PISTOIA-MONTAGNA. Il 2013 è stato per l’ospedale “Lorenzo Pacini” di San Marcello un anno horribilis.
Nel 2009 l’allora direttore della Asl3 Scarafuggi si vantava del progressivo aumento degli interventi chirurgici all’ospedale L. Pacini di San Marcello (822 di cui 463 in regime ordinario e 359 in day hospital, quando all’ospedale del Ceppo di Pistoia gli interventi programmati furono 1200).
Appena tre anni dopo il vento cambia e a novembre 2012 l’attività della sala chirurgica di San Marcello viene “temporaneamente” sospesa per gli interventi programmati, con promessa di riapertura a gennaio.
A gennaio nulla accade finché nel marzo 2013 un camion della Asl sale da Pistoia e smantella il reparto di chirurgia/ortopedia, decretando il lento declino dell’ospedale “Lorenzo Pacini”.
I Patti Territoriali firmati dai Sindaci e dalla Asl nel giugno 2013, tre mesi dopo, hanno “sanato” con un accordo ciò che era già successo: l’ospedale è diventato un Piot e ha perso il Pronto Soccorso.
Come abbiano potuto gli amministratori locali accettare una simile strapotenza della Asl e non rendersi conto che un territorio montano tanto vasto, con distanze anche di due ore da Pistoia, non può fare a meno di un Pronto Soccorso non è dato saperlo.
Il Crest si augura che nella prossima Conferenza dei Sindaci ci sia modo di riflettere e tornare sui propri passi.
Invitiamo i Sindaci ed i cittadini anche a valutare con attenzione i dati appena forniti dalla Asl 3 sull’elisoccorso in montagna.
Fra il 2012 ed il 2013 gli interventi del Pegaso sono aumentati del 58%, da 41 a 65. Che è successo in montagna? Un’epidemia? Le persone sono diventate improvvisamente più incoscienti e si sono avventurate in situazioni pericolose? Sfortuna?
Semplicemente la montagna non ha più un ospedale con Pronto Soccorso e si è sopperito con l’elisoccorso. Quello che non deve accadere e che purtroppo sta accadendo in molte parti della Toscana dove si è tagliato troppo e male: all’isola d’Elba per esempio.
L’elisoccorso è una sicurezza in più, ma non può sostituire un sistema di emergenza/urgenza sul territorio. Perché solo un ospedale garantisce continuità e certe condizioni atmosferiche non rendono affidabile l’intervento dell’elisoccorso. Per non parlare dei costi per ogni minuto di volo.
Dall’altra parte dell’Appennino, a Porretta, Asl e Regione Emilia Romagna stanno riorganizzando il sistema sanitario come in Toscana: spogliando le zone marginali. Hanno chiuso il punto nascita all’ospedale di Porretta e già due donne hanno partorito al pronto soccorso perché non hanno fatto in tempo ad arrivare a Bologna. Un paio di giorni fa un bambino è nato prematuro podalico a casa e l’elisoccorso non ha potuto portarlo all’ospedale Maggiore di Bologna per il maltempo.
Si sta giocando con la vita delle persone.
Ben vengano le piattaforme di atterraggio dell’elisoccorso, ben venga questo servizio, ma deve essere lo straordinario non l’ordinario, non deve sostituire un Pronto Soccorso, altrimenti c’è qualcosa che non va e non si può certo essere soddisfatti e parlare di efficienza e sicurezza in montagna.
Valerio Bobini
Presidente Crest – Com. Reg. Emer. San. Toscana
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