LAMPEDUSA. «Quantomeno salvarli è doveroso» afferma Giusi Nicolini sindaco dell’isola siciliana attualmente più famosa, parlando degli sbarchi disperati di migranti nel libro-intervista a lei “Lampedusa: Conversazioni su isola, politica, migranti, espresse attraverso in dialogo fra Giusi Nicolini e Marta Bellingreri” edito dal Gruppo Abele.
Nell’opera si parla delle condizioni di vivibilità odierne di una terra che ha subito abusi edilizi e sperpero di denaro pubblico. Ambientalista convinta ed esponente di Legambiente, dopo essersi battuta in difesa delle uova di tartaruga sulla spiaggia dei Conigli, nel 2012 si è candidata a sindaco in difesa dell’isola e dei suoi abitanti.
Non ha avuto bisogno degli oltre trecento morti nel Mediterraneo, ad ottobre scorso, per denunciare la situazione facendo un appello alle istituzioni, visto che di morti e dispersi in mare ce n’erano già stati tanti in precedenza. L’ennesima tragedia, quindi, era già annunciata. Nel volume un’analisi precisa della situazione e soluzioni reali, con proposte di adeguati servizi per lo smaltimento rifiuti, l’approvvigionamento idrico ed una mobilità per tutti i cittadini. Si batte anche per chi a Lampedusa arriva con dei barconi, quando non viene inghiottito dal mare.
Propone una trasformazione del concetto di turismo in questa piccola parte di mondo, un turismo anche responsabile e solidale. «A me piacerebbe che Lampedusa diventasse sede di un organismo sovranazionale – dice – che monitorasse i flussi, i Paesi di provenienza, il numero dei vivi e dei morti e che elaborasse soluzioni, progetti di cooperazione fra popoli e non con i dittatori. Credo che un giorno questo accadrà e spero che avvenga mentre io sono sindaco».
Nel locale cimitero sono sepolti anche i tanti morti senza nome restituiti dal Mediterraneo, Giusi pensa di ampliare l’area riservata a queste vittime, affinché divenga un luogo di pellegrinaggio. Non un luogo di cui vergognarsi, dunque, ma nel quale è possibile rendere omaggio a tutti coloro che non hanno nessuno che possa venirli a piangere, oltre che per conoscere il dramma dei migranti, con le tanto usate parole come ‘sbarco’ o ‘viaggi della speranza’. «Condividere il dolore con gli altri – dichiara Nicolini, anche sindaco di Linosa – è un modo per affermare il principio di responsabilità universale su questa tragedia». A Giusi sono stati riconosciuti numerosi premi, nel 2013 ha ricevuto il Premio internazionale “Marisa Giorgetti” in rappresentanza della popolazione di Lampedusa, per aver aperto ponti e strade mentre altri creavano muri e barriere in difesa dell’apparente fortezza “Europa”.
Marta Bellingreri, coautrice del libro, è autrice di storie e reportage ed ha vissuto in Siria, Giordania, Libano e Palestina. Dal 2012, dopo essersi occupata di migranti a Lampedusa, vive in Tunisia.