SAN MARCELLO PITEGLIO. Si chiamava Jacopo Lori, fu pievano di San Marcello Pistoiese per 24 anni, dal 1752. Quando ci arrivò, di anni ne aveva 30. E adesso a lui, nel Poggiolo, è intitolata una piccola piazza dove questo giovedì 6 settembre (con inizio ore 17) verrà presentato un libro che racconta anche di lui: della sua permanenza in una San Marcello, e più in generale in una montagna pistoiese, che stava aspettando i risultati positivi di una strada – la strada del Granduca – “che avrebbe portato il mondo il Montagna e la Montagna nel mondo” per usare le parole dell’autrice di questo volume (“Preti di montagna”, Sarnus 2018), Maria Valbonesi, già insegnante di Italiano e Storia, da molti anni collabora con libri e riviste: pubblica, in genere, ricerche storiche restituendo attualità a personaggi e vicende pistoiesi.
Con questo suo ultimo libro, presentato dal vescovo Fausto Tardelli (“Un nuovo passo per dimostrare il ruolo fondamentale avuto da tanti sacerdoti per le comunità della Montagna pistoiese”), Valbonesi si sofferma in modo particolare su tre pievani vissuti fra il Cinquecento e il Settecento: Girolamo Magni a Popiglio, Andrea Busoni a Cutigliano, Jacopo Lori a San Marcello.
Non mancano sorprese e curiosità. E giovedì 6 settembre, su iniziativa del parroco attuale di San Marcello, don Cipriano Farcas, ci sarà modo di conoscere soprattutto le curiosità legate al suo predecessore.
Come quando partì per un lungo viaggio in Sicilia scrivendo parole decisamente non benevole nei confronti di quelle popolazioni o come quando dette vita, nella canonica di San Marcello, a una particolarissima “accademia rustica” dove parroci e chierici si riunivano non solo per “questioni filologiche o di storia, di scienza e di filosofia” ma anche per “occuparsi degli interessi e dei problemi del paese ben oltre l’aspetto religioso”.
E certo ci sarà modo di soffermarsi su un particolare aspetto in alcuni scritti del Lori: un linguaggio talora sboccato, il racconto fra il galante e l’esplicito di usi e costumi locali.
Accompagnerà Maria Valbonesi, con l’introduzione di Mauro Banchini, un intervento di Paolo Baldassarri sanmarcellino di nascita, già preside “storico” del “Pacini” di Pistoia, una scuola dove insegnò anche Valbonesi.
E certo sarà l’occasione anche per ascoltare la storia di un altro prete, stavolta originario di San Marcello, che fu a un passo per essere proclamato santo insieme a “colleghi” del calibro di Carlo Borromeo, Filippo Neri e Ignazio da Loyola: era nato a San Marcello attorno al 1530, fu uno dei predicatori più famosi del suo tempo, intellettuale e consigliere di papa Gregorio XIII. Ingiustamente dimenticato, fra Evangelista Gerbi, che in omaggio al suo paese di nascita si faceva chiamare anche “Marcellino”, dall’anno della sua morte (1593) riposa nella basilica dell’Araceli in Roma.
A giudizio di Maria Valbonesi, che ha scritto più volte su di lui, è addirittura l’autore del primo romanzo italiano in età moderna (“Della metamorfosi”). Un testo ambientato proprio sulle montagne di Pistoia.
[mauro banchini]