PISTOIA. L’architetto Alessandro Suppressa scrive:
Ero presente all’apertura della terza rassegna “Leggere la città” dedicata al tema dello spazio pubblico ed ho ascoltato l’intervento di apertura del Sindaco e la lectio magistralis di Edoardo Salzano.
Premettendo che tutte le occasioni di riflessione e di crescita culturale sono le benvenute, è obiettivamente lecito, dopo un lungo tragitto di mandato amministrativo, non affidare solo alle parole la visione della nuova città ma soprattutto dare un volto ad essa attraverso concreti interventi di modificazione dello spazio urbano con opere aggiornate e in grado di far crescere l’intero tessuto.
Un senso di smarrimento, invece, ha colto molti degli intervenuti che con la loro presenza in sala maggiore hanno testimoniato una volontà di attenzione nei confronti del tema, ma al contempo hanno dovuto nuovamente sorbirsi un fiume di dotte parole distanti da ciò che nella quotidianità viene poi realizzato o omesso di fare e da una visione in grado di cogliere la complessità della città contemporanea.
Dal Sindaco, una serie di richiami alla valenza dello spazio pubblico così astratti tanto ad arrivare a chiedersi (chi la mattina appena si alza non si pone questa domanda) se l’aia dei casolari può considerarsi una sorta di spazio pubblico dove la gente “cicaleggia”? Non mi pare che in questi tre anni di mandato la città e i suoi spazi siano cresciuti qualitativamente: concorsi di idee abortiti (clamoroso quello del parco dell’ex campo di volo e di piazza dello Spirito Santo), piste ciclabili invasive con l’asfalto, piazze e slarghi banalizzati con arredi inguardabili e c’è voluta la bufera per restituire respiro e visibilità dei fronti ad alcune piazze (v Piazza del Carmine) trasformate in uno svincolo e deposito di auto.
Per non parlare del processo burocratizzato del nuovo assetto dell’area ex Ceppo: in altre edizioni di Leggere la città sono state presentate altre esperienze di respiro europeo (concorsi di architettura e programmi condivisi) e in cosa ci hanno condizionato positivamente? Siamo riusciti a costituire un comitato di garanti per stanchi processi di partecipazione quando oramai già tutto è stato deciso.
Il prof. Salzano, personaggio rispettabilissimo, nel corso della sua storia professionale ha lavorato a decine di piani regolatori e svolta attività politica che quindi, anche se in parte, anche lui ha contribuito a determinare tanti delle questioni non risolte nelle nostre città. Visioni urbanistiche che hanno introdotto regole ad ogni livello e parcellizzato il territorio ma che hanno tralasciato il tema vero irrisolto, cioè quello della qualità dei progetti architettonici e di modificazione dello spazio urbano.
Per essere più chiaro è come se la nuova rassegna del Festival Blues venisse aperta con dei brani di Claudio Villa, naturalmente con tutto il rispetto che Claudio Villa ha rappresentato nella storia della canzone italiana.
Sinceramente, tanto per rompere la cappa di finto consenso che aleggia intorno a questi eventi, mi pare che questo genere di iniziative siano, più che un’occasione di riflessione avanza sulla città, la volontà di creare un vestito su misura ad una visione delle politiche urbane datate e di retroguardia che fino ad oggi ha generato solo fiumi di parole e interventi discutibili. Non la città che si rigenera ma che si parla addosso.
Alessandro Suppressa
Ben detto sig. Suppressa! Finalmente qualcuno che non è omologato. Certo, se il comune avesse portato avanti, forzando il buon senso, un progetto privato, facendo scavare sotto ad una chiesa romanica vicina a piazza del Duomo, lei avrebbe ugualmente rotto la cappa di finto consenso o si sarebbe opportunamente allineato? Tra colleghi ce lo chiediamo spesso
Ooooh Bravo Architetto Suppressa, siamo di fronte ad una amministrazione incapace di amministrare. Come prima azione fu quella di ridursi lo stipendio, ottimo. Peccato che visto quello che hanno fatto anche il restante è stato un inutile dispendio economico per i cittadini.
La mia storia mi rende credibile. E’ da circa trenta anni che intervengo sulle questioni urbane e architettoniche dialogando con amministrazioni ben più’ autorevoli di quella odierna. In più’ ho sempre cercato di fare al meglio la professione e le mie opere sono facilmente riscontrabili. Sono andato avanti e continuerò’ a farlo anche se il parcheggio di San Bartolomeo non sarà realizzato. Dal suo scrivere risulta che ha una conoscenza superficiale della questione ma le basta per scrivere tanto per fare un po’ di facile pettegolezzo. Ricordo che è un progetto di iniziativa privata ma conforme alla strumentazione urbanistica e approvato in tre conferenze di servizi. Non mi pare un dettaglio da poco.
La sua storia, caro Suppressa, è chiara: con “con amministrazioni ben più’ autorevoli di quella odierna” non si era mai apertamente schierato come con quella attuale, che lei ha inizialmente sostenuto, in campagna elettorale, mettendoci la faccia! Ci sono immagini e foto che lo dimostrano.
Lei ha pubblicamente tirato la volata, almeno in una fase iniziale, a questa amministrazione, che ora definisce meno autorevole di altre. Cosa è che ha rotto l’innamoramento?
In questo paese ci si accorge sempre dopo dei problemi, pentendosi inutilmente quando i buoi sono già fuggiti dalla stalla, ma lei che a detta di molti non pare proprio uno sprovveduto, non venga a raccontare di aver fatto tutto quello che ha fatto ingenuamente …
Gentile Sig.ra Emilia (?)
dice bene: ho sostenuto la candidatura di Bertinelli durante le primarie; non conoscevo a fondo il suo percorso politico ma ero rimasto coinvolto dalla sua capacità di ascolto e da una sensibilità nei confronti dei temi urbani. L’ho sostenuto liberamente mettendoci la faccia, come sempre ho fatto. Non è il primo personaggio politico che una volta entrato a contatto con il potere si scorda delle doti iniziali di capacità di relazione e di ascolto per intraprendere percorsi solitari: un uomo solo al comando che pontifica.
Sicuramente anche lei avrà i suoi contatti e saprà che tanti dei sostenitori di Bertinelli sono rimasti sorpresi da questa mutazione in negativo. Mi creda la vicenda del parcheggio di San Bartolomeo, sul piano del diritto un atto di vera arroganza della pubblica amministrazione, non entra più di tanto sulla mia valutazione nei confronti dell’operato del Sindaco e della Giunta (questa l’abbiamo conosciuta dopo il voto e non è certo autorevole). Sono e rimarrò una persona libera con la passione per la mia professione e per la città nella quale vivo e continuerò ad intervenire ogni volta che lo riterrò opportuno, come ho sempre fatto. AS
Gent. Suppressa (??) tra colleghi ci chiediamo spesso: in base a quali ragioni un professionista come Santiago Calatrava, che pure ha visto sfumare l’esecuzione di un proprio progetto commissionato anni addietro dal comune e privati, non ha iniziato un simile e comprensibile interventismo, sparando sulla qualità architettonica, sulle scelte tecniche o ancora sulla necessità di incarichi esterni? Insomma qui ci raccontiamo che lei è stato “sedotto e abbandonato” da questa amministrazione, così è nato tutto questo interventismo. Francamente questo interventismo non sembra disinteressato, pare più il frutto di un risentimento particolare/personale. Non lo ricordo con “giunte (casualmente?) più autorevoli” quando c’erano nomine nelle fondazioni o altri incarichi michelucciani. La città è piccola e mormora; tutti si conoscono e parlano.
Certo sull’iniziativa si possono fare molte critiche, come quella di dare crediti ai partecipanti, per comprare la loro presenza. Ma ahimè, il nostro ordine è riuscito ad accettare questa pantomima, tra l’altro con tantissimi iscritti a battere le mani a Salzano.
Personalmente non romperò la cappa di finto consenso a queste iniziative. Voglio dire che non ci metterò pubblicamente la faccia, ho molti interessi da non compromettere. Qualora cessassero inizierò a criticare a 360 gradi, raccontando tutte le anomalie del settore. Ovviamente mossa dalla passione per la città e per le questioni urbanistiche.
Buona giornata