lettori 1. RIFLESSIONE INSOFFERENTE E LAVORI BRUSIGLIANO

Un tratto del Brusigliano

PISTOIA. Sono stanco di discorsi, di slogan e di questioni che, in vista delle prossime elezioni amministrative, vedono molti personaggi (non tutti, fortunatamente), concentrati quasi esclusivamente su problemi di schieramento, di formule pubblicitarie con cui presentarsi alla competizione, come se si trattasse di vendere il detersivo che lava più bianco. In particolare, mi ha lasciato assai perplesso (eufemismo) la conferenza stampa di sabato mattina allo Spazio di Via dell’Ospizio, dove un “nuovo” soggetto politico ha ben pensato di presentarsi sulla piazza e di intasare un mercato politico-elettorale che, specie a sinistra, era già più che sufficientemente rappresentato. In questo ultimo caso, poi: quale “sinistra”? Quella salottiera, effimera, impalpabile, vacua, buona a fare rivincere i soliti marpioni di sempre, anche perché fatta di personaggi ormai bolliti e riciclati?

E, detto questo, passiamo alle cose serie.

LAVORI SUL BRUSIGLIANO

NELLA ZONA VIA NAZARIO SAURO-VIA CIANTELLI-VIA GONFIANTINI

I lavori in tale zona sono ripresi alla grande, dopo un lungo periodo di stop.

Si tratta, come dice il cartello previsto dalla apposita legge, di lavori di messa in sicurezza di quel tratto di torrente (ristrutturazione difesa di sponda e adeguamento funzionale del corso d’acqua).Il tutto, con indicazione dei vari responsabili tecnici, direttore, nome dell’impresa, importo lavori (euro 268.000,00), data di consegna dei medesimi (8/6/2016), loro durata (duecentocinquanta giorni naturali e continuativi).

Ed allora, le cose che balzano all’occhio sono le seguenti:

1) I duecentocinquanta giorni calcolati come sopra sono scaduti. Se e quando un lavoro è fatto a regola d’arte e la sua esecuzione risultava necessaria e foriera di benefici, non è questo l’aspetto che conta di più. Ma va comunque, giustamente, menzionato.

2) Qualunque sia il significato, esplicito o sottinteso, dei termini usati per spiegare al cittadino ciò che si sta facendo, stupisce il profano il fatto che sia il Brusigliano, sia un innocuo fossetto che costeggia il tratto nuovo di Via Gonfiantini e che prima era praticamente invisibile, siano stati rivestiti, sulle sponde, di grossi massi con ogni probabilità derivanti da grossa cava, certamente più adatti, ad es, ad una diga foranea che ad un torrentello nato appena 1,2 km a monte e mai esondato in vita sua. Ci mancherebbe altro che le suddette sponde venissero anche laccate in oro, e poi si sarebbe a posto.

3) Per quanto sopra, si potrebbe avere qualche dubbio che, alla fine, la sia pur cospicua cifra prevista per i lavori e precedentemente riportata, sia sufficiente a completare l’opera, considerando tra l’altro che, all’interno dell’area, il Brusigliano è stato anche dotato di due ponticini, sempre impiegando il pietrame niente male di cui sopra.

4) Oltre a quanto riportato, sono in corso lavori di movimento terra, spianamento, eradicazione parziale di diverse grosse piante di quello che costituiva il complesso del “Bosco in città”, anche apprezzabili, se vogliamo, forse utili a costituire quel parco di cui da tanto tempo si parla, ma che niente hanno a che vedere con i lavori di difesa di sponda, ecc., evidenziati nel cartello esplicativo più sopra indicato.

Ed allora, a risolvere il mistero, ci ha pensato una signora, abitante in Via Gonfiantini, di cui già avevo sentito parlare come persona assai attiva e partecipe dei problemi della zona, e che ieri ho avuto modo di conoscere. Tale signora, da privata cittadina, con encomiabile dedizione e dando implicitamente una bella lezione a tanti, è andata in Comune, ha preso visione dei progetti ivi depositati e riguardanti il complesso dei lavori di cui trattasi e, sulla base dei medesimi, ha confermato essere in atto la costruzione di una cassa di espansione.

Ed allora, concludo:

1) Perché, se si intende costruire la cassa di espansione, non lo si dice chiaramente?

2) Perché una cassa di espansione proprio in quella zona, su un torrente che non ha mai dato problemi di esondazione e per di più pochissimo a valle della sua sorgente, quando è, né più né meno, un rigagnolo? È possibile che non ci fosse un intervento che è uno, più urgente, necessario, intelligente, economico, da fare?

Sarebbe il caso che qualcuno di quelli deputati a farlo si interessasse davvero del problema. Altrimenti vorrà dire che, con i limitati mezzi di cui un comune cittadino dispone, cercheremo di penseremo noi.

Piero Giovannelli

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