LE VIVIDE EMOZIONI DI FABRIZIO MOROSI

Fabrizio Morosi 1

PISTOIA. Emozioni d’artista. Torna a esporre a Pistoia, la sua città, Fabrizio Morosi, uno degli artisti toscani più interessanti dei nostri anni.

Sabato prossimo 23 settembre, con inizio alle ore 17.30, sarà inaugurata ad Art Shop Gallery, in Via degli Archi 10 – angolo Via Curtatone e Montanara 56 a Pistoia, Emozioni di un passato ancora presente, la sua nuova mostra personale. Rassegna che durerà sino al 25 ottobre 2017 e che sarà visitabile negli orari di apertura della galleria.

Quarantanove anni, ingegnoso educato sensibile e curioso, infermiere di Sala Operatoria all’Ospedale San Jacopo di Pistoia, Morosi possiede il talento del disegno e la passione, infinita, per l’arte pittorica.

Studente, anche se per pochi anni, alla Scuola d’Arte, chiara impronta fumettistica derivante dalla frequentazione della Scuola di Comics e di Gianni Pacinotti alias Gipi, il suo maestro il suo punto di riferimento, negli ultimi anni, in virtù di una rilevante fantasia, ha avuto una notevole evoluzione: una pittura mai fotografica, ma di elaborazione personale, si è fatta più ricca, passando dalle tematiche fumettistiche agli argomenti dell’esistenza reale, sempre in movimento, in fieri in divenire un po’ come lui stesso.

Fabrizio Morosi 2

Tra l’ammirazione dichiarata per Rotella e qualche vaga influenza di Maccari, nessuna natura morta, nessun personaggio statico, ma storie tra passato (molto) e presente (poco): bimbi che si cimentano nei giochi di strada, quelli semplici ormai smarriti fra telefonini e computer, vecchi che si sfidano a carte, tra un bicchier di vino e una madonna (quella sì, scarsamente artistica e blasfema).

Generazioni antiche, ma ben presenti nella memoria dell’artista. Il tutto variando l’utilizzo dei materiali, dal gesso ortopedico alla sabbia, dal cotone allo zucchero sino ai manifesti strappati, sapientemente incollati.

Tra le caratteristiche peculiari, il bianco e il nero, l’assenza del colore. Daltonico, ha saputo con sagacia trasformare un piccolo difetto in un grande pregio. Un bianco e nero garbato, ma netto, con una ricca gamma di sfumature.

Ma soprattutto la sigla, la griffe, la propria firma dell’opera: una carta da gioco sempre diversa, un artificio non furbo ma penetrante, colto, per colpire il visitatore, l’uomo che osserva.

Una personale da osservare con attenzione.

[comunicazione art shop]

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