LE GORE DI PISTOIA. PARTE UNDICESIMA

La gora di Gora sul retro di Via Bozzi
La Gora di Gora sul retro di via Bozzi

PISTOIA. Torniamo con una nuova puntata della rubrica d’indagine sulle gore pistoiesi. Questa volta l’ispezione ipogea è stata condotta a partire da un accesso sul retro di via Bozzi, nel giardino privato della famiglia Turi Simoni e Mess.

Si tratta della stessa famiglia che aveva anche messo gentilmente a disposizione il proprio giardino per la giornata Faimarathon dello scorso 18 ottobre, dedicata agli orti e giardini e organizzata con successo dal Fai Giovani di Pistoia.

Il palazzo, un tempo del nobilissimo casato Cellesi, era una delle utenze privilegiate servite dall’acqua della gora di Gora: in altre parole i Cellesi avevano il diritto di prelevare l’acqua che correva nel manufatto scavato sul retro dell’edificio. Come abbiamo riportato nelle puntate precedenti, l’acqua derivava dalla presa dell’Ombrone presso il ponte di Gello e attraversava la campagna servendo numerosi mulini a cui forniva la forza motrice per azionare le macine.

Pianta della Gora di Gora del Cavaliere Martelli, allegata alla relazione Guasti, 1835
Pianta della Gora di Gora del Cavaliere Martelli, allegata alla relazione Guasti, 1835

Entrata in città attraverso un ponte-canale, l’acqua della gora, dopo aver servito i lavatoi a fianco della Borgognoni, ancora visibili fino agli anni ’90, e il mulino di cui rimane ancora traccia nella toponomastica – Largo e Via del Molinuzzo – alimentava la pescaia dei frati francescani, demolita negli anni ’20 per lasciare spazio alla casa del Balilla.

Il percorso cittadino della Gora di Gora (visibile nelle cartine riprodotte qui a lato) arrivava in via del Bottaccio, da via Pacini (già via delle Gore Lunghe) e da vicolo Gora, per rifornire il bottaccio del primo mulino dei monaci regolari di san Bartolomeo: costeggiando l’orto monastico si riuniva con la Gora di Scornio nel bottaccio del Molino Grande di San Bartolomeo, di cui più volte abbiamo parlato con relativa documentazione (anche qui).

Gora di Gora e di Scornio Riunite, dopo essersi nuovamente congiunte con la Goricina di Candeglia, arrivavano sull’Arcadia: un ramo, detto trabocco e visibile ancora oggi con reflui vari, scaricava in Brana all’altezza del ponte di via Fermi; il corso principale, attraversate le mura, passava dal quartiere detto “Cittadella”, con omonimo mulino, e si ricongiungeva in Brana all’altezza dell’area dove oggi si trova la sottostazione elettrica-cabina di trasformazione primaria di Enel Distribuzione.

La gora di Gora tra scarichi e detriti
La Gora di Gora tra scarichi e detriti

Terminiamo la digressione, più chiara se affiancata da immagini di cartine reperibili nelle precedenti puntate e relativi allegati.

Attualmente, nel manufatto in mattoni e pietra di fiume che accoglieva l’acqua dell’Ombrone, il livello di calpestio è rialzato di circa 30 cm a causa della compattazione di sporco, detriti e reflui organici.

In sezione, almeno sul retro di via Bozzi, la gora ha un’altezza di circa un metro e mezzo, nel punto più alto della volta in mattoni; poco minore la larghezza.

Ogni dieci metri è possibile notare un manufatto in pietra che una volta costituiva una delle tante chiuse di regolazione: i regolamenti sull’uso dell’acqua, essendo gli utenti in cascata, erano meticolosi e, se a monte qualcuno faceva il furbo, quelli a valle se ne accorgevano subito.

I Cellesi regolarmente venivano sanzionati per infrazioni nel prelievo: l’avidità e l’ingordigia, allora come ora, non aveva confini, né geografici né di classi sociali. Oggi compaiono tubi in pvc da ogni direzione, dalla volta e di lato: improvvisamente si sente lo scroscio dello sciacquone ed è opportuno allontanarsi dai tubi sporgenti per evitare lo scarico.

Grata in ferro, ormai corroso, nella gora di Gora
Grata in ferro, ormai corroso, nella Gora di Gora

Un tubo gocciola invece in continuazione: a differenza del tracciato della Gora di Scornio, qui l’odore, i colori e la consistenza dei fluidi non lasciano dubbi (vedere i non perfetti video1 e video2 per un’idea sommaria).

A un tratto la volta della gora si interrompe, o meglio, la sezione si abbassa notevolmente: evidentemente l’edifico che fa angolo con via Borgo Melano ha ribassato il proprio scantinato rubando e “mangiando” lo spazio della gora.

In un punto gli scarichi fognari si sono letteralmente arenati ed è probabile che i trafilamenti abbiano già iniziato a logorare gli scantinati limitrofi.

Ci risulta che agli uffici del Comune di Pistoia non sappiano letteralmente che pesci prendere e che Palazzo di Giano e Publiacqua giochino a scaricarsi la competenza sulla gestione della gora e relativi scarichi fognari prendendo a pretesto cavilli del contratto di affidamento del servizio e parandosi dietro al proverbiale “la forma è sostanza”.

Ma la questione è chiara e diretta: perché dei cittadini non possono avere la fogna a norma come normative e regolamenti prevederebbero? Perché non viene realizzato un collettore fognario come quello di Pistoia Sotterranea, che permette di percorrere il percorso ipogeo collegando gli scarichi in una tubazione apposita?

Le volte della gora di Gora
Le volte della Gora di Gora

La questione è complessa, certo, e risale al tempo in cui Publiacqua subentrò al Comune nella gestione del sistema idrico integrato, cioè nel 2002. Insomma, i cittadini hanno sempre pagato e pagano (Publiacqua ha le tariffe più alte d’Italia, è finita pure su La7, a La Gabbia, come caso nazionale – qui video per chi ha facebbok) e non è giusto che le istituzioni, a causa di errori, superficialità o inadempienze del passato, vengano meno al loro dovere e si rimpallino le responsabilità.

Si vuole sperare che per avere ciò che è dovuto e che comunque converrebbe a tutti, cioè gora libera e bonificata, con regolare fogna per le utenze, non si debba aspettare che si muovano i residenti, magari con esposti o pastoie legali nei confronti di Publiacqua o dell’Autorità Idrica Toscana.

Gli errori vengono da lontano, è vero, ma è il momento che il Comune sani questa intollerabile situazione, osservabile anche da via Borgo Melano, la prima traversa sulla destra di via Bozzi venendo da Piazza San Francesco, alzando semplicemente la pesantissima pietra in arenaria che copre la gora.

La gora di Gora inedita
La Gora di Gora inedita

Abbiamo parlato di Pistoia Sotterrane e crediamo opportuno fare qualche precisazione.

In una nota su Archologia Medievale XXVI, del 1999, dal titolo Ne aque eleventur. Una nuova iscrizione tardo antica da Pistoia, Alessandro Corretti, del laboratorio di Scienze dell’Antichità della Scuola Normale di Pisa, ricostruisce le prime esplorazioni e scoperte dei “sotterranei” cittadini.

L’archeologo della Scuola Normale ringrazia Antonio Ginetti e il Gruppo Speleologico Pistoiese-sezione cavità artificiali per averlo messo a conoscenza della scoperta di strutture di varia epoca e dell’iscrizione rinvenuta tra il 1993 e il 1994 nel sottosuolo tra Piazza San Lorenzo e via di Porta San Marco.

Infatti è in quel periodo che inizia, grazie all’iniziativa del Gruppo Speleologico Pistoiese, una riscoperta dei misteri del sottosuolo: antico alveo della Brana, gore, acque e strutture; compaiono anche una serie di articoli su riviste e giornali e studi sulla materia.

Successivamente, dopo l’adeguamento fognario di via Pacini, effettuato da Publiacqua, il tracciato demaniale della gora di Scornio, tra via delle Pappe e via di Porta San Marco, viene affidato all’Irsa, Istituto di Ricerche Storiche e Archeologiche (con la doppia natura di Onlus e di Srl), che gestisce il percorso denominato Pistoia Sotterranea e altri servizi turistici cittadini.

[Lorenzo Cristofani]

Vedi anche:

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