L’IMMIGRAZIONE E L’ACCOGLIENZA: QUALE TIPOLOGIA?

La riflessione della sezione comunale della Lega di Pistoia. Su Vicofaro “E’ obbligo della politica ma anche della società pistoiese nel suo insieme, dopo tante discussioni, agire per fare un tentativo serio per risolvere questa incresciosa situazione”

Immigrazione

PISTOIA. Fenomeno epocale e sovranazionale, l’immigrazione è una delle tematiche principali del nostro tempo.
Molteplici i punti di vista, le sfaccettature e le implicazioni sulle Società europee (dalla cultura, al lavoro, alla religione, alla legalità finanche al terrorismo fanatico).
La Sezione comunale di Pistoia della LEGA, nel condividere il concetto di accoglienza agli “ultimi”, ai derelitti, ai profughi politici pone però l’accento sia sulle modalità che sulla metodologia dell’accoglienza nonchè sul tipo di immigrazione attuale che nel suo insieme pare senza controllo e sembra sfuggire a qualsiasi logica e buon senso.
Facendo semplicemente riferimento alle disposizioni sui flussi migratori (estremamente complessi nella loro attuazione burocratica, assolutamente da rivedere almeno nei decreti applicativi avvalendosi della consulenza dei professionisti del settore) se da un lato il nostro Paese necessita assolutamente di soggetti disponibili ad impiegarsi in quei settori dove pare che i nostri concittadini non siano più interessati a lavorare, dall’altro è più che altro di operai e tecnici specializzati che necessitano le nostre industrie ed il mondo del lavoro degli anni 2000. Per cui delle due, l’una: o tali soggetti vengono formati dal nostro comparto industriale nei loro Paesi di origine o debbono farlo sul suolo italiano in apposite strutture.
Strutture da adoperare non solo per i cosiddetti migranti “economici” ma anche e soprattutto per tutti gli altri, di modo che tutti loro dopo un accurato controllo sanitario completo di tutte le vaccinazioni obbligatorie, possano obbligatoriamente imparare i rudimenti della lingua italiana, delle nostre Leggi nonché della storia culturale e religiosa del Paese pronto ad ospitarli.
Ospitarli come si deve, non in strutture fatiscenti come spesso accade, ma adoperando quel tempo per illustrare a tutti anche i doveri della persona accolta specificando che chi non dovesse effettuare tutto il percorso previsto o si allontanasse senza motivo giustificato o commettesse reati sul nostro suolo, verrebbe immediatamente e definitivamente espulso e riaccompagnato nel proprio paese.

Andrea Allori

Come avviene nella stragrande maggioranza delle Nazioni del mondo.
Per cui diritti sacrosanti ma anche doveri precisi e cogenti consistenti nel rispetto delle leggi, della cultura, della religione, degli usi e costumi del paese ospitante: così come avviene nel resto del mondo.
In Italia, ed in Toscana in particolare, si parla estesamente dei diritti dei richiedenti asilo, quasi mai di doveri, come se tutto debba esser loro dovuto ma niente richiesto.
La domanda, secondo un vecchio adagio, sorge spontanea: come mai solo nel nostro Paese assistiamo ad una mistificazione di questo tipo (intendendo per mistificazione la alterazione della verità, operata con astuzia e sottigliezza di argomentazioni)?

La tolleranza (che a nostro parere è divenuta sudditanza) della intellighenzia di sinistra, è alla base di tutto questo.
Anche l’atteggiamento della Chiesa ci lascia perplessi: come non difendere con forza, allo strenuo, le nostre origini cristiane, come non insorgere quando il Crocifisso o le Feste del Natale, dell’Epifania o della Pasqua vengono nominate diversamente per non irritare gli stranieri accolti nel nostro Paese che seguono una diversa religione? Si è arrivati -nel silenzio assordante degli esponenti religiosi- a non fare più il Presepe in alcune scuole dell’obbligo per non urtare la suscettibilità dei mussulmani !!!
La progressiva, silenziosa, strisciante invasione della cultura islamica sembra esser stata volutamente tollerata negli anni dalla sinistra, forse nella speranza di un futuro ritorno elettorale: sappiamo bene che fine fece chi visse sperando e sappiamo altrettanto bene che prima o poi si presenterà alle elezioni un partito islamico.
Ed allora saranno problemi per tutti.
Ecco perché pensiamo che accogliere non significhi assolutamente far vivere promiscuamente, con scarso o nullo rispetto delle regole sanitarie, con scarso o nullo rispetto delle più comuni regole del viver sociale o ignorando le situazioni giuridiche personali dei vari soggetti solo per fare una parvenza di accoglienza evangelica: intenzione teoricamente meritoria ma completamente naufragata nella pratica per lamancanza di prospettiva di inserimento attivo e fattivo nella nostra società o banalmente nella comunità circostante.

Chi vive a Vicofaro può stare tranquillo, no?

Non necessitiamo di una accoglienza alberghiera ma di una accoglienza formativa.
Non necessitiamo a Pistoia di una accoglienza tipo Vicofaro, per intenderci.
L’accoglienza in baraccopoli, tendopoli o situazioni simili non può che portare ad ulteriore emarginazione, ad una vita di espedienti o peggio di manovalanza per la malavita con la emme maiuscola. 

È sotto gli occhi di tutti che lo spaccio di sostanze, almeno nel passaggio finale al consumatore, è quasi sempre in mano ad immigrati, per lo più irregolari: sia ben chiaro, si tratta di sciagurati, ma ancor più sciagurati sono coloro che cadono nella loro rete e le loro famiglie. E di conseguenza la nostra società.
A proposito di questa “tolleranza culturale”, dobbiamo purtroppo sottolineare come ultimamente alcune forze politiche, anche a noi vicine, stiano proponendo soluzioni abbreviate per arrivare al conseguimento di una cittadinanza che negli altri Paesi europei è difficile da ottenere ma che da noi – se passasse questa idea- potrebbe esser concessa dopo pochi anni di frequenza della scuola dell’obbligo (dopo di che ovviamente -ma non si ha l’onestà intellettuale di ammetterlo- potrebbe quasi automaticamente essere estesa all’intero nucleo familiare).
Siamo esterrefatti dalla superficialità con la quale alcune forze politiche a livello nazionale stanno trattando la questione, quasi si trattasse di modificare una norma banale del viver civile.
In tutto questo panorama complesso, variegato, percorso sotterraneamente da plurimi interessi economici, politici, elettorali e di potere, si inserisce per la città di Pistoia il “problema Vicofaro” – perché di un grosso problema si tratta comunque lo si voglia vedere -, situazione caratterizzata a nostro parere da una accoglienza attualmente del tutto inadeguata, accoglienza che ha determinato veri e propri sconquassi morali e materiali nella popolazione residente.
E’ obbligo della politica ma anche della società pistoiese nel suo insieme, dopo tante discussioni, agire per fare un tentativo serio per risolvere questa incresciosa situazione: ognuno dovrebbe adoperarsi per una soluzione ed invece assistiamo ad un rimbalzo di responsabilità, ad un silenzio che non ci piace, quasi che sia un problema lontano.
E’ invece un problema vicino, molto sentito da una buona parte della città.
La LEGA di Pistoia con il supporto fattivo della segreteria regionale, ha la ferma intenzione di adoperarsi concretamente per tentare di trovare una soluzione.
A brevissima scadenza.

Per la sezione del Comune di Pistoia della LEGA che ha discusso sull’argomento,
il commissario Andrea Allori

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento