libera cultura. MOLTI TRAMONTI E POCHE ALBE: MARCELLO VENEZIANI A PISTOIA

Niccolò Mochi, il sindaco Alessandro Tomasi, Marcello Veneziani e Lorenzo Galligani

PISTOIA. Ognuno lucida la propria argenteria e, in caso di sfida, sfodera i propri campioni.

“Sur les murs”, un’associazione culturale pistoiese nata nel 2009, ha chiesto a Marcello Veneziani di venire a parlare del suo libro “Tramonti” nella Sala Maggiore del comune. E così è stato, ed è stata un’ottima idea.

Presente il sindaco Tomasi, fin troppo recluso nel perimetro della riscossa popolare fine a sé stessa, il consigliere comunale Galligani e il presidente di Sur les murs Niccolò Mochi. Era l’ora che al nostro sindaco venissero poste domande estranee alla mera amministrazione, attinenti piuttosto alla sua storia politica e culturale che è in parte la nostra, la vostra, di chiunque non si riconosca nel resto.

Veneziani parla di tramonti. Se tutto andasse bene, dovremmo poter parlare anche di albe. Così non è, e i motivi sono enormi. Lo sono come anche i tramonti in atto, le luci di quelle certezze che avremmo dato per scontate fino a qualche anno fa ma che oggi scompaiono dietro l’orizzonte.

È sparito il cristianesimo, e quel poco che è rimasto si è ridotto ad una Ong impelagata in una insensata filantropia che svuota la cristianità della sua dimensione trascendente. Sono spariti i Papi guerrieri, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, sostituiti da un collaboratore di Soros. È avvenuto il tramonto del comunismo col centenario della Rivoluzione d’Ottobre (il tempo guarisce l’anima). Cento anni son passati anche dalla Grande Guerra, dal successivo sfaldamento dell’Europa ma non dell’Occidente che ha conosciuto gli Stati Uniti come la propria guida suprema.

Tramonta la democrazia, sebbene ci governino gruppi di uomini che giurano su una Costituzione democratica (le oligarchie egemoni che governano l’Europa ne sono distanti). Ed è tramontata inesorabilmente anche la destra, poiché solo come insieme astratto di sentimenti e sensibilità rimane viva e nella coscienza collettiva. Abbiamo detto più volte che l’Italia non è di sinistra, ma quest’ultima ha avuto la capacità nei decenni di costruirsi e organizzarsi ficcandosi nelle realtà che compongono la così detta “cultura”.

Scuola, università, giornali, libri, televisione, insomma i mezzi con cui si espongono e si organizzano delle idee. Perché la destra non vi è riuscita? Veneziani addebita questa catastrofe (perché di catastrofe si tratta) al non aver creato una classe dirigente su base solide, soffermandosi troppo sui legami personali e di fedeltà. E neanche questa, alla conta dei fatti, vi è mai realmente stata.

Il vento però soffia in questa direzione, segno che i sentimenti maggioritari non si cancellano tramite

L’incontro organizzato da Sur les murs

l’indottrinamento. Sentimenti che coincidono con la tutela delle tradizioni, dell’amor patrio, della famiglia col contemporaneo rigetto degli sprazzi di nichilismo creatore delle altre famiglie, delle differenze che sostanziano l’umanità e, novità abbastanza recente, dell’avversione al politicamente corretto.

È assai probabile che la attuale sinistra di governo (e non solo) stia sprofondando in sé stessa perché divenuta ormai antistorica: è fondamentale che esista perché il dibattito deve proseguire, ma forse il suo posto è dentro un libro posto su una mensola. Si è difatti riciclata creando un nuovo proletariato bisognoso di assistenza: immigrati, omosessuali, disgraziati di vario genere, chiunque alzi la mano e richieda un diritto per sé. Segno evidente che le istanze d’un tempo sono scomparse.

Sur les murs, accompagnata da Veneziani e da tutti coloro che hanno resistito al pensiero dominante (sebbene solo in apparenza), rappresenta uno squarcio di speranza per un mondo che pare estinto, ma che invece occupa un posto importante nel cuore di un enorme numero di persone.

A destra.

[Lorenzo Zuppini]

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