lega & pasquetti scontri perfetti. LA PIETRA-PIRA, UN ACCORDO CHE HA PORTATO ALL’ESPLOSIONE DELLA BEGA (PARDON, DELLA LEGA…)

Se Alan Friedman sbaglia per una escort la moglie di Trump, potrò io, nella mia modestia di recluso, sbagliare una L con una B o dovrò essere querelato e rinviato a giudizio solo perché mi avvalgo dei diritti sanciti dall’articolo 21 della Costituzione? E poi mettiamo anche i puntini sulla I del caso-Bolognini

 

LA GENTE DEI PARTITI S’È STUFATA:
VADANO TUTTI A FARE UNA GIRATA!

 


 

Ermanno Bolognini, detto “il rompi” e, ora, anche l’apòstata

 

ANCHE dagli arresti domiciliari, cari pistoiesi pavidi e mangia-zuppe alla Lager, Choux et navets (o in polacco Kaposzta és répak, cavoli e rape) visto che siamo in tema di giorni della memoria inutile; anche dagli arresti domiciliari e con la spada di Dàmocle sospesa sul capo solo per aver raccontato che a Quarrata si concede a chi può anche il diritto di murare sulle strade e incatenare le strade stesse: mi diverto come un pazzo a sentire le bestialità che scappano dalle penne dei furon-colleghi, i giornalisti organici che sulla vicenda Pasquetti-Bolognini sparano cazzate come nòccioli di dattero dalla bocca dei cammelli nelle oasi.

Nel 1998, a Dragomirna, in Romania, il prete ortodosso di Suceava ci stava facendo vedere uno dei monasteri più belli del mondo, quando gli si avvicinò un piccolo e simpatico “strolaghetto” e gli disse: «Bani, coleg…», dammi un po’ di spiccioli, collega. La risposta fu pronta e immediata: «Eu nu sunt coleg!», non sono tuo collega.

Credo che sia necessario far sempre dei distinguo e nel “caso Pasquetti”, la prima e miglior cosa, forse, sarebbe stata quella di far parlare la tessera numero 1 della Lega/Bega pistoiese e – se mai – a fianco la Sonia Pira: non la Pira e basta, dandole tutto lo spazio possibile.

La Nazione che, con evidenza solare, nella pariglia del tiro del giornale ha un cavallo – quello di sinistra – molto più forte di quello, macilento e debole non dico di destra ma di non-sinistra; La Nazione piglia amabilmente per il naso la coordinatrice provinciale, buttandole il granturco: ma in realtà lo fa solo per metterla in difficoltà e in non buona luce dinanzi agli occhi di tutti.

La Nazione e Il TirrenoPravda e l’Unità secondo, se non sbaglio, la definizione satirica di quel craxiano impenitente di Giampaolo Pagliai – hanno sostanzialmente a ùggia il Tomasi, e soprattutto quello che c’è dietro. Come il fumo negli occhi. Si divertono (legittimamente, per carità!) a pensare che, fra poco, tutto tornerà come prima e si potrà galleggiare senza problemi: quindi facciamo vedere come chi è in acqua, senza salvagente, ci starà ancora per poco e finirà con l’affogare.

La sostanza delle posizioni di Pasquetti e di Bolognini è, indubbiamente, simile: sono però gli effetti (sfuggiti alla Nazione) che saranno diversi e lo vedremo a tempo e luogo.

Il comunicato di Pasquetti lo avete letto ieri e potete rileggerlo qui. Quello di Bolognini èccovelo:

Ermano Bolognini esce dalla Lega sezione di Serravalle, in disaccordo con la gestione del partito a livello territoriale. Annuncia inoltre la nascita di una Lista Civica in unione con altri ex appartenenti alla Lega per le future amministrative.

C’è forse scritto che Bolognini e Pasquetti si sono coagulati e si uniranno in matrimonio in una lista unica su Serravalle? Sono stati chiamati e sentiti, questi due rompiballe come me? E gli è stato chiesto se questa era la loro intenzione? Io non credo. La Nazione dice che faranno lista unica serravallina, ma, scusate, da che parte è scritto nei comunicati?

Kaposzta és répak, cavoli e rape

L’hanno dato per fisiologico e scontato, allo stesso modo in cui molti Kaposzta és répak, cavoli e rape, di benemeriti pistoiesi Doc, sono convinti che io sia già spacciato perché sono, sin d’ora, un vero e proprio stalker seriale? Eh no. Non funziona così. Mi paréa e mi credéo, diceva mio padre, sono il patrimonio dei bischeri. C’è un bel pezzo di strada tra una presunzione di colpevolezza e una liberazione alla Enzo Tortora, cari compagni in fersta!

La realtà è un’altra. Alle prossime amministrative, di liste civiche anòmale, nate dallo sfascio della Lega/Bega, ce ne saranno 5, dico 5, in tutta la provincia: una a Pistoia con Pasquetti; una a Serravalle con Bolognini. E altre tre in tre Comuni che non vi sto a dire perché è bene che lo scopriate da soli per guadagnarvi un po’ di pane sudato davvero.

I giornali possono essere fatti anche dalla redazione senza muovere le chiappe: basta avere chi le cose te le viene a dire o te le fa sapere. Il resto sono ciàrle.

Quello che sgomenta un vecchissimo ex-giornalista schifato come me, è notare il tono con cui il Bolognini viene gentilmente trattato come un transfuga qualsiasi o spregevole; con gabbane-voltate dalla sinistra al chissacché.

Lo conosco bene: è un rompipalle, ma di sinistra non fu mai. Fu, da indipendente, assessore al sociale di una giunta Mochi, e sbagliò tutto nella sua vita: perché se avesse chiuso gli occhi e si fosse tappato il naso, come di regola fanno gli ambiziosi amministratori-affaristi della sinistra, non sarebbe mai stato trucidato dal Pd come ai tempi del Comitato Centrale del Pcus di staliniana memoria.

Doveva essere fatta…

I compagni della democrazia – quei campioni che si sono fatti pignorare il circolo Arci di Masotti – lo epurarono in un processo di triturazione morale e mediatica, di quelli che tanto piacciono ai democratici dei nostri stivali: processo a cui – pensate! – fu fatto perfino intervenire Marco Niccolai, ormai detto senator prezzemolo. Fu chiamato da Collodi (il paese era giusto), che non si capisce cosa cazzo c’entrasse con Serravalle Pistoiese e il Bolognini. Ma la passata di pomodoro Mutti doveva essere fatta: per liberarsi, forse, del peso della coscienza?

Purtroppo Ermanno Bolognini ha un piccolo difetto: non sente molto dalle orecchie, ma ha un palato speciale per castagnaccio, castagne secche dure e mangiaracci da contadino, polenta & C. Non ama né le anatre olandesi all’arancia, né le grigliate rinsecchite e nere di costolato di maiale carbonizzato e salato assassinato alle feste dell’Unità. Però è come un cane da tartufo con l’odor di cacca che sente anche da dieci miglia di distanza. Dal naso, il Bolognini, non lo batte nessuno.

Dalla sinistra «il rompi di Casale» più che venirsene, fu messo fuori quando fece saltare due assegni di assistenza comunale (illeciti) dati a familiari di personaggi che facevano parte della stessa amministrazione serravallina. Perché spesso i veri intoccabili sono loro, i capi della democrazia popolare in proprio.

Certo ebbe il torto (e glielo dico sempre anch’io, prendendolo in giro) di iscriversi all’Idv, l’Italia dei Valori, non morali ma bollati, al séguito di un Di Pietro, che ci ha portato a questo punto con le mani insudiciate da Tangentopoli: poi s’è fatto ricco, ha comprato ville e palazzi e ci ha mandato tutti a fanculo come e peggio di Grillo.

In ultimo il Bolognini aveva tentato un approccio con la Lega/Bega, ma… capperi! Era in parcheggio da un bel po’, perché la Pira – e non solo – ha tenuto tutto il legame ben bloccato (motivo per cui anche Pasquetti ha rotto).

Amici cari – direbbe il senatore Razzi – guardatevi bene intorno. I boomerang tornano indietro. E quello targato La Pietra-Pira è stato esiziale per Pistoia e dintorni. Hanno fatto la spartizione del potere e dei poderi, senza fare il conto con l’oste, gli elettori, appunto.

Alla Lega/Bega il senatore meloniano ha lasciato Serravalle: per sé s’è scelto Pistoia e Quarrata da mettere in mano all’Irene Gori (geometra), figlia di Fiorello Gori, geometrO ex dipendente comunale: così a Quarrata, se la cosa dovesse andare, avremo lo sviluppo del territorio di Mazzanti (vedi) in mano a intere famiglie di geometri e via! Proverbio pistoiese: tìrati su le puppe!

La Pira – che fa politica ma non accetta critiche e querela da Roma, trovando ovviamente in Procura chi la sta ad ascoltare non perché convinto, ma perché chi la “offende” è un fumo negli occhi delle “forze cammellate democratiche piddine o filo” –, la Pira, dicevo, tratta Pasquetti con l’amarognolo veleno dolciastro di una di quelle serpoline che i greci dipingevano e scolpivano in testa alla Medusa. Tanto – dice e sottoscrive – la Lega/Bega è solida a Pistoia. È cresciuta del 73,5% in un anno. Fosse una banca, ci metterei i 500 euro che ho!

Buon per chi ci crede! Fa come Pangloss nel Candido di Voltaire, ma finirà, forse, col trovare anche più di un uccello padulo.

Immaginatevi solo uno scenario che, fra l’altro, vi ho già dipinto nel commento di ieri dedicato a Pasquetti: il voto di bilancio di Tomasi e una congiura dei boiardi inferociti con la Lega/Bega esemplata sulla Pira.

Elena Bardelli

Poi mettetevi le mani nei capelli, leghisti ortodossi e leghisti eretici: ma fatelo insieme ai Fratelli d’Italia del La Pietra, che si è molto impegnato a imbarcar certuni scaricando cert’altri.

Si sente dire che l’Elena Bardelli, dal suo punto di vista giustamente inferocita, sta pensando – anche se ancora la cosa è fluida più dello s-governo Conte – o di farsi una lista in proprio o di aderire (si mormora) al progetto Bolognini.

Io la vedo così. E non sono convinto di sbagliare come Giuseppi e Mattarella nell’affrontare la pandemia che, più che infettiva, è stata in primo luogo s[c]emi-fasulla e total-scassapalle!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]

 

Quant’è instabile la Lega,
che si squaglia e vola via!
Si trasforma in una Bega,
buonanotte e così sia…
            [da Lorenzo de’ Medici, Il trionfo di Pasquetti & Bolognini, canto carnascialesco]


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