«LEVIATHAN», METAFORA DELLE INGIUSTIZIE DEI NOSTRI GIORNI

Una scena del film
Una scena del film

IL SANGUIGNO e umorale Kolia vive con sua moglie Lilya e suo figlio Roma accanto all’officina di riparazione automobili della quale è titolare, in un villaggio vicino al mar di Barents nel Nord della Russia.

Il sindaco Vadim Shelevyat vuole però portargli via tutto per finalità speculative, l’officina, l’abitazione e la terra, provando prima a convincere Kolia a vendere, che però non vuole saperne di fare a meno di cose alle quali è anche affettivamente attaccato fin dalla nascita. Così Shelevyat ricorre alle maniere forti.

Nel film, candidato all’Oscar come miglior pellicola straniera, “Leviathan” di Andrey Zvyagintsev, personaggi meschini ed una società immobile dominata dalla convenienza e dai rapporti di forza fanno da contraltare a luoghi bellissimi e primordiali, con spazi immensi che per la loro bellezza potrebbero accendere la speranza se non mostrassero anche imbarcazioni distrutte e scheletri di balena sulle spiagge, con l’unico rifugio umano nel bere vodka oppure nel gareggiare al tiro a segno con kalashnikov su foto di ex presidenti Urss.

Con un titolo che rimanda al mostro marino della Bibbia (“Il libro di Giobbe”) ed al testo filosofico seicentesco di Hobbes, ovvero lo Stato padrone del destino dell’uomo, il siberiano Zvyagintsev, già Leone d’oro a Venezia per “Il ritorno”, mostra lo scontro tra la sublimità dell’ideale e la bassezza delle cosche al potere, avvalendosi nonostante ciò della produzione dell’opera da parte del Ministero della Cultura nell’odierna Russia di Putin.

La pellicola presenta una dimensione metafisica alludendo al silenzio di Dio con un punto di vista morale di integrale pessimismo, evidenziando l’esproprio dei propri beni personali, il tradimento delle persone più care, la perdita della libertà come non avveniva nemmeno durante l’oppressione zarista, sebbene favoritismi ed interessi privati, con uomini dediti al culto del proprio potere e pronti a qualsiasi abuso o imbroglio pur di mantenerlo, non siano certo problemi riguardanti solo la Russia di oggi.

“Leviathan”, distribuito nelle sale da Academy2, ha ricevuto il premio per la miglior sceneggiatura al 67° Festival di Cannes ed il Golden Globe 2015 quale miglior film straniero.

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