legge di stabilità. SEMPRE PIÙ POVERI, SEMPRE PIÙ SCEMI

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Provvedimenti da giullare…?

PISTOIA. Abbiamo dunque la finanziaria o legge di stabilità come si usa ora. Non è semplice commentarla, anche perché fino ad oggi il nostro Presidentissimo l’ha annunciata e spiegata a suon di twitter (25), ma pare non vi sia ancora uno straccio di documento ufficiale in giro (quindi sappiate che tutto quello che c’è sui giornali e telegiornali è una quasi fuffa). In ogni caso seppure sul quasi nulla si può almeno discutere sui pochi punti fermi emersi.

Intanto questa è una manovra elettorale e vedrete che si voterà prima del 2018, in quanto Renzi sa benissimo che l’economia mondiale è in brusca frenata e non vorrà arrivare alle elezioni con l’Italia di nuovo nella bufera.

Si può spiegare così anche l’atteggiamento irridente, populista e soprattutto privo di basi giuridiche, nei confronti della Commissione Europea. Infatti contrariamente a quello che egli sostiene, l’Ue non solo può mettere naso nelle nostre manovre, ma può tranquillamente bocciarle e imporne la riscrittura. Ma questo non in base ai capricci di non meglio precisati euroburocrati, ma in virtù di impegni formali, presi con gli altri capi di governo, sottoscritti dall’Italia e ratificati dal nostro Parlamento.

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Sempre e solo Lui

La Commissione Europea ci tiene per le palle anche in virtù del deficit al 130% sul Pil e che ci siamo impegnati formalmente a ridurre nel momento in cui abbiamo sottoscritto il Fiscal Compact (e ricordo che abbiamo inserito in Costituzione il pareggio di bilancio).

Renzi spara quindi alla luna a beneficio delle telecamere ben sapendo che l’Ue può tranquillamente aprire una procedura d’infrazione. Lasciamo poi perdere cosa sarebbero capaci di fare i mercati finanziari (l’abbiamo ben visto nel 2011 con Berlusconi e lo spread a 500), lasciamo perdere come la prenderebbe Draghi che tanto si è speso contro i tedeschi per avviare quel Qe che per ora ci tiene in piedi.

Ma entriamo nel merito: balza subito all’occhio che Renzi ha ormai deciso che tagli veri agli sprechi non se ne fanno. Dovevano esserci 10 miliardi di revisione di spesa, ce ne sono 5, ma finti.

Infatti se andiamo a vedere come dovrebbero essere composti, ci rendiamo conto che 2 sono tagli ai servizi sanitari, 3 sono tagli alla spesa corrente di ministeri e pubblica amministrazione (quindi niente di strutturale). Perciò è una finanziaria da 27 miliardi senza tagli strutturali, quindi è una finanziaria con misure prese aumentando il deficit.

Renzi e Mister Bean
Somiglianze

Che ragionamento sta dietro a questo? Probabilmente l’intento è di approfittare del momento favorevole per soffiare sul vento (venticello) in poppa. Il problema è che tale manovra si basa su una stima dell’inflazione irrealistica, Renzi pensa a un +1% inesistente e anzi, gli ultimi dati parlano di un ritorno alla disinflazione in Europa, tanto è che la Bce sta pensando a incrementare il Qe.

Quindi Renzi, invece di approfittare del momento favorevole per fare i benedetti tagli agli sprechi, ha scelto di fare ulteriore deficit. Cosa accadrà quando Draghi smetterà di acquistare i nostri titoli di Stato? Cosa accadrà quando il prezzo del petrolio inizierà a risalire?

È bene rammentare che il nostro debito pubblico non esplode ulteriormente solo grazie ai bassissimi interessi che ora paghiamo (grazie a Draghi) sui nostri Bot, Cct ecc., mentre la spesa pubblica improduttiva continua a crescere come e più di prima.

«E voi vi fidate di me...?»
«E voi vi fidate di me…?»

Ci sarebbe tantissimo da dire, ma cito un paio di follie indicative dello stato di mentecatti in cui ci fanno vivere:

  • – Pare che manchino parte delle coperture ai provvedimenti presi. Renzi vuole ottenerle, chiedendo, come l’anno scorso, uno “sconto” di flessibilità all’Ue e, udite udite, utilizzando il denaro che si renderà disponibile a livello europeo per l’emergenza immigrati! Ma vi rendete conto? Vuole prendere i soldi destinati all’accoglienza e dirottarli per coprire la finanziaria… Vorrebbe usarli per ridurre l’Ires nel 2016
  • – Due anni fa Letta diede il via all’operazione “rientro dei cervelli” rivolta alle menti brillanti fuggite dal nostro Paese per trovare un lavoro dignitoso all’estero. Questo provvedimento prevedeva un contributo e una garanzia di lavoro per tre anni a quanti fossero rientrati in Italia. Bene: passati due anni si è deciso di annullare il tutto, con tanti saluti a chi ci è cascato fidandosi delle istituzioni.

Attendiamo maggiori dettagli. Ma sin d’ora occhi e orecchie aperte… E prepariamoci al voto.

[*] – Lettore, ospite

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