lasciateli riposare in pace. GIAMPAOLO PAGLIAI DISSE: «SANTO SUBITO». OVVERO PISTOJA, LA STORIA, LE STORIE E LE INTERVISTE MANCATE. 1

«La storia non si snoda come una catena di anelli ininterrotta. In ogni caso molti anelli non tengono. La storia non contiene il prima e il dopo, nulla che in lei borbotti a lento fuoco. La storia non è prodotta da chi la pensa e neppure da chi l’ignora. La storia non si fa strada, si ostina, detesta il poco a poco, non procede né recede, si sposta di binario e la sua direzione non è nell’orario. La storia non giustifica e non deplora, la storia non è intrinseca perché è fuori. La storia non somministra carezze o colpi di frusta. La storia non è magistra di niente che ci riguardi…» (E. Montale, La Storia, da Satura, 1971).
Ma vallo a far capire ai pistojesi, se ci riesci!


Nota per i ladri in Duomo, Pistoja è anche patria di santi, navigatori e poeti oltre che scout terrapertisti e punitori per reati di opinione di liberi pensatori ex articolo 21 della Costituzione. Una vera corte dei miracoli…

UNA CITTÀ DA CONSIDERARE

“PATRIMONIO DELL’UMANITÀ”


 

Ad esequie avvenute riteniamo doverosa una sintetica riepilogazione sulle interviste mancate, ovvero evitate, sulle vicende più off di Luigi Bardelli, già principe di conflitti di interessi a Sarcofago City-Pistoja.

Nel ricordare la figura di Luigi Egidio Bardelli, abbiamo visto la città avvolta in una celebrazione spinta in un profondo e struggente lutto – è questo il nostro parere ex articolo 21 Cost. – con delle esequie soggette ai riti del più retorico presenzialismo dei soliti noti: primo il sindaco Tomasi che ha addirittura rinviato il consiglio comunale del lunedì per l’opportuna presenza, alle cerimonie, dei consiglieri e dei politici cittadini. Insomma, quasi tutti presenti all’appello. C’è mancato soltanto il lutto cittadino di tre giorni: il resto c’era tutto. Forse domani, in un prossimo consiglio scapperà fuori la proposta di una via in centro-città anche se non sono passati i 10 anni di rito. E magari l’intitolazione della sala-stampa del Comune proprio a lui, l’inventore di Tvl, che qualcuno vuole eternare con una fiction…

Dal TG di Tvl, 22 maggio 2024. Sera

Il nostro pensiero si rifà alla solita insopportabile tradizione pistojese di celebrare i personaggi dominanti – e Luigi Bardelli è stato il primus inter pares – con numerosi episodi celebrati e ricelebrati a prescindere dai gravi conflitti di interessi; dalla mancanza di rispetto di qualsiasi tipo di legge, uso costume e consuetudine; da statuti (quello di Aias, ad esempio) “fatti strame” (come direbbe il sostituto Curreli); da violazioni commerciali (gli affitti non pagati alla parrocchia di Spazzavento); da licenziamenti in tronco di colleghi (Luigi Scardigli) e dipendenti (Massimo Bianchi, Loppa, e il suo inseparabile Bracco) per avere osato fare domande non corrette alla De Sio, e molto altro, in una stasi solida di ossequi formali assicurati dalle «autorità costituite» cittadine che, per esempio, hanno ignorato il pronunciamento della sentenza del tribunale di Roma che cancellò  l’Apr, associazione pistoiese per la riabilitazione, espropriatrice dei beni e delle attività dell’Aias. I pistojesi dimenticano con troppa facilità. Noi, giornalisti vittime della corretta informazione cara a Curreli, no.

Tutti episodi che tornano a galla, grazie all’archivio del Quarrata/news e che potranno essere ricordati per capire, ancora una volta, perché Pistoja è un sepolcro imbiancato, oltre che una zona, fin troppo franca, del malaffare tollerato anche dal Terzo Piano di Piazza Duomo per quasi ottant’anni.

Non sono state fatte delle decisive interviste, davvero genuine e significative, sul modus operandi dello scomparso patron di Tvl a numerosi cittadini, e ne vogliamo indicare alcune:

1) Luigi Scardigli, già colonna dalla redazione di Tvl Pistoia, licenziato in tronco per avere chiesto a Giuliana De Sio se conosceva il problema amianto-Breda che massacrava gli operai (se ne occupò perfino la Fnsi, federazione nazionale stampa italiana);

2) Edoardo Bianchini che svolse un’accurata indagine giornalistica sulla scissione Aias/Apr con avvio di una querelle giudiziaria mai conclusa e un pronunciamento del Tribunale di Roma, portato da chi scrive all’attenzione di Chiara Amirante.

In illo tempore Luca Gaspari non disdegnava riconoscere che gli articoli del direttore Bianchini non erano, come sostiene oggi suggestionato da Curreli, stalking giornalistico, ma verità giornalisticamente provata…

Sulla querela di Luigi Egidio al tribunale di Pistoja, venne pronunciata sentenza di piena assoluzione che, nel suo significato giuridico esatto, stabilì la correttezza delle frodi gestionali tenute in Aias. La sentenza è stata spedita a tutta Pistoja, ma nessuno ha mosso dito.

Fu pronunziata da Luca Gaspari «quando ancora – dichiara Bianchini – era fresco di Pistoia e non soggetto alla mala influenza di Curreli & C.». Ve la pubblichiamo pure per più motivi che qui lasciamo da chiarire al direttore stesso;

3) chi scrive, che avrebbe potuto ricordare l’increscioso episodio del 30 gennaio 2013 in palazzo di Giano, quando consegnò a Chiara Amirante, la sentenza del Tribunale di Roma che stabiliva l’anomala costituzione dell’Apr, e così, formalizzò l’irregolare acquisizione del patrimonio dell’Aias nel nuovo organo fittizio e illegittimo, perché costituito in violazione dei patti statutari; con l’appropriazione del codice fiscale di Aias passata pacificamente per normale documento dell’Apr e con il vergognoso favoreggiamento della legalitaria e democratica Regione Toscana che continuò a far confluire fiumi di soldi nelle mani del fu;

4) il prefetto Licia Donatella Messina, che dovrebbe specificare meglio se, quando, in crociera, abbracciò Luigi Egidio, era informata di queste circostanze che, a tutto concedere, avrebbero dovuto impegnarla a fondo – almeno secondo quanto ci suggerì il questore Olimpia Abbate e per il pieno rispetto dell’articolo 54 Cost. – di stare alle giuste distanze dal personaggio.

L’omaggio del presidente dell’ordine dei giornalisti della Toscana (2023)

5) Il presidente dell’ordine dei giornalisti della Toscana, Giampaolo Marchini, che un anno fa, avrebbe potuto evitare di proporre Luigi Egidio Bardelli, quale maestro di giornalismo (l’iconografia è chiara, non trovate?) considerando il numero di esposti e i numerosi conflitti di interesse rilevati – e magari silenziati – che incombono nell’archivio della commissione disciplinare di un ordine da cui il direttore Bianchini ha chiesto (il che non significa legittimamente ottenuto) il distacco, «per dissociazione matteottiana, dai “crimini favoritistici” riservati agli unti del Pd e della sinistra».

Di questo Bianchini si rende disponibile a parlare (carte alla mano, cosa che non piace a Curreli e alla procura) a chiunque voglia sentirlo: siano cronisti partecipi delle aberrazioni ordinistiche toscane, che sostituti alla Curreli. Queste le sue parole.

Loppa e Bracco, i due rondisti di Tvl. Anche loro furono licenziati senza pietà, sia pure in tempi e con modalità diverse

Andava tutto bene, ad esempio che la figlia Paola intervistasse suo padre in un evento pseudo-propagandistico travestito da “terapia” per gli sfortunati ospiti della Maic? Ci riferiamo alla crociera super-pubblicizzata in tv;

6) le famiglie che si sono costituite parti civili nei processi penali per maltrattamenti ai deboli e che li hanno trasferiti presso altri enti di assistenza per disabili;

7) Il Vescovo che sembra indifferente alla vicenda che vede la parrocchia di Spazzavento schiacciata dai pagamenti negati da Luigi Egidio stesso; di cui si dice che siano un mucchio oltre 30 mila euro… È possibile non vedere certe cose?

Claudio Curreli su Tvl di Luigi Egidio Bardelli. Oltre che capo scout è anche coordinatore della rete Terra Aperta

8) Il Pm Tommaso Coletta, al quale Luigi Egidio offrì il suo “bacio della pantofola” ossequiandone la tesi (= non toccate le carriere dei Pm) a un Canto al Balì, nel quale non si parlò degli episodi di malagiustizia di Pistoja e al quale il patron confessò che non sapeva cosa pensare della decisiva e dirimente questione della “separazione delle carriere”.

9) Il sostituto-scout Claudio Curreli, a cui la redazione di Tvl, durante un TG, mise il sottopancia “Coordinatore di Terra Aperta” omettendo di chiedere, come poteva operare senza problemi in tale ruolo di fautore degli ingressi dei clandestini, essendo manifestamente in chiaro conflitto con il suo ruolo di Pm infedele ai suo padrone assoluto: la Costituzione e le leggi dello stato italiano.

– continua –

A.R.
[alessandroromiti@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


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