LAURA SCOPP[I]ETTA: «MA A CHE SERVE OGGI LA SCUOLA?»

La Nazione, 17 febbraio 2016
La Nazione, 17 febbraio 2016

PISTOIA. C’è qualcuno un po’ “datato” che non ricorda uno sciopero perché il termosifone di scuola era freddo?

Era un rituale per sentirsi grandi e “fregare” un giorno di scuola. Anche se il termosifone poi era caldo.

Prof. Raffaello Melani: “I termosifoni sono caldi!”. Risposta: “Sì, ma ieri erano freddi”. Sguardo stralunato del Prof. Melani e finale da par suo: “Bah, barbari, cialtroni e ciabattoni”.

I tempi cambiano, le mode pure e gli studenti non devono inventarsi neppure la scusa di un corteo perché il gatto del vicino è stato avvelenato.

Oggi basta (e avanza) un Dirigente dell’ufficio scolastico di Pistoia e Prato, giovane e appena slattata, che invita i Dirigenti Scolastici a permettere l’uscita dalle classi in tempo per poter assistere a una partita di pallacanestro dove le gloriose sorti di Pistoia verranno messe a dura prova dal “quintetto” avversario; roba che vale tre ore tre di lezione.

Nemmeno la facoltà con annessi e improponibili rischi di una bella “forca” è più concessa ai nostri giovani, al giorno d’oggi!

Pensa a tutto la Squola (con la Q) e i massimi dirigenti i quali si preoccupano dell’applicazione reale del famoso mens sana in corpore sano, naturalmente invitando i nostri giovani non alla sana applicazione di questo principio, vista la fatiscenza delle palestre e del fu glorioso Campo-Scuola.

La Nazione, 18 febbraio 2016
La Nazione, 18 febbraio 2016

Per il momento basta osservare e traslocare il proprio cervello e i propri stimoli negli allampanati atleti, possibilmente americani e di colore, che praticano la pallavolo cittadina, pardon, il basket.

Fortunatamente alcuni Presidi hanno pubblicamente rifiutato l’invito, adducendo “scadenze importanti” e rimettendo, giustamente, agli alunni la facoltà di marinare la scuola o meno.

Certo che l’invito della massima rappresentanza scolastica lascia un poco perplessi se non addirittura stupiti.

Ci viene in mente il Maestro Alberto Manzi, quello di “Non è mai troppo tardi” o la Ida Magli, femminista intelligente ante litteram, colei che introdusse l’antropologia culturale nelle scuole italiane, recentemente scomparsa e che nessuno ricorda: in compenso si incensa un manipolatore della storia chiamato Umberto Eco.

Sì, forse la giovane comandante delle truppe culturali pistoiesi e pratesi, di nome Laura Scoppetta,

ha ragione: a cosa serve oggi la scuola?

[Felice De Matteis]

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2 thoughts on “LAURA SCOPP[I]ETTA: «MA A CHE SERVE OGGI LA SCUOLA?»

  1. Buona sera Felice….i miei figli per saltare un’ora di scuola devono essere sull’orlo del collasso….con la febbre acclarata (non quella finta da termometro scaldato con l’accendino…altro sporco trucco dei miei tempi)….a volte arrivano a scuola manifestando sintomi (fasulli) da mal di pancia.
    Ovviamente da molti genitori e anche qualche docente sono considerato un sadico (aspetto la visita dell’assistente sociale…). Può essere: in effetti non intendo assolutamente diventare amico dei miei figli, perchè spero che avendo avuto a che fare con un padre stronzo, non abbiano a soffrire troppo quando incontreranno sul loro cammino, gli stronzi senza il padre davanti.
    Buona notte!

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