IL TEMPO STRINGE e domani potremmo non poter più dire ciò che adesso “possiamo”. Probabilmente da domani il nostro compagnuccio della parrocchietta salirà, con un cerimoniale degno del Papa-Re, sullo scranno più alto di questa disastrata repubblica e poiché siamo veramente in democrazia, sarà vietato parlare male di lui, anzi, mettiamoci per l’avanti e scriviamo Lui.
Lui è Sergio Mattarella, nato a Palermo e quindi nel territorio dell’Italia unita, figlio di Bernardo, vecchio trombone Dc e più volte ministro e fratello di Piersanti, Presidente della Regione Sicilia, ucciso, dicono, dalla mafia nel 1980. Già, perché nel 1980 la mafia a Palermo già c’era, prima di transumare nel resto d’Italia.
I giornali ci riferiscono che l’uomo è serioso e taciturno e quindi qualcun altro avrà pensato ed operato per lui per farlo diventare membro del Parlamento dal 1983 al 2008; poi, poiché è una persona seria l’hanno nominato giudice costituzionale con voto parlamentare.
Poiché l’Uomo (mettiamoci per l’avanti) chiacchiera poco, stando quasi muto, è divenuto padre senza volerlo del Ppi, Partito Popolare Italiano, poi padre della Margherita e infine fondatore dell’Ulivo.
Parlerà anche poco, ma qualcosa avrà pur detto per partorire simili acefali!
Devo andare di fretta perché non vorrei che alla terza votazione per l’elezione del successore di Re Giorgio rimanessi fregato e dovessi mai incorrere nel reato di vilipendio al Capo dello Stato, cosa che la “Carta più bella del mondo” contempla.
Una considerazione, però, posso farla e cioè che mentre il Pd sta piano piano ma inesorabilmente espellendo dal suo seno, in senso fisico ma non comportamentale, le vecchie cariatidi del Pci, la vecchia Dc sta serenamente rioccupando tutti i luoghi del potere.
E lo sta facendo attraverso il suo cavallo di Troia che si chiama Matteo il Bomba-Renzi con una spudoratezza che non ha limiti né confini. Con i suoi vecchi metodi che sono quelli dei fedifraghi (vero, Berlusca?) e delle coltellate alla schiena inflitte con il sorriso sulle labbra.
Guardate Pistoia e l’unico comunista di un certo rilievo, costretto a emigrare in Piemonte ad annusare Mirafiori e le vecchie battaglie operaie, mentre in Pistoia, al pari di una baldracca invecchiatA, la povera Breda, un tempo fiore all’occhiello del Pci e nutrice (il Pci pistoiese) di tanti lavoratori vagabondelli che divenivano puntualmente Sindaco, Assessore, deputati e senatori, sta battendo il marciapiede in attesa di un compratore…
Qui la terminiamo perché le votazioni del terzo scrutinio potrebbero riservare la sorpresa di un Mattarella eletto anzitempo. Dunque siamo ancora nel tempo garantito e noi ne approfittiamo. Sono le 16:20, per l’esattezza.
Facciamo solo in tempo a finire dicendo che l’Italia non è più la Patria di Santi, Poeti, Eroi e Trasvolatori ma è solamente la patria della mafia? Qualcuno osa contraddire?