PISTOIA. Le gravissime conseguenze sul patrimonio arboreo causate dalle eccezionali raffiche di vento che hanno interessato alcune province toscane nei giorni scorsi, hanno rafforzato in qualcuno l’errato e pericoloso convincimento che gli alberi, soprattutto quelli in città, siano ormai divenuti un problema, piuttosto che una risorsa importante per più di un motivo.
Dimenticandosi dell’eccezionalità dell’evento e ignorando questioni che invece dovrebbero essere affrontate seriamente da chi amministra e gestisce il territorio (la progressiva riduzione della spesa e del personale qualificato per la manutenzione e la cura di questo patrimonio; la pressoché generalizzata mancanza di piani del verde urbano fra gli strumenti del governo del territorio, etc.), anche nei giorni passati si è alimentata la “sindrome dell’albero”, cioè la psicosi che gli alberi, soprattutto quelli del contesto urbano, siano dei nemici pericolosi.
L’unico interesse verso il patrimonio arboreo è quella della cosiddetta messa in sicurezza, termine che è divenuto quasi un mantra e dietro al quale, talvolta, si nascondono interessi e propositi che vanno ben oltre la sicurezza. Tale pratica, infatti, attuata sulla scia di eventi straordinari e violenti, come quello dei giorni passati, porta a pratiche inquietanti ed assai discutibili, come quella di abbattere alberi frettolosamente e superficialmente giudicati pericolosi, su chiamata di singoli cittadini e con interventi dei vigili urbani e dei vigili del fuoco.
Poiché noi continuiamo invece ad essere convinti che gli alberi siano una risorsa fondamentale per la vita dell’uomo e per il territorio, crediamo che in luogo di indiscriminate campagne di abbattimento, debbano essere messe in atto pratiche di studio, di conoscenza e di cura verso questo prezioso patrimonio.
Di conseguenza dovranno essere coinvolte figure finora rimaste ai margini di tutto quanto attiene al mondo del verde urbano, procedendo innanzitutto ad un censimento del patrimonio arboricolo della città, parco per parco, giardino per giardino, con una breve ma sufficiente descrizione delle essenze presenti, della loro età, dimensioni, stato di conservazione. Quanto sopra, servendosi in particolare delle competenze tecniche presenti all’interno dell’amministrazione comunale, e quando necessario ad apporti esterni.
Fatto ciò, formuliamo un’altra proposta: che ogni giardino e/o parco urbano venga “adottato”, da un’azienda vivaistica, confidando che, tra le tante presenti sul territorio non manchi chi si faccia avanti con entusiasmo e convinzione per assolvere a questo compito.
Il concretizzarsi di tale fatto permetterebbe, in definitiva, che il patrimonio arboreo cittadino venga sottoposto a quel controllo, gestione, manutenzione che finora gli è sempre mancato, in particolare per quanto riguarda la corretta esecuzione delle varie operazioni, prima fra tutte una potatura che sia razionale ed equilibrata, e non piuttosto consistente in vere e proprie capitozzature, come troppe volte si vede fare negli interventi diretti della amministrazione; e che, in casi di nuovo impianto, inizi fin dalle prime fasi per offrire subito alle chiome una corretta impostazione.
E poi, interventi, quando occorra, anche sulle radici, troppo superficiali in alcune essenze e talvolta sofferenti per la eccessiva vicinanza di cemento o asfalto. E, via via, tutto quanto altro occorra dal punto di vista agronomico e fitosanitario.
L’accoglimento di questa proposta non potrà che portare un beneficio dal punto di vista della sicurezza, ma anche dal punto di vista estetico e sanitario, al panorama del verde cittadino, senza dimenticare, per quanto riguarda ogni singola azienda vivaistica che voglia rispondere positivamente a questo invito, il positivo e gradito ritorno d’immagine sul quale la medesima potrà contare.
Legambiente Pistoia