LE ELEZIONI A PISTOIA CHIEDONO UNA RICOMPOSIZIONE DELLE FORZE DI SINISTRA

Il Partito della Rifondazione Comunista si è presa due settimane per analizzare il voto alle amministrative che hanno riconfermato Tomasi alla guida del Comune di Pistoia 

Rifondazione Comunista Pistoia

PISTOIA. Inutile negare che la nullità della proposta politica di Fratoni e delle forze raccolte a suo sostegno da un PD arroccato in se stesso hanno regalato Pistoia ad altri 5 anni di destra al governo e che questi 5 anni serviranno a quella destra per costruire potere e relazioni con ampi strati sociali.

Perché quanto successo a Pistoia è la rappresentazione plastica di cosa, in termini reali, è il PD, di quanto deve ancora lavorare una sinistra che ha inciso seriamente nel contenere l’inarrestabile crescita dell’astensionismo, della sostanziale incapacità comunicativa di parte dei movimenti di protesta locali.

Perché a Pistoia è successo questo: il PD — che ha portato agli estremi la sua ossessione per la governance liberista, di stampo occidentale — ha regalato la città e gran parte del suo elettorato alla destra che non ha fatto un gran ché in termini pratici, che ha gli stessi obiettivi del PD (la multiutility per privatizzare definitivamente i servizi locali, la riapertura di cantieri edili senza una idea di quale città si vuole tra 20 anni, la gestione “a occhio” molto eclettica delle funzioni comunali), ma che ha intercettato alcuni bisogni materiali e alcune paure di larga parte dei ceti produttivi pistoiesi e li ha rassicurati.

Poi c’è il progetto di una sinistra plurale, ambientalista e solidale (con gli ultimi, con l’ambiente che è parte di tutti noi, con i cittadini delle periferie e delle frazioni) che è partito incerto (tra le crisi da voto utile e le paure di regalare una città a chi l’aveva già) ed è cresciuto grazie alla forte figura di Branchetti e alla raccolta di un bel gruppo, significativo, giovane, di ottime idee e entusiasmo, che ha portato a un risultato elettorale migliore di quanto pensato dai tanti osservatori e ha bloccato la crescita dell’astensione e la fuga dall’interesse sociale oltre che la rigenerazione di gruppi dirigenti locali della sinistra politica.

Rifondazione Comunista è parte attiva di questa coalizione sulla base dell’opposizione alla destra politica e culturale e alla alternatività al PD, date le sue caratteristiche generali e le sue scelte in merito al personale politico. Un PD che ha compiuto il salto da un paradigma analitico di tipo “popolare” a quello cui la tradizione “popolare” e socialista si è sempre opposta.

Rifondazione Comunista ritiene l’esperienza del polo Francesco Branchetti Sindaco, fortemente positiva e si augura il mantenimento di idealità e modalità avute fino ad oggi. Anzi, proponiamo che l’esperienza pistoiese – con il suo antagonismo nei confronti della destra e la sua alternatività a un PD che gioca solo sugli equivoci — possa essere ripresa e rilanciata sui livelli regionali e nazionali per costruire una proposta unitaria di sinistra.

Niente di nuovo sotto il sole: la Francia di 15 giorni fa ci insegna la strada. Niente di trascendentale per una opposizione che già si percepisce contro il governo Draghi, chi lo sostiene e le loro scelte scellerate che si tanto rivoltando contro gli interessi di tutti gli italiani. Sul piano nazionale come sul piano locale, se non vogliamo vedere vanificati gli sforzi dell’ultimo anno.

Il Partito della RIFONDAZIONE COMUNISTA

Coordinamento Pistoia

Segreteria Provinciale di Pistoia

 

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