Ci vuole faccia. Ma soprattutto ci vuole un bel colpo di culo a trovare un mestierino che permette una vita beata e senza scosse: le scosse, il Comune e i comunali, le riservano tutte ai cittadini. Quel che succede all’ufficio tecnico, sembra che accada anche altrove. Pare che sia un segno distintivo dei lavoratori dell’ente…
MA SARÀ SOLO COLPA DEL DEMONIO
SE CERTA GENTE NUN C’HA COMPRENDONIO?
VIENE voglia di chiedersi: ma quanto si suda in Comune a Quarrata? Quanti litri di acqua disperde, in forma liquida o aerosol-vapore, un dipendente di quel Comune in cui l’ufficio tecnico perde le strade e il comandante dei vigili prima scrive al suo comandante (Billy the Kid) e gli parla di via Lecceto definendola vicinale e poi, con l’ingegnere capo Iuri Gelli, firma che di vicinali in giro a Lecceto non ce n’è manco l’ombra…
Ci vuole faccia. Ma soprattutto ci vuole un bel colpo di culo a trovare un mestierino che permetta una vita beata e senza scosse: le scosse, il Comune e i comunali, le riservano tutte ai cittadini.
Ai cittadini che, poi, non sono in regola, gli si regala tutto: a quelli che pagano tutto e sempre, «usci addosso e chiavacci nel culo» – dicevano i vecchi di Lagacci di Sambuca.
Quel che succede all’ufficio tecnico, sembra che accada anche altrove. Pare che sia un segno distintivo dei lavoratori dell’ente. Ed ecco il fatto.
Il 6 dicembre 2016 muore, a Pistoia, mia madre, Bruna Lapini, proprietaria di case a Lecceto, luogo in cui non ha più potuto mettere piede dal 2007 in poi, perché, fra il ragionier Romolo Perrozzi e il Quartetto Cetra (Mara Alberti, Gionni Dainelli, Sergio Luciano Giuseppe Meoni, Margherita Ferri) hanno messo catene, porte, cancelli anche al buco della serratura del cesso delle capre: il tutto chiudendo strade vicinali e interpoderali e rendendo inagibili gli slarghi e le piazzole, che stavano lì per tutti da secoli… granducali!
Il 6 dicembre 2016 muore, a Pistoia, mia madre, Bruna Lapini. Ma che credete? Pensate forse che il Comune di Quarrata ne abbia preso nota? Manco p’o cazzo! Da allora si sono succedute informazioni, richieste, intimazioni di pagamenti errati o non-ricevuti: tutta roba sempre e comunque indirizzata a una persona deceduta 4 anni fa.
Lo possiamo legittimamente pensare – o qualcuno si offende? – che in Comune lavorano il giusto e che, comunque, c’è qualcuno che non fa un cazzo e che non sa neppure cosa cazzo vuol dire lavorare non come Albert Einstein o Ernico Fermi, ma come un comune dipendente di una comunissima ditta di questa terra?
Una decina di giorni fa il postino – quello che suona sempre due volte – pigia il bottone di un citofono a Pistoia. Dall’interno una voce chiede: «Chi è?». «Posta. Raccomandata da firmare…». «Per chi?». «Lapini Bruna da Comune di Quarrata».
Rimescolone di sangue; rottura immediata di palle; bile che schizza fuori dalla cistifellea. È più o meno il tocco/tocco e mezzo; la gente sta pranzando e viene interrotta per una scacazzata del cazzo di un Comune che, dopo quattro anni, non ha ancora preso nota che una persona è morta, defunta, cancellata dalla faccia della terra: e si continua ancora a rivolgersi a chi non c’è più, come la politica italiana si rivolge a quella mummia del non-presidente Mattarella senza avere risposta.
Risposta secca al postino: «Bruna Lapini è defunta da 4 anni». «Allora? Come si fa?», chiede il postino. «È semplicissimo: lei scrive defunta e respinge la raccomandata». Vediamo l’intelligenza al lavoro, pensa chi ha risposto al postino. E l’intelligenza non s’è fatta attendere neppure troppo: Allah è grande e il Comune di Quarrata è il suo profeta.
Ieri l’altro, in via di Lecceto 12, il postino di Quarrata mette in cassetta una lettera che viene dal Comune. In una bustaccia ciancicata come un pezzo di giornale di quelli che il cane ciuccia e lascia in giro, compare una intimazione dell’ufficio tributi. Mancano 100 euro di lampade votive al cimitero di Lucciano, anno 2019. Trenta giorni di tempo o recupero coatto con spese e tutto il resto.
Come disse una mia carissima collega a un fior di preside scemo: «Ma a voi che succede? Vi scorreggia il cervello?».
Questi grand’uomini del tempo dilatato come il culo di un elefante con prolasso rettale, che in 4 anni non hanno ancora trovato il tempo di prendere nota che Bruna Lapini è morta il 6 dicembre 2016; che perdono – come qualcuno dell’Utc e della polizia municipale, le strade di Quarrata – le note di entrata di cassa; questi geni da lampada alogena si permettono, in prima battuta, di spendere per una raccomandata – tanto paga il ricevente – e poi, se qualcuno li manda, più che onestamente, a fare in culo perché ne ha ben donde, sono capaci di inviare un cazzo di lettera a una persona qualunque, assumendo e presumendo con un cervello da sardina, che tale individuata persona abbia rapporti di qualche genere (prima è erede, poi la parola erede viene scarabocchiata e cancellata) con la defunta. E scrivono – come non si farebbe neppure nella Turchia di Recep Tayyip Erdoğan) il nome a mano sopra una sbianchettatura del cazzo sotto cui, in trasparenza, ancora si legge l’indirizzo pistoiese di Lapini Bruna. Hanno riciclato la raccomandata perché, forse, votano Greta Tintin Eleonora Ernman Thunberg?
Ma quello che è ancor più tragico, è vedere che a questo erede/non-erede la lettera di minaccia viene spedita presso Lapini Bruna in via di Lecceto 12, dove la Lapini Bruna non ha più abitato né ha più avuto residenza dal 25 gennaio 1945, data del suo matrimonio con Lamberto Bianchini, mio padre!
Onestamente, poi – e non è poco – non mi risulta che mia madre fosse sepolta nell’orto: primo perché non ha più rimesso piede a Lecceto per il comportamento dei suoi favolosi confinanti/residenti bene assecondati dal Comune; secondo perché il Comune di Quarrata stesso ha sepolto le sue ceneri nel loculo di suo padre, Dante Lapini.
Se qualcuno non capisce quello che racconto, significa che è demente come l’Ufficio Tributi del Comune. E il responsabile del servizio, dottor Marco Baldi, dovrebbe riflettere a lungo – da episodi come questo: che non è il primo né l’unico – su come lavorano i suoi subordinati. Anzi: dirò di più.
Ribadisco che la cifra dei 100 €, data per non versata da mia madre, il dottor Baldi se la vada a chiedere personalmente a lei (intestataria del contratto) mai aggiornato dal Servizio Tributi (meglio Servizio Lumaca) al cimitero di Lucciano; ai loculi di sinistra, lato-Est, sopra il bosco. E, se ci riesce, se li faccia dare, anche con gli interessi.
Se poi dovesse decidere di portare la questione dinanzi al Giudice di Pace, sai che libidine quando, in aula, tireremo fuori la ricevuta (del pagamento debitamente avvenuto a tempo e luogo) che l’ufficio ha smarrito chissà dove.
La gente è stufa, caro dottor Baldi, di essere rincorsa e tirata per la giacchetta: per l’Imu anche 5 anni dopo; e, per queste bischerate delle lampade, a distanza di un anno e solo perché il vento ha fatto volare un foglietto fuori della finestra!
Caro Marco Mazzanti, te lo ripeto perché vedo che non capisci. Invece di perder tempo a giocare al burraco o a far salotto al Parco Verde, sta’ in Comune e vigila su cosa fanno i tuoi campioni.
E attenzione! A fine anno vorrò vedere se tanta brava gente riceverà il premio di risultato, qualsiasi sia la cifra. Poi scrivo alla Corte dei Conti: perché non è possibile che tutti abbiano tutto, fino all’ultimo euro, quando, nei fatti perdono strade, morti e quattrini per la via.
Concludo con una domanda alla neosegretaria Grazia Razzino, fresca fresca da Signa a Quarrata. Cara dottoressa, cosa aspetta a mandare tutta questa gente in commissione di disciplina? È giusto, a suo avviso, che si rompano i coglioni ai cittadini e che nessuno mai sia responsabile dei troiai che combina?
E guardi che mi aspetto una risposta, perché lei viene pagata anche con qualche euro dei miei.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Art. 21 e assoluto rispetto per chi rispetta.
Nerbate a chi sbaglia per cialtroneria e/o malavoglia con promessa di impunità.
Avvocato Francesca Marini, gentilmente ci spiega a che serve, a Quarrata, un assessore alla Legalità/Fregalità?
Settembre Quarratino? Ma Ottobre Rosso, piuttosto!
One thought on “lettera a mazzanti. «MARCO, MA ALLORA IL COMUNE DI QUARRATA SE LE VA A CERCARE CON IL LANTERNINO, SCUSA!». 18”
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