lettere & risposte. «MA È AMMISSIBILE CHE ANDREA NESTI POSSA CONCORRERE ALLA SELEZIONE PER COMANDANTE DELLA POLIZIA MUNICIPALE DI PISTOIA?»

Un cittadino pistoiese chiede se sia logico e corretto ammettere alla scelta un dipendente che è stato deposto dallo stesso Consiglio di Stato dopo una vicenda grottesca durata una ventina d’anni e di danni…

 

«Se il Nesti era stato nominato illegittimamente comandante, può quel periodo di servizio, cassato dai giudici, essere ora a fondamento, anzi, requisito indispensabile, della sua domanda di partecipazione?»

 

CERCASI COMANDANTE DEI VIGILI

E FA DOMANDA ANCHE LUI

 


 

Andrea Alessandro Nesti quando era comandante dei vigili di Agliana

 

 

CINQUE GIORNI fa ho ricevuto la lettera che segue:

Buongiorno Direttore,
le esprimo tutta la mia solidarietà per la vicenda che la vede coinvolta.

Le voglio segnalare, per la serie “a volte ritornano”, che tra le domande presentate al Comune di Pistoia per la selezione del nuovo comandante della polizia municipale, vi è anche quella del dott. Andrea Alessandro Nesti.

Una domanda sorge spontanea: ma se il Nesti era stato nominato illegittimamente comandante, può quel periodo di servizio, cassato dai giudici, essere ora a fondamento, anzi, requisito indispensabile, della sua domanda di partecipazione?

Ma non era meglio lasciare nel ruolo l’attuale dirigente che, opinione da cittadino, parrebbe aver lavorato pure bene?

Annalisa Giunti

Certo, opinione personale, sarebbe stato difficile far peggio della precedente che, a proposito, è “apparsa” nel ruolo di vicecomandante della polizia municipale di Modena.

E pensare che anche per il suo caso, in una causa pendente dal giudice del lavoro, si è avanzata l’ipotesi che non potesse rivestire il ruolo di dirigente a Pistoia.

Peccato che nessuno dal Comune abbia mai fornito chiarimenti sulle domande che il suo giornale ha fatto.

La saluto cordialmente, auguri.

Dott. Paolo Tosi

 

Caro dottor Tosi,
intanto grazie per la sua solidarietà per le vicende (assurde, come si vedrà) che mi vedono coinvolto ma, più che coinvolto, già giudicato colpevole solo perché – unico in questa provincia profondamente nera d’anima – ho il coraggio, o forse la follia, di non temere nello scoperchiare non tanto i coperchi dei Vasi di Pandora, ma le làpide (plurale del pistoiese làpida) degli innumerevoli bottini locali.

In troppi dicono di voler dare voce a chi non la ha. Ma, alla fine, uno si leva le caccole dal naso e l’altro sputa i semi, della mela che sta mangiando, con la testa girata dall’altra parte e facendo finta di nulla.

Ma oggi, però, si danno tanti bacini petalosi…

Come lei ha capito, questo non rientra, però, nel mio stile e nel concetto che io ho della professione che ho portato avanti, imperturbato e imperturbabile, fino dal 1967.

Quanto al fatto Nesti – uno sconcio amministrativo, burocratico, giuridico, politico e quant’altro: cosa che non fa vergogna solo perché siamo nell’Italia dei democratici di sinistra, padroni delle nostre vite peggiori dei papi che rinchiudevano la gente in Castel Sant’Angelo –, da un punto di vista di stretto diritto sono portato a credere, per quel poco che ne so, che sia tutto regolare.

Non c’è dubbio che la vicenda del Nesti sia esemplare ed emblematica delle brache larghe dell’Italia della sinistra; mutande in cui solo degli amministratori “citrulli” si trascinano dietro, per 15-20 anni, un casino del genere (la sua nomina a comandante dei vigili di Agliana) trovando non soluzioni logiche, ma argomentazioni puttanili poggianti sul fatto che “noi si comanda e noi si fa come si vòle” – stessa cosa che accade, caro Tosi, nella Quarrata/Burràkia del Mazzanti, e nelle vicende, puzzolenti di Erdoğan, che mi vedono coinvolto.

Così parlò Zarathuštra

Se tuttavia, come credo, l’ammissibilità alla selezione dipende dall’avere svolto funzioni di comandante, il fatto di essere riconosciuto non vincitore di concorso, come il Nesti, e di essere stato destituito, sia pure da parte del Consiglio di Stato (ma… quale stato?), non cancella una verità fattuale: che costui (anche con tutti i disastri combinati durante il suo regno – e che non mi si rompano i corbelli, perché sono tutti documentati a pippo di cocco!) ha svolto realmente le funzioni di capo dei vigili ad Agliana.

Sapevamo tutti che Nesti aveva presentato la domanda per Pistoia all’ultimo tuffo e l’ultimo giorno utile prima della scadenza. Secondo quanto ci dicono, lo avrebbe fatto apposta per far parlare il meno possibile di sé e dei suoi progetti.

Fatto sì è – come diceva mia nonna – che quando uno ha pasticciato per una ventina d’anni e ha imperversato su tutto e di più (le carte cantano meglio di Pavarotti e di Bocelli), è difficile che non si parli e non se ne parli.

Eravamo tre amici al bar, cantava Paoli. Era una casa molto carina, rispondeva Endrigo (Caramelli, Fragai e Nesti in via Magnino)

A quanto possiamo sapere dalle nostre fonti confidenziali, prima Rino Fragai, suo strenuo sostenitore, avrebbe tentato un blitz, andato a male, con l’associazione del servizio-vigili Agliana-Montale e con il nuovo regolamento di polizia municipale (fortunatamente osteggiato dai sindacati, Cgil esclusa, e poi bocciato dalla stessa Regione Toscana). Rino avrebbe voluto rimettere in sella il Nesti come capo dei capi.

Poi, saltato saltato questo progetto, sempre il Rino [nau]Fragai avrebbe tentato di sistemare il suo pupillo a Montemurlo, dopo che il comandante Gioni Biagioni era volato, credo, in Sardegna.

Ma il nuovo sindaco Simone Calamai – noto, a quanto si dice, con l’appellativo di “il ducetto” – sembra che preferisca, o abbia già preferito, una comandantA a Andrea Alessandro Nesti, preceduto da una fama non benevola tale che ha mandato in ebollizione – sembra – i vigili di Montemurlo. I quali, stando alle dicerie dell’untore, si dividerebbero in due “sindacati” interni in contrapposizione fra loro su quasi tutto, ma quasi unanimi nel non mostrar gradimento sulla eventuale assunzione di Nesti.

Personalmente, caro Tosi, devo dire che sono favorevole a dare credito a questa versione dei fatti e le spiego perché.

Simone Calamai. Sembra che lo chiamino il ducetto

Quando ho saputo delle manovre di Fragai per Montemurlo, ho scritto due lettere al “ducetto” Calamai: una alla sua segreteria personale e una, in séguito, alla Pec ufficiale.

Gli chiedevo di chiamarmi, cortesemente, per chiarimenti su una questione di cui non avevo – almeno per il momento – intenzione di parlare.

Ma evidentemente il cervello di certi signori del Pd ragiona come quello dello Zio Stalin: vietato rispondere, specie ai giornalisti. Ovviamente le lettere ce le ho; e almeno la Pec dovrà fare fede, in qualche modo, per quel che sto scrivendo.

Che dire, per concludere, di Nesti? Che oggettivamente se la fama delle sue imprese lo precede e i comandi, sentendo il suo nome, entrano in ebollizione, una qualche ragione ci sarà: tale da essere, forse, giustificata dal noto proverbio chi è causa del suo mal pianga se stesso.

A questo proposito, suggerisco – anche al dottor Nesti e famiglia estesa – una piccola riflessione su due o tre fatti provati in procura e/o in aula:

  1. Nesti denunciò la comandante Lara Turelli – e il procuratore Paolo Canessa archiviò senza battere ciglio

  2. Nesti denunciò di nuovo, in anonimo, Lara Turelli – e se la cavò per il rotto della cuffia in aula ammettendo, di corsa, che quella denuncia anonima la aveva scritta lui

  3. Nesti ha denunciato tutti – noi compresi di Linea Libera (fra l’altro offesi e insultati dalla di lui gentile signora – e non pur solo una volta e non solo in procura, ma anche all’Ordine dei Giornalisti

  4. Nesti ha denunciato anche l’attuale sindaco Benesperi quando il “pupo permaloso” era consigliere di opposizione e aveva trovato e portato pubblicamente in consiglio una lettera, di dubbia limpidezza mirale, con cui il fu-comandante chiedeva a Rino di rimetterlo in sella al comando.Ma oggi il Benesperi, sul soglio pontificio, fa all’amore con la sinistra aglianese e, con il Nesti ha fatto pace e scambiato tanti bacini e cuoricini petalosi

Era una rubrica fissa di Sette Giorni, la pubblicazione ideologizzata in cui sono nati i tre/quarti dei giornalisti pistoiesi

Non voglio aggiungere altro. Ma le sembra possibile, Tosi, che nessuno riesca a tenerlo al suo posto? E ora? Dovrò aspettarmi un’altra querela da questo “vispo studente di legge” che ha goduto, sinora, di tutti i privilegi pensabili e concedibili a un pubblico dipendente?

Mi permetta di dire, dottor Tosi, quello che stampavano i comunisti pistoiesi negli anni 90, quando scrivevano la loro rivistina ideologico-conformista intitolata Sette Giorni: E chi se ne frega!

Edoardo Bianchini
Dagli arresti domiciliari, 20 dicembre 2020

[direttore@linealibera.it]

 

 

Il mio prossimo libro si intitolerà «Le mie prigioni 2. Ovvero: Il Pd e il vergognoso tradimento della Costituzione Repubblicana».


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