libertà d’informazione. CONTRASTO ALLE QUERELE BAVAGLIO, MA I MAGISTRATI COME SI MUOVONO?

Foto da Libera informazione [www.liberainformazione.it]

A essere vittime di Slapp,infatti, sono principalmente attivisti, giornalisti, difensori dei diritti umani, whistleblower (Giulian Assange docet), ovvero soggetti che esercitano il legittimo controllo su fatti e vicende di pubblico interesse, quelli che Mark Twain chiamava “cani da guardia” della democrazia

 

L’ARGOMENTO delle “querele bavaglio” contro i giornalisti – che nel resto del mondo è noto con l’acronimo Slapp (procedura strategica contro la partecipazione pubblica) – sta riprendendo la dovuta attenzione anche in Europa, come riporta il commento del quotidiano “Articolo 21” e quello su “liberainformazione”.

Si tratta di proteggere la libertà dei cittadini e il loro diritto ad essere informati; e di criticare le azioni dei potenti (dei nostri stivali – nota del direttore) garantendo che non venga soffocato il dibattito democratico.

A essere vittime di Slapp,infatti, sono principalmente attivisti, giornalisti, difensori dei diritti umani, whistleblower (Giulian Assange docet), ovvero soggetti che esercitano il legittimo controllo su fatti e vicende di pubblico interesse, quelli che Mark Twain chiamava “cani da guardia” della democrazia.

Sono una sessantina le organizzazioni da tutta Europa che appoggiano la direttiva e che, nei prossimi mesi, permetterà alle istituzioni (bòne quelle! – nota del direttore) di Bruxelles di affrontare finalmente in concreto la piaga delle “querele bavaglio”.

Attenzione al fatto che l’iniziativa comunitaria non è destinata solo a tutelare gli operatori dei media ma, diremmo, principalmente, la massa dei cittadini inconsapevoli che sono i veri fruitori del servizio di informazione e critica sulla gestione della “cosa pubblica” affidata alle trame di lobby opache e  spregiudicate.

La coalizione di giuristi anti-Slapp mette a disposizione degli interessati un documento importante per la difesa dello stato di diritto e della libertà d’espressione (in Italia da decenni in mano solo ai democratici di indiscussa fede e se ne vedono gli esempi – nota del direttore), con un appello che la società civile lancia a Bruxelles e sfociato nella pubblicazione dell’European Democracy Action Plan, il piano di azione per la democrazia recentemente adottato.

La legge è uguale per tutti, ma per certi giornalisti non allineati si applica a capocchia….

La direttiva europea è strategicamente vocata al contrasto delle querele bavaglio già in una fase iniziale facendo pagare delle sanzioni a chi querela senza giusta causa e prevedendo un sostegno concreto a chi viene colpito da una querela manifestamente pretestuosa.

Il Parlamento Italiano – anche se controvoglia (i parlamentari, non vogliono tutelare i giornalisti, ma perseguitarli per le loro inchieste come dimostra la storica inerzia legislativa!) – sarà costretto a recepire e a riconoscere questo nuovo ordinamento che sarà finalmente attuato, speriamo presto, anche nel nostro paese.

Dopo, però, occorrerà fare dei corsi accelerati di aggiornamento anche ai pubblici ministeri italiani: sia sul versante della lettura e della comprensione dei testi (dato che in più casi mostrano di non padroneggiare sufficientemente la lingua italiana), che su quello del pieno rispetto del dettato costituzionale dell’art. 21, non molto benvisto e studiato (nota del direttore: non accusate il romiti per queste righe).

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]

 

Ma questi… chi li ha eletti? Chi ce li ha messi a rovinarci l’esistenza?

 

Ogni giorno che un giornalista passa agli arresti, è un secolo in più di libertà garantita a tutti, e purtoppo anche ai perfetti democratici di sinistra pronti a applaudire gente come quella che abbiamo allo s-governo, una sorta di minestrone tossico che ci ritroviamo nostro malgrado e grazie al provvido non-presidente Mattarella. Amen!


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