
MONSUMMANO. Ira come confronto ma anche scontro tra entità, persone, culture, generazioni e pensieri diversi.
Ira come accumulo di sensazioni che crescono dentro fino ad esplodere in una lotta con qualcuno, qualcosa, se stessi, forse nessuno.
La famosa “Ira” presente nell’Iliade omerica ha funto da mero punto di partenza cui aggiungere, mescolare, intrecciare e sovrapporre le impressioni, le opinioni, le critiche e le suggestioni che il gruppo ha saputo trovare, condividere, produrre.
L’argomento è stato infatti trattato, studiato, analizzato e discusso con i partecipanti, cercando un loro coinvolgimento emotivo ed una loro fattiva partecipazione alla stesura del copione.
Ma perché l’Iliade è tanto importante? Perché la si racconta, studia, tramanda da quasi 3mila anni?
Perché in tale opera sono tutti arrabbiati, uomini e dèi, e le loro motivazioni risultano le stesse per cui ci infuriamo noi ogni giorno, ecco perché.
Perché forse, riflettendo su perché ci adiriamo e su come esprimiamo tale rabbia, riusciremo a discernere tra un’Ira motivata, necessaria, giusta, ed una immotivata, gratuita, che rovina prima per pentirsene poi.
Un’ira inutile, folle, funesta (appunto), che crea solo altra guerra, anche se, forse, un rimedio alla guerra esiste…
Dean David Rosselli
Regista e responsabile del progetto