LETTERA APERTA AL PREFETTO SUI PROFUGHI

Roberto Franchini, Fdi-An
Roberto Franchini, Fdi-An

PISTOIA. Inviamo questa lettera aperta al Prefetto di Pistoia, con l’invito a rispondere pubblicamente, spinti dalle sollecitazioni che molti cittadini ci pongono e dai fatti, che giornalmente avvengono sul territorio della nostra provincia.

Abbiamo scelto questa forma per non mancare di rispetto al rappresentante del Governo e per non cadere in facile polemiche e strumentalizzazioni:

Sig. Prefetto,
siamo consapevoli che le richieste di accoglienza in Italia sono sproporzionate in confronto alle nostre reali possibilità di soddisfarle.

Tanto da passare sulla questione profughi da emergenza ad allarme sociale, senza contare l’aspro dibattito politico in corso.
Siamo pure consapevoli che la legislazione attuale, e la nostra coscienza, ci impone di essere disponibili nei confronti di queste persone.

Ma questa disponibilità molto spesso imposta, rischia di creare disagi alla popolazione, e allora ci chiediamo se tutto questo serve, se ha uno scopo, se realmente stiamo operando per salvare queste persone dagli orrori delle guerre, oppure stiamo agevolando l’arrivo di un consistente flusso di clandestini che non fuggono dalla guerra. Ecco che allora la prima domanda nasce spontanea.

Sig. Prefetto può dirci quanti sono stati gli extracomunitari che si sono dichiarati Profughi, transitati o che hanno trovato accoglienza nella nostra provincia?

Quanti sono stati ad oggi gli extracomunitari accolti, che si sono dichiarati profughi a cui è stato effettivamente riconosciuto lo status di profugo?

Sono domande semplici e chiare, di cui riteniamo importanti le risposte da divulgare, per dare ai cittadini almeno la sensazione che tutto è sotto controllo. Noi crediamo in una accoglienza che rispetti le leggi, le norme la salute e la sicurezza dei cittadini e di chi viene accolto. Ma tra la popolazione aleggia una sensazione di incertezza, alimentata dalla poca chiarezza nel merito.

Angelo Ciuni
Il prefetto Angelo Ciuni

Da più parti ci vengono poste domande, e ci siamo resi conto che la popolazione, e le comunità che accolgono queste persone debbano essere informate su quali sono le regole di accoglienza, per poter di conseguenza controllare se, laddove siano ospitati questi extracomunitari, si rispettano leggi e regole, questo nell’interesse della salute e la sicurezza di tutti, in primis degli stessi ospiti. Un esempio per tutti.

A Pescia gli ospiti extracomunitari erano alloggiati in un hotel dove non c’era l’agibilità per mancanza di rispetto delle norme antincendio, (con tanto di verbale dei vigili del fuoco) nonostante questo i presunti profughi hanno continuato ad alloggiare in quell’hotel per oltre 8 mesi.

Dopo una nostra presa di posizione pubblica sulla stampa sono stati “evacuati” e sono stati alloggiati a Marliana in un’altro hotel.

Ad oggi in quell’hotel alloggiano ben 50 presunti profughi, e sembra, senza che questo hotel abbia del personale per svolgere le dovute mansioni di servizio, ma la cosa che più stupisce è che a noi risulta che neppure questo hotel abbia i requisiti sulla sicurezza antincendio, tanto che ci dicono, che nel merito Lei è intervenuto nei confronti del proprietario, dettando prescrizioni di messa in sicurezza, se questo risultasse vero, le chiediamo: ma la struttura attualmente ha i requisiti di sicurezza anti incendio richiesti?

Sig. Prefetto ci può spiegare (non a noi ma ai cittadini) quali sono i criteri con cui vengono scelte queste strutture da usare come centri di accoglienza?

Inoltre, esistono controlli specifici sugli immobili, hotel, bed and breakfast che i privati hanno resi disponibili a essere usati come centri di accoglienza?

Questi privati possono continuare a svolgere la loro attività al pubblico, nonostante siano di fatto considerati centri di accoglienza?

Ci è stata, inoltre segnalata questa situazione: se un privato accoglie nel suo hotel o bed and breakfast gli extracomunitari, ricevendone compenso, possono poi questi privati collocare in subaffitto gli extracomunitari in un’altra struttura, per poter continuare a svolgere la loro attività al pubblico?

Infine le chiediamo se può dare una risposta al quesito che in molti si pongono che è il seguente: esiste una regola sulla quantità di extracomunitari che possono essere accolti in un Comune?

Risulta vero che il rapporto cittadinanza e presunti profughi accolti deve essere di 1 ogni 600 abitanti?

A Pescia e Marliana in particolare, ma in provincia di Pistoia in generale sono stati rispettati i criteri numerici di accoglienza?

Certi che farà chiarezza con le sue risposte ai nostri quesiti, la ringraziamo anticipatamente e fiduciosi attendiamo la sua risposta pubblica.

Roberto Franchini
Responsabile Enti Locali Fdi-An Pistoia

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