libertà di stampa. CASSAZIONE SEMPRE PIÙ “EUROPEISTA”? SPERIAMO!

L'Avvocato Giovanni Angella, durante un seminario di formazione
L’avvocato Giovanni Angella durante il seminario di formazione giornalistica

LIVORNO. L’avvocato Giovanni Angella, esperto civilista, assiste numerose testate in materia di tutela dei diritti di libertà dell’informazione e dunque ha permesso di offrire – durante un seminario tenuto a Livorno – un’efficace ricognizione sullo “stato dell’arte” in materia di difesa dei giornalisti e tutela della libertà di stampa.

La Cedu (Corte Europe dei Diritti dell’Uomo) continua a emanare sentenze di grande respiro per l’affermazione dei principi di giustizia sanciti dalla Costituzione italiana, ma che vengono pesantemente calpestati nel nostro Paese, specie dai giudici di prima istanza: un Paese catalogato al 77° posto nella lista mondiale.

Angella ha richiamato alcune regole fondamentali da rispettare per evitare di fare errori sanzionabili dal giudice; regole definite dalla giurisprudenza europea a cui – è bene ricordarlo anche agli stessi Pm locali – deve attenersi rigorosamente anche qualsiasi giudice italiano:

  • Verifica della notizia e dell’attendibilità delle fonti
  • Esatta definizione del soggetto putativamente responsabile del reato
  • Niente titoli auto-inclusivi o suggestivi (ma questo è superato se il gironale è satirico)
  • Niente riprese “servili” di notizie stagionate e potenzialmente smentite – che però tanto piacciono alla stampa organica…
  • Rispetto di continenza, interesse pubblico e verità sostanziale dei fatti: una trinità di condizioni essenziale per la correttezza di una inchiesta giornalistica.

Angella, ha riconosciuto che sussiste un crescente aumento delle azioni giudiziarie di “tutela penale” che sono molto poco onerose, rispetto a quelle di tutela del tipo “civile”, ciò da riconoscersi sostanzialmente dovuto alla forte differenza dei costi di queste ultime procedure giudiziarie, ricordando sul punto anche il crescente sanzionamento dei giudici nei confronti di coloro che esercitano azioni temerarie (per scarsa o mancanza di fondatezza) o che abusano del processo per motivi intimidatori, una forma ricorso ormai anacronistica e rapidamente riconoscibile alla quale viene fatto ricorso per la preminente necessità di fermare sgradite inchieste giornalistiche.

Comunque c’è sempre da dire, incrociando le dita, “che Dio ce la mandi buona e senza vento!”, dato che qui siamo in Italia, un Paese che naviga in pessime acque ormai da tre governi non eletti, con un parlamento illecito (Corte Costituzionale) e con un Presidente della Repubblica illecito due volte, dato che si tratta di uno dei giudici costituzionali che hanno bacchettato l’illiceità del Parlamento da cui è stato eletto.

Dunque fate vobis!

[Alessandro Romiti]

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