PISTOIA. Ha regolarmente presentato la domanda per l’insegnamento, come libero professionista, di percussioni etniche dei corsi ordinari della scuola di musica Mabellini, ma il giudizio finale, a firma del monsignor Umberto Pineschi prima e del Presidente dell’Atp dopo, Rodolfo Sacchettini, è stato di inidoneità.
E lui, Carlo Martinelli, il bocciato, Presidente dell’associazione Terredaria, convinto che si sia trattato dell’ennesimo oltraggio (con la Mabellini, la sua Associazione è in guerra da tempo), ha deciso di fare un esposto alla Procura della Repubblica di Pistoia, affinché sia fatta luce su questo accadimento che si inserisce nell’ambito di una vicenda personale e, dopo gli opportuni accertamenti, venga valutata la sussistenza di eventuali profili di penale rilevanza di specifici fatti dedotti.
In realtà, la questione, è molto più semplice, ma non per questo di più facile risoluzione. L’Associazione Terredaria infatti ha la propria sede legale e musicale al piano terra della Villa di Scornio, esattamente sotto la scuola di musica Mabellini. Il conflitto, tra le due entità musicali, stride da sempre, soprattutto in virtù di due concezioni diametralmente opposte della musica e dei musicisti.
Nello specifico, la guerra fredda tra la Mabellini e Terredaria si è materializzata stavolta nella supposta carenza che Carlo Martinelli avrebbe sofferto in relazione a quanto richiesto dal bando circa il possesso di almeno un titolo di studio che garantisca il possesso di quella adeguata conoscenza della teoria musicale e del solfeggio che, data l’impostazione didattica della Mabellini, ritengo assolutamente indispensabile per ogni docente, senza eccezioni.
Di titoli, Carlo Martinelli, romano, 52enne, non solo di studio, in realtà, ne ha in abbondanza: studia percussioni e composizione per cinque anni dal 1979 alla corte di Karl Potter; poi passa allo studio dei suoni africani con Mory Tyune e Mohsen Kasirossafar; contemporaneamente svolge seminari, in qualità di docente, soprattutto con bambini e disabili e svolge un’attività parallela di intervento nelle scuole di primo grado basata sulla costruzione e l’uso di strumenti realizzati con materiali poveri; partecipa ad innumerevoli programmazioni televisive e manifestazioni teatrali e culturali, così come non si contano le incisioni e senza dimenticare le collaborazioni dal vivo con personaggi di spicco del blues, della musica etnica, del pop e del rock internazionali.
Ma sono le attività didattiche, una cascata ininterrotta da circa quindici anni, il suo repertorio migliore, che sono poi la risposta o la domanda, se preferite, alla sua nuda concezione della musica: avvicinare le persone alla musica attraverso un percorso alternativo a quello tradizionale che permetta di scoprire l’essenza del suono e, meglio e soprattutto, dello stare insieme.
Su questo, sulla musica povera aperta a chiunque, sull’uso e sull’utilizzo del materiale anche di scarto per dare corpo ad uno strumento, sul percorso culturale che la musica deve effettuare soprattutto nei confronti dei bambini piccolissimi, Carlo Martinelli e la sua Associazione si scontra, frontalmente, con la didattica, diametralmente opposta, di don Pineschi e della sua Mabellini.
Il bando, che contemplava svariati corsi principali, corsi complementari o collettivi e incarichi speciali illustrava anche i requisiti generali di ammissione e quelli specifici per la valutazione, con tanto di graduatoria e punteggi allegati. Il colloquio, tra don Umberto Pineschi, Carlo Martinelli e Rossella Biagini dell’Atp, è avvenuto il 1° aprile (sarà stato uno scherzo?) alla presenza di Riccardo Ienna, in qualità di docente di batteria e Rossella Biagini, verbalizzante. Il 29 maggio scorso, la sentenza di inidoneità. Stamattina, 6 giugno, l’esposto in Procura.