SE IL GIOVANNELLI AVESSE PREVEDUTO
CON LA LEGA GIAMMAI SAREBBE “ANDÙTO”!
TORNO un passo indietro come «aspirante romanziere indubbiamente dotato di talentuosa creatività», frase virgolettata attribuita all’amico Piero Lunardi, sindaco di Serravalle, che però non ha di questi “registri espressivi”, cioè – per chi non capisce l’espressione – non adopera, normalmente, parole come talentuosa e creatività.
Ripasso la lezione dell’assessore imposto dal duetto La Pietra/Sonja per chiarire meglio il punto. Che Piero non ceda (il maresciallo non è come la galleria-due di Ferrovie dello Stato, che viene giù e tira giù anche il borgo con la chiesa di Santo Stefano…) è un dato di fatto: ma è anche un dato di fatto che, di blitz, ne ha subìti due – se non anche un terzo in questi giorni.
È estremamente interessante, però, quello che Andrea Neri è riuscito a «levar di bocca» a Lunardi, che, nell’intervista, dopo avere chiarito che il Giovannelli non entrò in lista con lui perché la Lega, in quel tempo, faceva un altro gioco, aggiunge – testualmente – «anche se non mi piace elogiarmi, Giovannelli mi ha detto che se avesse capito sin da subito come avevo intenzione di muovermi, avrebbe seguito me e non la Lega».
Mi inchino a Neri per averglielo fatto dire. Evidentemente io, vecchietto, con problemi di età e masticazione, posso solo lasciarmi andare a torroni morbidi; mentre il Neri, che ha denti più buoni dei miei, può senz’altro spezzare senza problemi anche i pezzi d’acciaio famosi come quelli del Rinati di Lamporecchio. Chapeau!
Questo, però, non risolve il problema alla radice, anzi! Se – come pare – La Pietra e la Sonja hanno cercato, con almeno due ondate di unni, di abbattere le dighe foranee del Porto della Castellina, e se il Giovannelli ha davvero detto quello il Lunardi dice che gli ha detto, da vecchietto da torroni morbidi non credo che spingerlo per metterlo in giunta o al posto del Bardelli o della Vettori, sarebbe stato – come si dice – un “bel chiappo” per la Lega. Ma proprio no.
Nel romanzo storico La conquista della Torre di Castruccio, scritto non da Massimo D’Azeglio, come Ettore Fieramosca e la disfida di Barletta; né dal livornese Francesco Domenico Guerrazzi, famoso autore di romanzi storici: ma da un semplice «aspirante romanziere indubbiamente dotato di talentuosa creatività» come me, la figura del Giovannelli esce con una bella ammaccatura sul parafango. Ammesso che fosse stato ammesso (scusate il gioco di parole) in giunta, Sonia Pira su cosa avrebbe potuto contare? Su un leghista al timone o su una martinicca al barroccio del Lunardi?
Pensateci bene prima di rispondere. Io intanto mi siedo in poltrona e mangio un po’ di torrone morvido, come si dice nella Piana. E il mio torrone morvido mi suggerisce: come facevano Isidoro&Sonja a chiedere il seggiolone per il Giova che a Casalgrillo ha solo 3 iscritti 3 di numero e – dicono le malelingue – proprio per questo avrebbe cominciato a chiedere di accorpare la Lega di Serravalle con quella di Monsummano in modo di avere almeno un vespaio su cui tentar di gettare un po’ di pavimento di graniglia…?
Oh… Non è detto che tutti arrivino a chiappare la metafora, neanche se hanno i denti belli e bòni!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Delitto di satira e prise de cul
Che si dice a Casal-Grillo? E che ne pensa il Bolognini, patito del palombo lesso e causa prima di tutti i mali di Serravalle?