LE GORE DI PISTOIA. PARTE NONA

Rifacimento manto stradale in Via Dalmazia
Rifacimento di Via Dalmazia

PISTOIA. Da metà settembre in il manto stradale di via Dalmazia, in un punto grosso modo all’altezza del Vescovi Sport, aveva iniziato a cedere.

La zona, venendo da Porta al Borgo verso Capostrada, è quella compresa tra la torrefazione “C’era un volta il caffè” e la fermata dell’autobus, appena prima di via Buonafonte e via Bellaria.

Gli autobus che vengono da Piazza Mazzini, infatti, si trovano spesso nella condizione di dover “salire” sul marciapiede con una ruota, a causa della strettezza della carreggiata, dove sistematicamente transita qualcuno nel verso opposto.

Piano piano questo saliscendi dal marciapiede aveva finito col provocare il cedimento dell’asfalto, sotto al quale si trova una cavità. L’area in questione era perciò stata transennata: noi di Linee Future segnalammo la circostanza e la scorsa settimana il Comune ha provveduto a ripristinare la carreggiata.

L’intervento è consistito nella posa di una serie di longarine in calcestruzzo a copertura del canale che, in prima approssimazione, avevamo riconosciuto essere la gora di Scornio. Sopra le longarine è stato così possibile ripristinare il manto stradale, adesso rinforzato e pronto a reggere il peso degli autobus, almeno si spera.

Durante i lavori si è però appurato che la cavità sotto via Dalmazia costituisce un canale “tributario” dell’antica Gora di Scornio: per trovare quest’ultima siamo scesi direttamente nel canale, percorrendolo fino a intercettare la Gora, ben oltre il marciapiede, sotto le case.

La gora di Scornio sotto le case di Via Dalmazia
La Gora di Scornio sotto le case di Via Dalmazia

Un’esperienza metafisica, che fa estraniare dal mondo e dà la sensazione di essere in una dimensione parallela, simile a chi cerca di decifrare i segreti dello Zed!

A parte le migliaia di zanzare, la prima sorpresa è stata la presenza dell’acqua: una portata di qualche litro al secondo, non sbagliamo di molto a dire circa una decina.

Oltre a non sentire alcun odore sgradevole, il fatto inaspettato è stato che l’acqua era anche limpida: certo non limpidissima e pura, ma considerando cosa potrebbe contenere un vecchio canalone… I suoni del delicato scroscio e le immagini inedite sono condensate in questo video (i primi 10 secondi sono al buio).

Ma da dove viene tutta quell’acqua? La risposta non è immediata e necessita delle ricerche approfondite con prove inoppugnabili. Sicuramente fino agli inizi degli anni 60 sotto le case di via Dalmazia correva la Gora, con prese presso il ponte di Burgianico (documentato nella nostra terza puntata sulle Gore) e presso quello di Gello (quinta puntata).

L'acqua che corre nella gora ...
L’acqua che corre nella gora …

Dalla prima partiva, con l’acqua della Brana, la Gora di Scornio, che, ancora negli anni ’50, alimentava un’officina meccanica in via del Bottaccio. In pratica, per risparmiare elettricità, quando era disponibile acqua a sufficienza, l’opificio in questione, situato sul retro di San Bartolomeo – una segheria –, azionava i motori con una turbina idraulica, spinta appunto dall’acqua immagazzinata nella grande vasca o bottaccio. Era il famoso bottaccio che, secoli prima, faceva muovere le macine del Mulino Grande di San Bartolomeo.

A partire dalla villa Puccini di Scornio, il tracciato di questa gora risulta però inglobato e “mangiato” dalle case popolari, quindi non si potrebbe giustificare, in via Dalmazia, la presenza d’acqua. All’altezza della Chiesanuova, dove ora c’è la rotonda, sopraggiungeva la goricina di Capostrada, proveniente dal partitore di Capostrada, dove confluiva il flusso captato presso il Ponte di Gello, e confluente nella Gora di Scornio.

Misteri, suoni e segreti della gora di Scornio...
Misteri, suoni e segreti della gora di Scornio

Insomma, se è lecito immaginare che la “misteriosa” portata della gora si scarichi nella Brana, magari scendendo per qualche “diverticolo” di via dello Specchio, almeno per ora non è possibile fornire una valida spiegazione sulla provenienza.

Alta poco più di un metro e larga quasi due metri, la gora risulta sede di un deposito di materiale eterogeneo: sassi, cocci, mattoni, vasi, detriti di dimensioni piccole e piccolissime e laterizi.

La copertura, con volta a botte, in mattoni; lo spessore del deposito può al limite raggiungere una decina di centimetri. La luce della torcia non ha permesso di poter osservare oltre i 30-40 metri: in qualche punto tubi in polietilene arancione attraversano la volta.

Dino Bisacci, un passante incontrato uscendo dall’esplorazione, ha confidato un ricordo degli anni ’30: fino a via Buonafonte la Gora era scoperta e le donne scendevano a dei bozzini a lavare i panni.

Dai bozzini poi passava sotto le case, cioè dove l’abbiamo “incontrata” anche noi. La Gora entrava nel Bastione Thyrion di Porta al Borgo e passava sotto l’ospedale del Ceppo, in quello che oggi è il percorso turistico “Pistoia Sotterranea” gestito in virtù di un affidamento diretto dall’Irsa Srl, che risulta concessionaria del Demanio per quanto riguarda il tracciato fisico del percorso…

Vedi anche:

Print Friendly, PDF & Email

4 thoughts on “LE GORE DI PISTOIA. PARTE NONA

  1. RENZO CIONI su facebook: La gora di via Dalmazia io me la ricordo aperta, perlomeno in alcuni tratti. nella parte finale, vicino a Porta al Borgo , fu chiusa quando furono costruiti i palazzi dopo il distributore dell’Agip. E fu chiusa male, non a volta ma con dei lastroni di cemento, tanto che piu’ di un pullman, costretto dal traffico a salirci sopra, l’ha sfondata. In quanto all’acqa pulita, se riceve la gora di via della Chiesa nuova, posso segnalare che nella gora alcuni anni fa e’ stata convogliata una sorgente che, intercetata durante alcuni lavori, zampillava addirittura a livello del manto stradale all’incrocio di via della Chiesa Nuova con l’inizio di via degli olivi rinominata attualmente via dell’Agrifoglio. Poca roba, ma tanto fa…

  2. ATHOS TRONCI su facebook: Sono nato nel 1945 e fino all’aprile del 1967 ho abitato in via Dalmazia al numero 408 (ex 174!). La mia camera da letto stava al piano terreno e la Gora di Scornio passava proprio sotto il mio lettino. Nei primi anni 60 la Gora di Scornio, che con uno sbarramento con tavole di legno consentiva alle lavandaie di fare il bucato, venne ricoperta di cemento per l’intero tratto, da Capostrada a Porta al Borgo. Ricordo ancora lo scorrere dell’acqua ed il fondale sassoso e con oggetti e rifiuti di ogni genere. L’odore che emanava non era dei più gradevoli.

Comments are closed.