FIRENZE. L’art. 29 della Costituzione della Repubblica Italiana stabilisce che “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, senza dimenticare che i termini “madre” e “padre”, rappresentano parole cardine della nostra cultura e della religione cristiana.
“Crediamo sia più che giusto – affermano i Consiglieri regionali della Lega Nord – tutelare i diritti delle minoranze, ma senza che questo comporti assolutamente la cancellazione dei diritti della maggioranza dei cittadini. Ci preme segnalare che in diversi comuni italiani e toscani, le famiglie che hanno iscritto i propri figli alle scuole materne, non hanno più trovato sui moduli la classica dicitura “madre e padre”, bensì quella più anonima di “genitore 1 e genitore 2”; tale cambiamento è immediatamente successivo all’istituzione del registro delle unioni civili che nelle intenzioni vorrebbe equiparare le coppie unite in matrimonio alle coppie di fatto”.
“La pressante richiesta alla Giunta regionale – concludono i Consiglieri leghisti – è quella di mantenere o predisporre, ove mancasse, sulla modulistica di accesso ai servizi regionali destinati alle famiglie con figli in minore età, la normale e consolidata dicitura “padre e madre”.
[filippini – lega nord]
Cara Lega Nord folgorata sulla via di Damasco (bello insultare la chiesa cattolica e cristiana quando si parla d’immigrati e poi utilizzarla a mo di paravento quando serve…) dopo anni di …ci sono due aspetti da considerare:
– uno che si basa sul principio di realtà che spesso voi politici non seguite. E qui la realtà è che ormai le coppie di fatto sono quasi pari a quelle sposate come numero (io sono sposato) e dunque penso che arrivati a questo punto poichè la Costituzione Italiana dice all’articolo 3 che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” sarebbe ora di applicarla: il discrimine caso mai dovrebbe essere tra chi paga le tasse e chi no e non vedo proprio perchè una coppia di fatto, etero o omo che ottempera ai suoi doveri dovrebbe essere ancora discriminata solo perchè “non sposata”. D’altro canto ormai, nella UE, siamo rimasti i soli insieme a Cipro e ai paesi dell’exURSS a non prevedere nulla per queste persone. E poi mi spiegate quale diritti delle “vere” famiglie va ad inficiare una regolamentazione delle coppie di fatto? (ci sarebbe poi da discutere ore sul comportamento di babbi e mamme “regolari” …ma questo attiene alla morale e non mi sembra proprio il caso di seguirvi su tale terreno).
– due: è vero…mettere genitore uno e due sui documenti è un’emerita cretinata, che rientra nel politicamente corretto dei salottini italici e non solo. Lo è perchè va contro la realtà, la quale s’incarica di ricordarci che un bimbo nasce da un uomo e da una donna, un padre e una madre, sia che avvenga in modo naturale che per inseminazione. Dunque sarebbe auspicabile e logico che ove il bimbo viva con suo padre e sua madre questo venisse riportato, mentre nel caso vivesse con una madre e la sua compagna o un padre e il suo compagno, non credo creerebbe troppi imbarazzi mettere padre/madre in corrispondenza del padre/madre e utilizzare una formula adeguata nel caso del compagno/a qual’ora a questi venga concessa la patria potestà dallo Stato in virtù del suo legame col genitore naturale. Ma per arrivare a questo ci vuole una legge…che voi non volete. Perchè volete continuare con l’ipocrisia: io se fossi in questa gente mi rifiuterei di pagare le tasse.
Massimo Scalas