lirica a pistoia. E MAZZONCINI SI COMMUOVE RICORDANDO MAGDA OLIVERO

Fabrizio Mazzoncini
Fabrizio Mazzoncini

PISTOIA. Nei locali della Banda Borgognoni sul Parterre di Piazza San Francesco, Fabrizio Mazoncini, ha tenuto una convesrsazione sulla storia della lirica a Pistoia.

Fondatore, nel 1971, dell’associazione Amici della Musica, nonché critico di opera lirica e collezionista di dischi e registrazioni, Mazzoncini ha ricostruito con alcuni aneddoti e flash le circostanze e gli uomini che nel secondo dopoguerra diedero vita ad undici anni gloriosi di stagione lirica a Pistoia.

Tutto inizia nel primo dopoguerra, quando si costituisce l’associazione “Il Gatto Nero” con finalità ludiche e ricreative. All’epoca basta organizzare carri e sfilate di carnevale, con elargizioni di cioccolatini e caramelle, per regalare un po’ di felicità alla cittadinanza. Negli anni 40 alcuni dirigenti de “Il Gatto Nero” assistono a Prato ad un’opera lirica, nella piazzetta del Cicognini.

Nasce l’idea di replicare l’occasione in Piazza del Duomo, una delle piazze più invidiate d’Italia. L’entusiasmo e la voglia di fare sono a livelli altissimi anche perché allora le città vengono vissute pienamente e tutto l’anno: non ci sono i computer e le vacanze al mare o all’estero rimangono prerogativa per pochissimi.

Così non ci si deve stupire se in piazza del Duomo, d’estate, assistono all’opera tre o cinquemila persone spettacolo. Il palco scenico viene posizionato di fronte al comune con tre gradinate: una in fronte e due di lato; in altre parole come il blues. Una proficua ed efficientissima collaborazione tra dipendenti del comune e lavoratori della Breda consente l’allestimento della struttura, rigorosamente con i tubi Innocenti.

Mazzoncini, aiutato nella gestione dei supporti multimediali dal maestro Michele Malavenda, insegnante della Banda, ha mostrato locandine d’epoca e ritagli di giornale, raccontando che «l’orologio del campanile veniva spento e solo l’ambulanza poteva disturbare le serate. L’orchestra e il coro non erano stabili come nei grandi teatri, i professionisti venivano in nero dal Maggio Musicale».

Ha poi narrato che, al di là delle “serate magiche” degli undici anni di lirica, a Pistoia non erano mancati, anche precedentemente i talenti del canto. Al Manzoni aveva cantato Licia Albanese e al Politeama Lavarini Tito Schipa, «il mio primo amore come ascolto radiofonico».

Le spiegazioni sono state intervallate dall’ascolto di registrazioni e, a margine di un’aria della Traviata cantata da Magda Olivero, Mazzoncini non ha saputo trattenere una leggera commozione, ricordando quelle notti pistoiesi «in cui non si finiva d’applaudirla».

La chiacchierata sarà riproposta in nuove occasioni, sempre alla Borgognoni ma anche alla biblioteca San Giorgio, per rendere il più possibile accessibile a tutti una disciplina artistica dal non descrivibile a parole. Mazzoncini, omaggiando l’antica filarmonica di Porta al Borgo ha precisato di esser «nato in questo ambiente, a livello di musica, grazie allo zio Rinaldo Turchi che suonava il corno in questa che è la migliore banda in assoluto di Pistoia».

[Lorenzo Cristofani]

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