SAN MARCELLO-MONTAGNA. Da ormai due decenni la Mongolfiera lanciata per Santa Celestina, patrona di San Marcello e di tutta la Montagna, l’8 settembre di ogni anno, si alza regolarmente ma per una durata molto breve, se non addirittura per pochi minuti.
Lacci e laccioli burocratici, pratiche domande e scappellature varie fanno sì che gli organizzatori gonfino il pallone quel poco che basta per farlo alzare da terra, ma senza grosse pretese di farlo volare oltre le nuvole come avveniva in passato.
Lo spettacolo, in quei pochi frangenti di volo, è comunque assicurato e la caduta nelle vicinanze, una volta evento raro ed eccezionale, sta diventando sempre più frequente, se non la regola.
Due anni fa, nel 2013, complice il maltempo, l’aerostato cadde addirittura nella piazza e ci volle la moviola per stabilire se avesse o meno sorpassato la punta del campanile (vedi Quarrata/news qui e qui), limite a cui la tradizione popolare attribuisce particolare importanza: se viene superato, l’anno sarà prospero, altrimenti sarà infausto.
Quest’anno con condizioni meteo perfette, la mongolfiera, appena sopra la punta del campanile, si è squarciata su di un lato ed è precipitata tra l’ex-Conservatorio di Santa Caterina e l’ex-Ospedale Pacini. Un segno nel segno, quasi a rimarcare le condizioni in cui versano due simboli bistrattati dall’odierna politica, che hanno fatto la storia non solo di San Marcello ma di tutta la montagna.
La mongolfiera, partita in perfetto orario alle 18, si è quindi accasciata vicino alla sala mortuaria dello Spedale Pacini, dove fino alle 16 c’era il feretro della compianta Angela Micaellli Battani
Segni e simboli della Montagna che si intrecciano e che è difficile credere siano solo delle pure coincidenze.
Sì, Anche i palloni hanno un anima e quest’anno ce n’era senz’altro una in più a guidare la mongolfiera…