LE GORE DI PISTOIA. PARTE SEDICESIMA

Pianta delle derivazioni delle gore nelle proprietà di Clementina Palandri
Pianta delle derivazioni delle gore nelle proprietà di Clementina Palandri

PISTOIA.Concludiamo momentaneamente l’indagine sulla documentazione archivistica relativa alle gore pistoiesi con una pratica che, nel suo piccolo, permette di leggere la storia di Pistoia dai tempi del Granduca al boom economico del secondo dopoguerra.

La pratica riguarda una domanda di concessione di derivazione d’acqua dalle Gore e le proprietà di Clementina Palandri, situata nell’area tra la Santissima Annunziata, Via Baroni e l’Arcadia.

L’area sud-est di Pistoia, quella più bassa dal punto di vista altimetrico dove non a caso confluiscono le gore e si riuniscono per poi uscire in direzione del quartiere anticamente detto Cittadella e oggi Sant’Agostino.

Sono disponibili piante geometriche e cartografiche, realizzate con ineccepibile precisione e piacevolezza cromatica: riproduciamo qui solo due immagini, con un ingrandimento, perché fotografare documenti d’archivio costa (3 € a scatto) e la riproduzione rischia di essere proibitiva (16 € a riproduzione – è il diritto democratico al sapere…).

Dettaglio derivazioni gore Clementina Palandri
Dettaglio derivazioni gore Clementina Palandri

La pratica è interessante anche perché, come tutte le altre conservate, testimonia una certa conflittualità sempre esistita tra la burocrazia e gli utenti, una conflittualità favorita dalla tendenza della pubblica amministrazione di non assumersi decisioni chiare e nette, allora come ora, e di evitare un efficiente coordinamento tra enti competenti sulla medesima questione.

Nel 1955 Adolfo Arcangeli, domiciliato in Via Antonini 1, scrive all’Ufficio del Registro di Pistoia, anche «nell’interesse dei propri figli dott. Antonio e dott. Prof. Paolo eredi della madre Clementina Palandri – per comunicare che – da anni non usufruisce più della concessione per uso irriguo dell’acqua derivata dai torrenti Ombrone, Brana e Bure nella considerazione che la conduttura relativa attraversante un tempo la propria proprietà è stata distrutta ed il terreno stesso è stato venduto a terzi con atti pubblici rogati dai Notai Cappellini, Caponnetto, Arcangeli ai Sigg. Noci, Pupilli, Avv. Stanghellini, Ferretti Sabatino, Fratelli Cecchi, Cooperativa Arcadia ecc.

«Nella considerazione poi che tale concessione non era stata fatta esclusivamente a favore della Sig. Palandri Clementina, oggi eredi, ma anche di altri e cioè Orto di san Bartolomeo, Eredi di Billi Michele, nulla si può dire se l’opera di presa sia stata distrutta; sta di fatto che nel terreno già Arcangeli non esiste da anni alcuna conduttura e l’acqua in parola non viene usufruita».

Tre anni più tardi il ‘Provveditorato Regionale alle Oo. Pp per la Toscana’ (sic!) scrive al Genio civile di Pistoia e per conoscenza all’Intendenza di Finanza di Pistoia per chiarire che la ditta arcangeli Adolfo e Paolo «è tenuta è tenuta al pagamento dei canoni fino alla scadenza fissata nel decreto di concessione e cioè fino al 31/1/ 1947 – e che inoltre – non è necessario imporre lavori per il ripristino delle pertinenze demaniali».

Cartografia degli orti dell'Arcadia e gore
Cartografia degli orti dell’Arcadia e gore

In premessa viene menzionata la concessione del 1934, oggetto disdetta, di cui si ricorda «la portata di mod. 0.0082 complessivi da utilizzare per la irrigazione di mq. 8242 di terreno […] nonché per altri usi rurali e civili con l’obbligo di restituzione delle colature nella Gora di Porta S. Marco».

L’atto del 1934, con la firma dell’ingegnere capo dell’Ufficio del Genio Civile di Pistoia Corrado Costa,  è quello in cui Clementina Paladri aveva formalizzato la concessione, ripercorrendo anche la storia dei terreni di proprietà.

«Con atto di compra in data 13 marzo 1887 rogato dal Notaro Pasquali […] il Sig. Palandri Paolo fu Ippolito padre della sottoscritta acquistò dalla signora Francia Geltrude fu Ferdinando nei Paolini alcuni appezzamenti di terreno con casa colonica […].

«Anticamente detti beni ossia l’orto dell’arcadia fecero parte del Regio Patrimonio Ecclesiastico di Pistoia e del soppresso monastero dei P.P. Serviti di detta città o P.P. de’ Servi di Maria detti anche “Padri della Nonziata” come risulta dalla pianta del 20 settembre 1730 firmata da Francesco Baldesi e che si conserva nell’Archivio Antico del Comune di Pistoia.

Giardino della famiglia Carnicelli, ex vivaio Fedi. Oltre il muro corre Via Baroni
Giardino Carnicelli, ex vivaio Fedi. Oltre il muro corre via Baroni

«Nell’anno 1857 in seguito all’atto di compra rogato Camici del 1° maggio di detto anno l’orto stesso passò al Convento dei R.R. Padri Serviti sotto il titolo della S.S. Annunziata di Pistoia mentre sino dal 1834 era stato posseduto da Pacinotti Agostino di Michelangiolo e dalla di lui moglie Biagini Umiltà-Francesca fu Giovanni alla quale pervenne con l’Atto di donazione Grass del 2 ottobre 1832 registrato a Pistoia il 3 ottobre successivo.

«Dalle ricerche eseguite risulta che sino da epoca immemorabile l’orto dell’Arcadia […] godeva di privilegi per l’irrigazione con le acque delle gore adducenti le medesime alla Città di Pistoia (Gora di Gora, Gora di Scornio e Gora di Candeglia) e cioè di diritti di privilegio che furono sempre esercitati dai proprietari suddetti e successivi sino ad oggi mantenendo deviazioni sulle citate gore con regolarità e continuità.

«Tali diritti si possono descrivere come espresso. […]».

Giardino di Mario Carnicelli. Si nota il fabbricato dell’Asilo Regina Margherita e il campanile di San Bartolomeo, che fa capolino al di sopra dei tigli del giardino dell’ asilo
Giardino Carnicelli, anticamente Orto dei Serviti

L’intero faldone, comprensivo di ulteriori regolamenti, allegati e mappe a corredo, descrive così le opere di regolazione dei prelievi e necessarie alla condivisione dell’infrastruttura a rete cittadina.

Alcuni documenti specificano che gli antichi diritti, dalla legge Bartolina del 1526, si dividevano in «diritti permanenti detti anche privilegiati, spettanti in particolare ad enti pubblici con precedenza per i Rr. Spedali e in diritti temporanei, spettanti specialmente alle categorie di coloro che se ne servivano a scopo irriguo ed a vantaggio dell’agricoltura in genere ed in specie nella stagione estiva».

Tutta una serie di attività, pratiche e operative, cui corrispondevano tributi e licenze, servivano a rendere efficace il servizio, per la manutenzione continua del quale provvedeva il «Donzello delle acqua il quale fu sostituto dal Custode delle Gore, mantenuto ancora oggi in organico del Comune […]».

Nota a margine. Le ultime immagini mostrano il giardino della famiglia Carnicelli, coincidente con quella parte degli antichi orti dell’Arcadia compresa tra via Baroni e la gora di Candeglia. Nell’ultima foto si nota chiaramente l’Asilo Regina Margherita, oltre il muro della strada.

Fino a poco tempo fa tale giardino era pronto per essere acquisito da parte del comune di Pistoia come verde pubblico, a seguito di un accordo con i proprietari. Un vero e proprio investimento per la città per il quale si era speso il Sindaco Bertinelli, con la logica di favorire la fruizione del verde urbano quale elemento di cittadinanza e bellezza, di cultura in senso lato.

Tuttavia le difficoltà patrimoniali della società della famiglia Carnicelli, come emerso dalle cronache recenti, pare abbiano bloccato il passaggio di proprietà del giardino che, per tutt’alti usi, fu in passato anche di Clementina Palandri.

[Lorenzo Cristofani]

Autorizzazione n. 02/2016 dell’Archivio di Stato di Pistoia ASPt, Genio Civile, Acque Pubbliche, fac. 319

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