lettera al direttore. SONO IN DISGRAZIA E QUINDI VI PRENDO A SBERLE

Don Biancalani a La /

PISTOIA. Caro direttore, oggi la voglio mettere al corrente dei miei programmi a breve termine.

Intanto premetto che io sono un debole, un ultimo, non un sedicente profugo ma comunque un disgraziato: non mi chieda perché, non esistono motivi validi né ragionevoli, io lo sono e basta. Sono un disgraziato morto di fame e ho diritto ad essere aiutato. Quale aiuto? Che ne so. Con quali risorse? Che mi frega, sono affari vostri. Papa Francesco ha detto che dovete aiutarmi: fatelo e zitti!

Io ho il diritto di essere aiutato, cioè accolto, mantenuto e coccolato. Voi il dovere di esaudire tutti questi miei desideri. Come lei può capire, voi non avete diritti e io non devo ottemperare ad alcun dovere.

Ho intenzione, che sia oggi o domani, di girovagare per la città dando qualche sberla a casaccio. Sì, senza un vero motivo apparente che potrebbe giustificare la mia violenza. L’unico motivo si chiama legittima difesa, ma nessuno mi ha attaccato. Il motivo per cui ho intenzione di girare per Pistoia menando i passanti è che mi trovo nel baratro del disagio e questo è il modo che io ho per risolvere i miei problemi.

A lei non piace? Chissenefrega. Ho dalla mia parte un gruppuscolo di esagitati che si sono battezzati “Assemblea permanente antidisagio e antipovertà” che mi supporta. Anzi, addirittura mi è stato detto da questi miei amici militanti che io alla fin fine ho il diritto anche di menare la gente. Lo sa perché? Perché sto vivendo una situazione di disagio. Vuole sapere che tipo di disagio? Le ripeto che non è importante. I miei amici dell’Assemblea mi hanno detto che è colpa del capitalismo, del libero mercato perché se ci fosse il comunismo tutti avremmo qualcosa e i maledetti ricchi non sarebbero così ricchi.

Ora, siccome in chiesa educano a non essere violenti, addirittura porgendo l’altra guancia, ho intenzione di recarmi nelle zone limitrofe alle chiese pistoiesi e di prendere a sberle chi mi capita sotto mano e, nel caso il malcapitato osi ribellarsi, gridargli “Oh ma che cazzo vuoi, io sto vivendo un enorme disagio, sono un disgraziato, prendile e stattene zitto!”.

Suppongo che magari, attirato dal trambusto, potrebbe uscire il prete per cercare di calmare gli animi.

Immigrazione & Pd, satira

Una sberla la do pure a lui, sopratutto se mi si para davanti un bel pretone che sa reggerle, e se pure lui osa dirmi che non va bene picchiare gli altri, io gli rispondo ripetendo ciò che ho già detto: “Sto male, sono un poveraccio, lei non sa che famiglia ho alle spalle, cosa ho attraversato nella mia vita, mi capisca, è normale che una mattina decida di picchiare persone a caso”.

Se dovesse insistere col predicozzo dicendomi che sto commettendo un reato, prima gli do un’altra sberla, poi gli urlo nel viso: “Stupido prete ma non ti ricordi che qualche coglione in Parlamento aveva proposto di depenalizzare le sberle date senza motivo? Vedi che mondo ingiusto è questo e come i poveracci tipo me vengono costretti a comportarsi male? Se i parlamentari avessero fatto il loro lavoro e avessero depenalizzato le sberle alle persone, adesso lei non potrebbe rimproverarmi e io sarei più sereno!”

Vi meravigliate che un disgraziato come me prenda a schiaffi le persone? Siete insensibili e pure avversi a Gesù Cristo, perché sono certo che lui le prendeva e perdonava.

Anzi, più che cinici siete razzisti e fascisti: perché se l’avesse fatto un negro lo avreste certamente scusato. Evidentemente un italiano bianco non è abbastanza per voi.

[Lorenzo Zuppini]

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