Una riflessione, seria e logicamente ineccepibile, sul tentativo del presidente del tribunale di Pistoia di proteggere Claudio Curreli e sua moglie Nicoletta Maria Caterina Curci per il profilo palese di incompatibilità che caratterizza la coppia
Smettete di perseguitare la gente
e provate a convincerla che ha torto (se ci riuscite)
ABBATTERONO IL FASCISMO
PER CREARNE UNO PIÙ FORTE?
Posso dire – ex art. 21 della Costituzione – che dentro la pubblica amministrazione ci sono ormai, perlopiù, sessantottini e post-sessantottini?
E che forse – ma non ci si può fare niente – sono anche troppi? E che con la semplificazione dei piani di studio e le famose liberalizzazioni, alla fine torna vero (e triste) quello che si legge sui giornali dopo ogni concorso per entrare in magistratura?
Non voglio perdere tempo. Basta rileggere questa notizia: Concorso per accedere alla Magistratura: i bocciati sono il 95% perché non sanno né elaborare né comprendere un testo scritto.
È stata una vera tragedia il fatto che la Costituzione abbia funzionato – almeno in parte – per 20 anni, prima di far sì che l’istruzione smettesse di servire da vero «ascensore sociale».
Poi le sinistre (anche quelle democristiane e cattoliche) se e sono accorte e il risultato è stato l’abbattimento della selettiva strada dei cervelli adatti a ragionare. Molto meglio quelli con un solo neurone – e magari con tre narici…
Qualche plebeo come me, tuttavia, figlio di un falegname e di una casalinga; nipote di contadini e di boscaioli, è riuscito a scappare dalla rivoluzione culturale e, sia pure con le ossa rotte dai parametri della scuola post-fascista, è arrivato sia a sapere elaborare che a saper comprendere un testo scritto.
Non tutti, del resto, possono avere il privilegio di genitori impiegati nell’esercito, nella pubblica amministrazione, nelle professioni liberali o comunque in grado (economicamente) di acquistarsi figli fatti a loro immagine e somiglianza, se non addirittura a misura di provetta, alla maniera di Josef Rudolf Mengele.
È per questo, forse; per la mia vivacità critica spietata, che si sta cercando di fare di tutto per chiudermi la bocca, partendo dal tentativo (maldestrissimo) di sequestrarmi strumenti da lavoro, di mettermi agli arresti domiciliari per 104 giorni, di procedere all’oscuramento dell’unico giornale di area metropolitana che sappia e voglia raccontare la verità per quella che è e non per quello che deve apparire?
È meglio, secondo il mio punto di vista, dire la verità piuttosto che le cazzate. Perché, alla fine, poiché i fatti parlano da soli, la gente, comunque, la verità la scopre lo stesso!
Ma non prendeteci, per piacere,
per “roba con l’anello al naso”!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]