libri & letture. «IL RAMO D’ORO»

Campo Tizzoro

LIMESTRE. [m.f.] Domenica 25 marzo alle ore 16 al teatro Dynamo Camp di Limestre l’architetto Roberto Prioreschi, in collaborazione con Social Valley e Kme, presenterà il libro Campo Tizzoro il paese un mondo, 7 uscita della collana da lui curata Campo Tizzoro, antologia dei 100 anni.

Alla presentazione parteciperanno: la Corale Santa Barbara diretta dal maestro Gilberto Valgiusti e le professoresse Gianna Agazzi e Daniela Fratoni.

Presenta il giornalista Sauro Romagnani.

Di seguito pubblichiamo, su gentile concessione dell’autore, un brano della prefazione tratto dal suo ultimo libro.

IL RAMO D’ORO

Campo Tizzoro è l’ultimo paese, in ordine di tempo, nato in Montagna agli inizi del ‘900 in quell’area pianeggiante, allocata tra i monti fra Pontepetri e Bardalone, solcata dai torrenti Maresca e Bardalone, probabile teatro di scontro di eserciti e dove uno dei molti campi seminati a patate rendeva ad un famiglia, sino a quel momento, quanto il salario che riportava un carbonaio dopo una stagione in Maremma.

L’architetto Roberto Prioreschi

Ai margini dello stabilimento, nella parte orientale verso Pontepetri, tra il 1910 e il 1911, vengono costruiti in contemporanea con i fabbricati industriali, la prima fila di case operaie e l’Albergo Tripolitania, da utilizzare come foresteria; nella parte occidentale, Cima al Miglio, due ville per la direzione. Subito dopo vengono realizzati altri due complessi paralleli, uno ad un solo piano a prosecuzione dell’albergo, l’altro poco sopra le case già ultimate con al centro le cantine da assegnare a ciascun appartamento.

Sono abitazioni di tre, quattro, cinque stanze in fabbricati da due e tre piani, con ingresso e scala a comune, latrina sul terrazzino e cantina propria distaccata e un piccolo giardino di uso esclusivo per quelli che abitano al piano terra. Nel 1913 viene costruito in Cima al Miglio, sulla strada per Maresca, poi utilizzata dagli anni ‘20 come sede della ferrovia, il primo cinematografo; la prima Farmacia trova sede nel 1917 nei locali dell’Albergo Tripolitania. In Cima al Miglio il primo Asilo e la prima Scuola mentre l’edilizia privata si espande verso Bardalone con la costruzione di altri edifici ai lati della Strada Nazionale e l’apertura dei primi esercizi commerciali come il forno, il macello, i negozi di alimentari, il bar, il ristorante.

Ma la vera e ben più consistente espansione edilizia, che comprende edifici destinati all’abitazione e strutture a carattere sociale, comincia nel 1930, quando il 16 maggio viene inaugurato da Benito Mussolini il Palazzo Littorio, Cinema Teatro da 500 posti. Immediatamente dopo, Salvatore Orlando diventato Presidente della S.M.I. alla morte del padre Luigi (1 novembre 1933), trasforma Campo Tizzoro, negli anni che vanno dal 1935 al 1942, in un paese modello con un innovativo intervento urbanistico che coinvolge la parte piana e collinare ad est della fabbrica dove si inizia a costruire un vero e proprio Villaggio che comprende strutture abitative, sociali, ricreative e sportive. Il progetto, che ha avuto il notevole vantaggio di essere stato fatto da una sola, capace e intelligente mano in un unico periodo, ha prodotto oltre alle case per gli impiegati del Vallino e alcuni villini per dirigenti in Cima al Miglio, 62 edifici con tre diverse tipologie (per una, due e quattro famiglie) insieme a strutture a carattere sociale ritenute necessarie alla vita delle maestranze.

La copertina e il 4° di copertina

Si costruisce un Asilo, con aule spaziose e illuminate da ampie finestrature, fra queste una destinata ai giochi, con cavalli a dondolo, costruzioni in legno, altalene, una giostra che ha fatto felici generazioni di bambini e con un grande vano destinato all’elioterapia. Una Scuola Elementare, edificio tuttora eccezionale e insuperato viste le strutture scolastiche che ci circondano, con la palestra, il teatro, il refettorio e un tunnel sotto strada che mette in comunicazione le due costruzioni completamente recintate; una nuova Farmacia che prevede un locale attiguo adibito ad ambulatorio, un grande refettorio per gli operai; la dispensa, dove si può acquistare di tutto, dai generi alimentari alle stoffe; due campi da tennis dove si può di praticare anche il pattinaggio e giocare a bocce. Infine su un pianoro in cima alla collina, uno spazio per il culto, la Chiesa, il campanile di oltre 40 metri e la casa per il parroco, costruiti, tanto per non dimenticare, anche con il contributo di oltre 3.800 persone.

L’intervento è pensato, calibrato, a misura d’uomo, ben inserito nel contesto, distinto e al tempo stesso vicino al luogo di lavoro, con qualità abitative non facilmente riscontrabili negli interventi di edilizia popolare che si sono succeduti nel dopoguerra nel Comune di San Marcello, ma anche in quelli della piana. Basti pensare agli edifici popolari costruiti a Lama Cava, dove per raggiungere un appartamento si devono salire scale anche con 58 gradini.

Il paese che nasce intorno alla fabbrica

Le Case Svizzere, le monofamiliari ubicate sulla collina in posizione ben soleggiata e panoramica hanno al loro interno cantina e lavanderia e un giardino ad uso proprio sui 4 lati del fabbricato. Qualche anno fa l’Agenzia del Territorio di Pistoia, in relazione all’attribuzione della nuova rendita per piccole modifiche interne fatte ad una di queste, ha attribuito una categoria A7 di 3 classe su 5 e che corrisponde a quella di un villino di buona qualità!

Le bifamiliari, casette a schiera per due famiglie con un appartamento distribuito su due piani e libere su tre lati del fabbricato dove hanno il giardino, sono una realtà abitativa alle quale molti ambiscono.

Il pendolarismo attuale di 14 milioni di italiani con tempi di spostamento che superano mediamente i 75 minuti e che crea inquinamento, stress, perdita di ore di sonno e di tempo libero pari a 33 giorni l’anno, sono frutto del fallimento dell’urbanistica attuale ben diversa da questa esperienza campotizzorina dove non occorre alzarsi alle cinque di mattina, prendere uno o più mezzi di trasporto per arrivare alle otto a lavoro o alle nove in ufficio; qui in dieci minuti, anche a piedi, si raggiungeva la fabbrica. Poter lavorare vicino a casa è stata una conquista sociale, come quella di aver l’acqua in casa alla cannella, conquiste che si sono alterate in modo sostanziale con il progresso.

Gruppo di operai anni (1915-1918). Cartolina non viaggiata collezione Stefano Bargellini

Fra le cose importanti di quel periodo si deve aggiungere la costruzione dell’edificio destinato a mensa aziendale, a spaccio e a Scuole Professionali, quelle stesse che hanno formato centinaia di operai specializzati che si sono distinti sia all’interno della fabbrica, sia nel dopoguerra, quando ridimensionata la produzione dello stabilimento, sono emigrati in Svizzera ricercati e assunti per le loro specifiche capacità di tornitori, fresatori, calibristi, ecc. da ditte come la Sulzer e la Brown Boveri. Un’altra parte di questo personale specializzato, messosi in proprio, ha dato origine nel nostro comune a molte piccole e medie aziende metal meccaniche di prestigio.

Da ricordare la formazione nel 1940, da parte dell’Azienda, di un grande Coro Polifonico diretto dal Maestro Emilio Giani, formato da circa 300 elementi maschili e femminili, tutti dipendenti S.M.I. e che per partecipare alle prove erano regolarmente retribuiti come se fossero stati a lavoro.

Chiusa nel 2000 la Se. Di., la parte militare dello stabilimento e nel 2005 la KM Europa Metalli, parte civile, oggi il paese vive un periodo piuttosto difficile anche se le aziende che si sono insediate nei vecchi capannoni ristrutturati della zona industriale contano più di 100 addetti, l’insediamento ove opera il maggior numero di ditte di tutto il Comune. La nostra realtà, come tutte quelle montane, per poter continuare a vivere in condizioni accettabili ha bisogno di essere sempre presente nelle decisioni dello Stato Centrale, decisioni che devono mirare alla protezione, alla salvaguardia ed al recupero di queste piccole aree.

La locandina

È indispensabile acquisire in tempi brevi la parte non utilizzata del rifugi sotterranei per il completamento di questo itinerario unico a livello italiano e ad integrazione del Museo esistente. Da non dimenticare l’area del Reparto Caricamento Inneschi e vista la peculiarità e l’unicità del luogo se ne ipotizza un possibile recupero e utilizzo per un percorso museale con valenza storico – tecnico – naturalistica da collegare alle gallerie dei sotterranei S.M.I. e all’itinerario delle postazioni militari relative alla II guerra Mondiale.

Altro elemento storicamente rilevante è il ponte che attraversa il torrente Maresca in prossimità del balipedio di 200 metri perché la sua realizzazione precede addirittura quella del famoso Ponte Sospeso di Mammiano. pensabile che il ponte sia stato progettato e fatto realizzare dall’ingegner Conte Federico Douglas Scotti primo Direttore dello stabilimento di Campo Tizzoro.

Un tempo in questo paese, si costruivano strumenti che servivano per la guerra, oggi il lavoro è stato sostituito da quello di piccole imprese, spesso a carattere familiare, con un buon livello tecnico e tecnologico. Un progetto all’orizzonte è quello della Social Valley nelle cui intenzioni c’è il recupero dei beni di tipo naturalistico della Montagna legato a quello degli edifici attualmente inutilizzati.

Roberto Prioreschi

Un gruppo di impiegati del laboratorio chimico (grembiule bianco) e laboratorio fisico (grembiule nero) anni ‘40. Collezione Gloria Andreoli

Donna Carla Gronchi moglie del Presidente della Repubblica in visita all’asilo del 21 giugno 1958. Archivio dell’autore

 

limestre. PRESENTAZIONE DEL LIBRO «CAMPO TIZZORO IL PAESE UN MONDO»

libri & letture. «CAMPO TIZZORO. IL PAESE. UN MONDO» DI ROBERTO PRIORESCHI

Print Friendly, PDF & Email