le mani nei capelli. LA REPUBBLICA NON È MAI NATA: È SOLO UN SISTEMA FATTO APPOSTA PER NASCONDERE TUTTO E FAVORIRE IL POTERE

La miserabile storia del “sequestro a Lecceto” e del sostituto Giuseppe Grieco che nega l’accesso al rapporto post-sequestro dei vigili di Quarrata. Che c’è che deve essere tenuto nascosto? Si menerà tutto per le lunghe onde facilitare dimenticanze, scambi e prescrizioni?


Il cittadino non può turbarsi: ha solo l’obbligo indiscutibile di obbedire


TU PERDONI A BIANCALANI

CHE AMMINISTRA GLI AFRICANI

E TI SCAGLI CONTRO ME

CHÉ GIUSTIZIA HO CHIESTO A TE?


 

I cittadini ormai sudditizzati dalla sinistra democratica europeista e accoglientemente inclusiva, con l’aiuto delle destre ammuinànti e prone al potere; i cittadini vittime di una magistratura che amministra la cosiddetta giustizia (?) come il ministro Speranza la pandemia del Covid, devono «credere obbedire e combattere». Per il resto, paghino le tasse e i balzelli e se ne stiano zitti: non capiscono nulla, perché non sono democratici, e non hanno diritti. Amen!

Due immagini su un blocco stradale del 12 maggio 2022


 

La storia di oggi dovrà orientare per tentare di favorire l’apertura di occhi incollati dal mastice della stupidità e dell’ideologia.

All’inizio del maggio scorso, salito a Lecceto di Montorio per parlare con alcune persone, sono stato trattenuto a forza (sequestro di persona? Violenza privata o che altro?) da due arzilli vecchietti creativi – Sergio Luciano Giuseppe Meoni e gentile signora Margherita Ferri – i quali, avendo, come al solito, voglia di litigare e svillaneggiare come di solito fanno, hanno piazzato la loro Jeep muso-contro-muso rispetto alla Opel Adam che avevo parcheggiato sulla pubblica via. Insomma: impossibile andarsene. Se vi sembra una cosa normale, buon per voi.

1. Io chiedo di avere copia del rapporto dei vigili urbani sul blocco della via Vicinale di Lecceto e, di prima battuta, mi si risponde che non mi può essere data. Ma per quali motivi? Quali sono i veri impedimenti? Si tratta di disposizioni di legge o della solita prassi del Menga secondo la regola dell’ubi maior minor cessat come quando il PM Tommaso Coletta ordinò a un maresciallo della finanza di piantarla con le indagini su Lucia Turco, la sorella del procuratore aggiunto di Firenze, Luca Turco?

Gli “inseparabili da litigio” hanno iniziato a protestare minacciosamente (colui) e a starnazzare come un’oca allo spenno per le piume da cuscini (colei). E hanno fatto il diavolo a quattro, telefonando a carabinieri (ma il luogotenente Salvatore Maricchiolo non c’era e non aveva una pattuglia disponibile) e successivamente ai vigili urbani.

I quali alla fine sono saliti fino a Lecceto/casa del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia, a constatare di persona la gazzarra dei due agguerriti “talebani del sequestro”. Il racconto dei fatti lo trovate anche qui e guardate anche il filmati realizzato per l’occasione.

Sono implicato in un fatto “non punto bello” (direbbe il Manzoni), perciò avanzo immediatamente di nuovo richiesta alla dottoressa Michelozzi, comandante dei vigili quarratini, per aver copia della relazione dei suoi uomini che hanno verbalizzato il fatto. Dopo la risposta negativa, parte il treno:

2. Credo che a tutto debba esserci un limite. Soprattutto all’ignoranza della legge da parte dei pubblici ufficiali, ancorché essi vengano opportunamente male indirizzati da magistrati che, non di rado, si credono autorizzati a sentirsi al di sopra della legge. Alla quale dovrebbero essere soggetti: e loro per primi, non il povero cittadino che fa parte della pletora cara al PM Coletta, quella della «gente comune» da aiutare

La piglio in celia, come mi compete e mi si addice per gli studi e le mie pubblicazioni scientifiche. Passa un giorno, due giorni, tre giorni, | a Fanfulla fa male l’uccello: | «Cos’è mai questo male novello | che natura mi vuole donar?», con variante che Fanfulla dormire non fa. A me fa male non aver ricevuto – come dovuto – il testo della relazione dei vigili. Il sequestrato sono io: ho più che ragione di voler vedere cosa è stato detto e scritto sull’accaduto.

L’ItaGlia è un paese pieno di leggi sulla trasparenza (negata), però il sistema – come anche manovratamente interpretato dai magistrati, solo a parole soggetti alle leggi, ma che le leggi non rispettano se non quando fa loro comodo –; però il sistema è un’anguilleria bavosa che ti scappa di mano da ogni parte. E ci hanno pensato le sinistre (ma anche il Berlusca) a far di tutto per rendere la legge “moccicosamente scivolosa” e inafferrabile.

Mi risponde la dottoressa Michelozzi dicendomi che «in data 29/06/2022, a mezzo E-mail prot. n. 32269/2022, perveniva, dalla Procura della Repubblica di Pistoia, la direttiva a firma del Sostituto Procuratore – Dott. Giuseppe Grieco di non luogo a provvedere, circa la richiesta di nullaosta al rilascio di quanto sopra specificato». Insomma il sostituto Grieco le ha dato l’ordine di non consegnarmi un documento che è sostanzialmente e legalmente mio.

Lo capite questo, democratici e costituzionalisti alla Mattarella & Napolitano o alla Giuliano Amato-Professor Topo? La guerra continua.

3. A vostro parere (basta la scuola elementare per capirlo) l’articolo 329 cpp citato mi impedisce davvero di accedere a ciò che mi riguarda? Sono imputato/indagato di che? Di essere stato trattenuto a forza contro la mia volontà da due «inseparabili da litigio»? O il sostituto Giuseppe Grieco ha già deciso a priori, magari in pectore come il papa quando nomina i cardinali, che io sono lì in veste di imputato/indagato? Ma come sono preparati in diritto, fra tutti, magistrati, vigili urbani, polizia giudiziaria e (cosa che piace tanto alla dottoressa Patrizia Martucci) «autorità costituite»? E io? Dovrei avere fiducia cieca in questa teoria angelica?

Va bene, rispondo alla Michelozzi. Allora mi faccia la cortesia di farmi avere copia della lettera con cui il sostituto Giuseppe Grieco le ha impartito l’ordine di non darmi la relazione dei vigili. Io non ho chiesto la copia di ciò che la mente dei vigili ha aggiunto agli atti a commento per il PM e/o i sostituti pistoiesi: mi sono limitato a chiedere il rapporto sull’accaduto.

Ma la nostra pubblica amministrazione – qualunque essa sia – o è impreparata o non sa ragionare o non sa leggere o non vuole leggere o dà retta al superiore senza riflettere o s’inginocchia al potere per non avere grane. È questo che vuole la Costituzione? A me non sembrava proprio.

Notate, inoltre, che ogni provvedimento deve essere motivato e che la motivazione deve (non può: deve) essere resa nota all’interessato. Evidentemente, però, nella procura di Coletta, l’uomo che aiuta la «gente comune», questa regola non vale proprio. 

Passa un giorno, due giorni, tre giorni, | a Fanfulla fa male l’uccello: | «Cos’è mai questo male novello | che natura mi vuole donar?», con variante che Fanfulla dormire non fa. Così la dottoressa Michelozzi mi risponde che Grieco le ha detto di non darmi copia della sua lettera; quella con cui lui, l’incontestabile detentore e interprete della legge, ha deciso di non farmi avere la “relazione vigilare”. Devo starmene zitto ché loro sanno cosa fanno e io non sono un cazzo alla Marchese del Grillo.

Meno male che l’Italia è una repubblica democratica; che la sovranità appartiene al popolo; che i giudici sono soggetti alla legge; che loro prima di altri devono rispettarla e farla rispettare, e che i giudici devono essere terzi e imparziali, ricordandosi che un imputato è comunque innocente fino a giudizio passato in giudicato.

Se vuole – dice la Michelozzi – parli direttamente lei con la procura e con Grieco per chiarirvi. Un altro, un’altra volta, disse: «Io me ne lavo le mani». La frase è rimasta famosa: la sanno perfino sindaci semianalfabeti come il Mazzanti o il Romitino.

4. Chiedo di avere copia della lettera del sostituto Giuseppe Grieco con la quale si impone alla dottoressa Michelozzi di non darmi il documento richiesto. Avrò diritto di vedere cosa ha scritto il sostituto di Coletta? O devo semplicemente «credere, obbedire, combattere» e prostrami perché… la legge è uguale per tutti e non si discute quello che dice un magistrato? Al prossimo documento la sorpresa finale

Secondo voi lettori, anche di sinistra e sostenitori – come Lotti, Mattarella e Palamara – di questo tipo di magistratura, a Pistoia i magistrati sono davvero tutti terzi e imparziali? A mio parere no: ma se sbaglio «voi – lo disse anche Giovanni Paolo II – mi corrigerete…».

Rammento a tutti che i due “vecchietti creativi” di cui sopra, un paio di anni fa avevano perfino tagliato il tubo dell’acquedotto e tenuto miei familiari a secco per 8 giorni 8 con false scuse del cazzo che non avevano senso.

Ma dietro alla denuncia presentata per ipotesi di violenza privata e interruzione di pubblico servizio, fra lo stesso Giuseppe Grieco, la stessa Gip Patrizia Martucci e un brillante intervento dell’avvocata Cecilia Turco – mi dicono –, hanno chiuso lo sconcio immondo del tubo segato, con una bella archiviazione da emesi morale.

 

5. L’epilogo della storia è, a mio parere, una vergogna nazionale. Il sostituto Giuseppe Grieco ordina alla dottoressa Pamela Michelozzi di non darmi la lettera con cui lui stesso mi ha fatto dire di no. Cos’è? Deve nascondere qualcosa o teme la propria ombra? Non vi sembra che questa magistratura soffra della «sindrome di Palamara» e si comporti come i magistrati rossi/russi di Putin, contro cui tutta la sinistra ben pensante italiana si scalmana come un’ossessa? Ma che diavolo ha scritto, in quella sua pergamena elettronica, Giuseppe Grieco che, insieme al suo collega Claudio Curreli, in aula, dinanzi al giudice Luca Gaspari e a una folla di avvocati assetati di sangue e di quattrini, ha voluto darci lezioni di giornalismo alla Montanelli?

La cosa più interessante e significativa è che in aula, a sfregio e spregio del Bianchini, il dottor Giuseppe Grieco – quasi mai preparato sui temi del processo che il giudice Gaspari sta per chiudere con le sue “motivazioni impossibili” del tutto simili agli amori dei celebri racconti di Italo Calvino – da me richiamato alla realtà fattuale (gli dissi: «A chiudere la vergogna del tubo dell’acquedotto segato, dottor Grieco, è stato proprio lei»), con una specie di smorfia rispose (ahimè pudore!): «Se l’ho fatto, vuol dire che una qualche ragione c’era». Tradotto in soldoni: «Taci, imbecille! Non capisci chi è che comanda».

No, non lo capisco, lo confesso: ma alcuni magistrati lo capiscono, forse, ancora meno di me. Tutte le prove di ciò che dico sono in atti. Piuttosto che chinarmi a queste pratiche giudiziarie, a mio parere indegne di una repubblica e più in linea con una dittatura di usurpazione del potere, preferisco fare la fine di Spartaco crocifisso impeciato e dato alle fiamme sulla via di Roma.

Non c’è che dire: la giustizia a Pistoia è il top al top. Una vera e propria toppa peggiore dei buchi di cui Sarcofago City è piena.

A codeste «autorità costituite», gentile dottoressa Martucci, possono credere solo i CC della polizia giudiziaria e i loro colleghi. Ma forse – a mio parere – solo perché hanno una “fifa verde” di far la fine del più che onorato luogotenente Sandro Mancini, sulle cui vicende i giornali cartacei pistoiesi non fecero parola alcuna perché, convocati dai sostituti di Dell’Anno, furono gentilmente avvertiti: «Se fate una sola parola sul processo Mancini, noi non vi diremo più niente. Nemmeno una sillaba».

«Dio c’è, ora c’ho le prove», scrive su un quadro Massimo Ceccherini in Il Ciclone. E le prove ce le ho anch’io, perseguitato dalla procura di Pistoia forse anche – è un mio parere ex art. 21 della Costituzione – perché, contrariamente ad altri, ho pestato i piedi a qualche PM e sostituto, raccontando l’infamia e la persecuzione inflitte ai danni di un fedelissimo servitore dello stato. Un uomo che ha sempre fatto onore all’art. 54 della Costituzione italiana sbeffeggiata dai più. 

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


 

Ma l’Amuchina non basta

 

 

La procura di Pistoia ha bisogno di essere sanificata, sempre a mio parere. Altrimenti sarò autorizzato a salire a Lecceto e a segare il tubo dell’acqua della Margherita e del marito Sergio Luciano Giuseppe.

E cosa dovrebbe succedermi? Se fra tutti avete scriminato i “vecchietti sega-tubi”, vorreste forse condannare me per lo stesso, identico comportamento a loro concesso con terzietà e imparzialità?

Ecco cosa accade quando la giustizia è schizofrenica come a Pistoia. Si incentiva la commissione di ciò che tanto piace al sostituto Claudio Curreli, i famosi “disegni criminosi”…

Sugli auto-privilegi dei magistrati leggi qui


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