fatti, c’è gente, specie nel mondo di una certa “politica”, che vuole insistere, vediamo… (vedi anche: Laghi Primavera, casse d’espansione inutili: parola dei comitati della piana? – n.d.r.)

Se mai, una ulteriore cosa da sottolineare per quanto riguarda l’Ombrone, soprattutto nel tratto che va da Ponte Calcaiola fino a Pontelungo o poco dopo, è la inutilità, o, peggio, la dannosità dei lavori che periodicamente vengono eseguiti dal Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno, competente per territorio, i quali spianano e addirizzano il letto del torrente fino a trasformarlo praticamente in una pista, in cui lo scorrere dell’acqua viene fortemente velocizzato, con la conseguenza di giungere a valle di Pontelungo, là dove l’alveo si restringe, con una forza che in prospettiva può essere pericolosa per la tenuta degli argini.
Per concludere, dopo l’enunciazione dei precedenti punti, gli intervenuti hanno ribadito a Tvl quella che era la proposta già in altre sedi formulata, e cioè che tutta l’area dei Laghi Primavera venga acquisita al patrimonio pubblico e che, nel tratto fluviale dell’Ombrone che va tra San Biagio e Gello, venga istituito un parco fluviale periurbano.
Il tutto nell’ambito di una riqualificazione dell’area, sia sotto il profilo ambientale che come risorsa naturale e sociale inserita nel tessuto della città. Nella proposta è compreso sia il rifacimento-manutenzione degli argini, sia la istituzione di una pista ciclabile che si colleghi all’ospedale San Jacopo; è compresa inoltre la istituzione di percorsi tematici con il rinnovamento della cartellonistica che illustra le specie vegetali e animali presenti, e la istituzione di percorsi didattici per le scuole.
Il progetto, se realizzato, si propone di rappresentare l’inizio di una azione più vasta di riqualificazione del paesaggio urbano del territorio pistoiese, con la previsione anche di un piano di recupero dei parchi urbani realizzato con la collaborazione delle aziende vivaistiche; il tutto come volano per un turismo che sia consapevole e di qualità.
[*] – Lettore, ospite