LE GORE DI PISTOIA. PARTE QUINDICESIMA

Serrande di regolazione del sistema di presa delle acque. Qui nasceva la gora
Serrande di regolazione del sistema di presa delle acque. Qui nasceva la gora

PISTOIA. Come riportato nella precedente puntata, una delle fonti più importanti per la storia delle gore pistoiesi, quasi totalmente inedita, è costituita dalla documentazione dell’Archivio di Stato classificata come: serie Genio Civile, busta Acque Pubbliche e fascicoli 89, 318 e 383-391.

Si tratta di materiale tecnico, relativo a concessioni, permessi di derivazioni, redatto da geometri e ingegneri, spesso corredato di disegni e mappe di originale fattura da cui si ricava l’utilizzo delle acqua (irrigazione di campi o forza motrice per officine varie) nonché alcune informazioni sui titolari delle concessioni e le loro attività.

La documentazione della prima metà del ’900 riporta anche la storia delle gore, quella della seconda metà è relativa invece alle pratiche di dismissione che segnarono il definitivo abbandono delle gore nelle periferie e in campagna per qualsiasi utilizzo delle gore; in centro era no già dismesse e in parte trasformate in fognatura.

Con alcune eccezioni, ad esempio: è del 1977 una pratica, di competenza della Regione Toscana, Ufficio del Genio Civile, firmata dall’allora Sindaco Renzo Bardelli per rinnovare la concessione di derivazione d’acqua  a scopo irriguo, domestico e di lavaggio dalla gora di Gora, in particolare «per irrigazione terreni ex Convento S. Francesco in Pier Maggiore di cui al Decreto n° 33434 del 23/11/1957 intestato al Comune di Pistoia […]».

Spartitoio o partitore di Capostrada. Via della Ferriera
Spartitoio o partitore di Capostrada. Via della Ferriera

Il comune ha il diritto di prelevare 0.46 moduli medi, cioè 46 litri al secondo (1 modulo = 100 litri), per un ettaro di terreno: una curiosa reminiscenza storica, che la dice lunga sulla penetrazione delle unità di misura sistema internazionale o Giorgi.

Con l’entrata in servizio delle Regioni e dei relativi provveditorati regionali alle opere pubbliche, si percepisce un aumento di fogli e corrispondenze tra enti e di burocrazia sostanzialmente per espletare le medesime funzioni e verifiche compiute in precedenza dagli uffici comunali e ministeriali.

Relativamente alle periferie e campagne le istanze di rinuncia alla derivazione dell’acqua dalle gore, indirizzate al ‘Consorzio Oblligatorio degli Utenti dell’Alto Ombrone-Brana’, sono numerose e in tempi relativamente recenti.

Quella di Renato Bindi, che irrigava il proprio terreno in via Molina di Gora, è del 1982; del 1981 quella della «Ditta Fratelli Trallori, subentrata alla Ditta Tessi Amedeo, Nella, Mario ed Emilia» nella proprietà del terreno già servito dalla derivazione in oggetto.

Nello stesso anno Giuliano Ghelli fa presente di «non aver più interesse alla derivazione di acqua dalla gora di Capostrada […] in quanto la derivazione stessa non viene più esercitata da numerosi anni»: si tratta infatti di concessioni solitamente ventennali o trentennali, che come emerge son divenute non necessarie molto prima della naturale scadenza.

Renzo Bardelli
Renzo Bardelli, ex Sindaco di Pistoia

Vale per aziende individuali o familiari come la ditta Santi Pieracci e la Cesare Cioni e altri, ma anche per la Officine Meccaniche Ferroviarie, la cui istanza è del 1977, che aveva una concessione di «0.05 moduli da utilizzare un giorno su quattro per lavaggi degli strami, abbeveraggio bestiame e altri usi domestici in un fondo di proprietà sito in Pistoia, via Vicinale di Gora».

Tornando ai documenti del primo Novecento riportiamo alcuni estratti dalla domanda di Aladino Zamponi, rivolta alla ‘Sezione Autonoma del Genio Civile di Pistoia’ per il riconoscimento di derivare acqua dalla gora di Scornio alla propria utenza in via del Frantoio.

Utenza corrispondente grosso modo all’attuale pizzeria Le Chiavi d’oro: «[…] l’edifizio fu un tempo destinato ad uso di frantoio, ma da parecchi anni è inutilizzato e ha servito solo ad uso di magazzino tantoché nel medesimo esiste oggi l’officina meccanica di Chiti Guido.

Tratto dismesso della Goricina, ponte sul Diecine di via Nerucci e cancellino pedonale
Tratto dismesso della Goricina, ponte sul Diecine di via Nerucci e cancellino pedonale

«Il proprietario sig. Zamponi ha costruito sul fondo del bottaccio una stanza in aggiunta al suo fabbricato riducendo la superficie del bottaccio stesso che non risulta regolarmente mantenuto e che invece ha sulle due sponde due piccoli lavatoi costruiti abusivamente.

«Nella relazione Guasti del 18 maggio 1835 l’edifizio in parola si trova descritto al paragrafo 252 come appresso: 252 – “Nel bottaccio del molino Peruzzi (antico molino dell’Ospedale ed  oggi passato ai Sigg. Vivarelli) esiste il diversivo a favore dello spedale medesimo consistente in un cannone di terra (terracotta – n.d.r.) di diametro sette soldi, compreso fra le due trombe del molino medesimo.

«“In questo stesso bottaccio esiste una pietra alta nove soldi e danari quattro dove è scritta la parola ‘livello’ il lato inferiore della quale trovasi elevato di soldi 15 sul labbro o orlo inferiore del cannone anzidetto”».

Gore. 3
Acque Pubbliche, Aspt

Risulta che Aladino Zamponi avesse in campagna nella zona di Valdibrana anche un frantoio «con esercizio continuo della derivazione per tutto il trentennio anteriore alla promulgazione della legge 10 agosto 1884, n/ro 2644» della potenza di 8,29 Hp (horse power, 1 Hp= 0,745 chilowatt)!

Tanti torrenti del pistoiese e della Valdinievole figurano interessati da concessioni di derivazione: gettonati sono la Limentrella, l’Agna e la Bure, su cui, nel 1911 Mario Sozzifanti presenta permesso per la costruzione di serre corredato di rilievi cartografici raffigurati su di un singolare supporto misto plastico-cartaceo di colore azzurrino.

Sempre in archivio merita un attenta consultazione la ‘Relazione tecnica per le derivazioni della Gora di Gora e Goricina di Capostrada’ compilata negli anni ’60 dal geometra Renzo Tesi (studio in via della Madonna 10).

Un contributo che, se preso in debita considerazione, avrebbe reso possibile ancora oggi l’uso irriguo delle gore, almeno nella zona che costeggia viale Adua.

[Lorenzo Cristofani]

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