SAN MARCELLO-MONTAGNA. Nelle veline ufficiali dell’Asl 3 si afferma che la mensa si è “dovuta” spostare per mancanza di igiene a seguito di infiltrazione nei locali di proprietà del Conservatorio di Santa Caterina. Se ne deduce che la colpa per la perdita di questo ulteriore servizio è, come al solito, di altri e non dell’Asl 3.
Poiché non crediamo affatto a chi chiama “potenziamento” una dismissione, a chi chiama un pronto soccorso, con quel che ne consegue, Piot , a chi sostiene le amenità che tutta la Montagna ha dovuto ascoltare nel corso di questi anni, abbiamo pensato, conoscendolo, di rivolgerci direttamente al dott. Sauro Romagnani, Presidente dimissionario del Conservatorio e del quale, al contrario dell’Asl, ci fidiamo, per farci raccontare veramente come stanno le cose.
Ne è uscito fuori uno “spaccato” storico che lasciamo alle considerazioni dei lettori perché, talvolta, i commenti diventano quasi inopportuni. Leggete, valutate e comprenderete perché la rabbia delle persone che hanno aperto gli occhi si manifesti ad ogni occasione, in ogni circostanza e contro certi rappresentanti della politica che rappresentano solo le loro tasche ed i loro interessi.
Su Santa Caterina, manufatto di enorme pregio storico, artistico e sociale della nostra Montagna ritorneremo. Intanto Romagnani scrive:
1 – Sono stato nominato dal Ministero nel Conservatorio di Santa Caterina il 16 marzo 2001, il 17.12.2001 la Professoressa Daniela Fratoni. Siamo i più anziani rappresentanti con all’attivo 13 anni di volontariato, senza alcuna retribuzione. Questo va detto e ben precisato. L’attuale consiglio è inoltre composto da Stefano Gaggini e Silvia Cormio. Mentre Giampaolo Merciai fa parte del Consiglio di amministrazione. Tutti volontari e a titolo gratuito, come il segretario, Silvio Gaggini, l’ex tesoriere Carmelo Salemi, e il revisore dei conti Rag. Claudia Vivarelli.
2 – Da subito è stata iniziata una trattativa con Usl con l’intenzione di cedere una parte del Conservatorio per riunire i servizi di via Roma con l’ospedale. Progetto condiviso dai sindaci della montagna. Ma di volta in volta si sono affacciate anche altre soluzioni. A partire dal 2002, abbiamo incontrato i direttori Walter Domeniconi, Vairo Contini, Alessandro Scarafuggi ed infine Roberto Abati. In ogni caso l’Usl ha sempre dimostrato interesse. Ma ad ogni cambio di direttore la trattativa ricominciava da capo.
3 – Nel 2003 con lettera raccomandata il Conservatorio ha chiesto all’Usl la revisione dei contratti di affitto per la cucina, la dispensa dell’ospedale e locali attigui; per i locali ex Cim, ossia il vecchio asilo adibito a magazzino e archivio. Mai ricevuta risposta. Da precisare che per tutti questi locali l’Usl ha pagato fino ad oggi la somma di 139,5 + 139,5 euro annui, pari a 23 euro mensili.
4 – Dopo lungo trattare si giunge al 2.09.2010 in cui, finalmente, il direttore Scarafuggi invia una lettera al Conservatorio ed al Comune in cui scrive: “…si conferma di aver provveduto a dare incarico alle strutture aziendali competenti di realizzare un’analisi degli eventuali fabbisogni tecnici-operativi relativi ad un incremento degli spazi immobiliari dell’Ospedale Pacini. Successivamente a tale analisi sarà provveduto a redigere uno studio di fattibilità finalizzato ad una ipotizzabile parziale ristrutturazione degli spazi ospedalieri con la conseguente attivazione della procedura negoziale per l’eventuale acquisizione di una parte del citato immobile”.
5 – Il 14.10.2010 il sindaco Carla Strufaldi facendo riferimento alla precedente lettera, chiede all’Usl di precisare le proprie esigenze, visto che il comune stava redigendo il Regolamento Urbanistico. Inoltre il sindaco esprime soddisfazione perché un recupero anche parziale del Conservatorio “…costituirebbe un risultato importante per l’Amministrazione, tanto più se tale recupero è finalizzato ad una migliore distribuzione e ad un incremento degli spazi del nostro Ospedale”.
6 – L’Usl risponde confermando che sta predisponendo lo studio al termine del quale potrà essere attivata la procedura negoziale per l’eventuale acquisizione. La lettera termina con queste parole: “Da quanto sopra, appare evidente l’interesse di questa Direzione finalizzato ad un miglioramento strutturale dello stabilimento ospedaliero insito in Codesto Comune”, con la precisazione che eventuali procedure di acquisizione potranno avere tempistiche diverse in relazione alle disponibilità di Bilancio di questa Azienda.
7 – Il 4 aprile 2011 è la volta del Comune che scrive alla Fondazione Conservatorio e dice: “… per confermare l’interesse di questa Amministrazione relativamente ad una porzione dell’immobile in oggetto, che potrebbe essere utilizzata per finalità istituzionali”; ma aggiunge: “… anticipando peraltro che, ad oggi, il Comune non dispone delle risorse necessarie per un eventuale acquisto e ristrutturazione”.
8 – Nel 2012 la Fondazione sollecita nuovamente l’Usl che risponde il 26.04.2012: “…al momento, questa Azienda è costretta a sospendere qualsiasi trattativa in merito all’eventuale acquisto di parte dei locali di proprietà di codesta Fondazione”.
9 – Il 3 maggio 2012 il quotidiano La Nazione riferendo della visita del Presidente della Regione Enrico Rossi, scrive le affermazioni del Presidente: “… vi dovrà rimanere la chirurgia elettiva”, naturalmente a San Marcello, ed inoltre esprime disponibilità della Regione nei confronti dell’acquisto, da parte dell’Azienda Sanitaria Asl3, di una porzione dell’ex Conservatorio di Santa Caterina.
10 – Il 9 maggio 2013 dimissioni di tutti i componenti la Fondazione Conservatorio di Santa Caterina. È per tutti noi svanito il sogno di recuperare un immobile che poteva essere il vanto di San Marcello. Per il sottoscritto, per la Prof. Fratoni, 13 anni spesi inutilmente, ma inutilmente spesi anche per tutti coloro che si sono susseguiti alla guida del Conservatorio.
Questi sono fatti. Non si vede la ragione per la quale autorevoli esponenti Asl cerchino in ogni modo di far ricadere la colpa della chiusura della mensa sulla Fondazione Conservatorio, come fatto credere nelle recenti assemblee. Inoltre nelle stesse assemblee hanno fatto capire che non sanno dove e come trovare la Fondazione. Mi chiedo forse sono stati colpiti da vuoto di memoria, considerato che col sottoscritto e con altri componenti della Fondazione hanno avuto incontri e scambio di corrispondenza a non finire?
In ultimo, con 23 euro il mese pagati per l’affitto in pieno centro di San Marcello per più locali, “una vera vergogna” come ebbe a dire l’ex Tesoriere Salemi, cosa volevano fosse messo a loro disposizione? Se invece ci fossero state, da parte della classe dirigente, peraltro ben retribuita (a differenza di chi come noi fa opera di volontariato), decisioni più tempestive e meno chiacchiere, le cose sarebbero andate così?
Ho l’impressione che il Conservatorio oggi rischi di essere il simbolo del degrado della nostra Montagna. Abbiano, questi signori, il coraggio di sostenere le proprie decisioni senza cercare inutili alibi.
Sauro Romagnani
Presidente dimissionario
ITE, MISSA EST
PER SPIEGARE questo ulteriore – come direbbe Fo – “mistero buffo”, bastano poche parole: anzi, poche cifre. Parlo – se non sbaglio – di 9 milioni. Quali? Quelli che servono, ogni anno, a pagare i compensi ai dirigenti dell’Asl 3.
Credo di averlo scritto – ma non ricordo più quando – su Quarrata/news a suo tempo. E vorrei ricordare che 9 milioni all’anno rispondono, più o meno, a 18 miliardi delle vecchie lire. 9 milioni sembrano pochi, 18 miliardi sembrano una bestemmia a Dio.
9 milioni giustificano un affitto di 23 € al mese: quindi Sauro Romagnani si metta l’animo in pace, ha riscosso un affitto… a equo canone. Allo stesso modo gli abitanti della Montagna hanno avuto anche più del dovuto, in lire; e se ora l’ospedale va in smantellamento… prima o poi doveva succedere – costava troppo.
Un po’, però, sta anche bene a chi, inneggiando alla Toscana Felice della grande sanità di punta, ha votato questi politici filopopolari e filantropi che della Sanità hanno fatto una nuova entità: un vero e proprio esercito di Masaniello composto di generali e con due o tre soldati soltanto.
Per forza i soldi mancano! Perché se si danno a Romagnani e al Conservatorio, chi li paga tutti i generali borbonici dell’avanzatissima punta di diamante della Sanità di Rossi che deve far ripagare a San Marcello – come ebbe a dire Venturi – anche una bella spalmata delle ruberie e dei ladroneggi di Massa?
Dunque, calmi, per favore. Non c’è nessun errore, compagni. È tutto a posto. A postissimo!
Edoardo Bianchini