little italy. «PANNELLA? SI RIVOLTA NELLA TOMBA»

Marco Pannella
Marco Pannella

DI MARCO PANNELLA hanno scritto persone che lo hanno conosciuto, che hanno avuto questa possibilità durante la loro vita. Io non ce l’ho avuta, eccezion fatta per un incontro casuale a Roma nei pressi della Fontana di Trevi, dove mi trovai quel gigante di Pannella davanti e, non riuscendo a trattenere lo stupore, sorrisi e gli parlai.

Si può scrivere di Pannella pur non avendolo conosciuto? Credo di sì. Anzi, sicuramente sì.

I politici ingrassano (in tutti i sensi), si nascondono in quella fortezza chiamata Parlamento dove dirigono un Paese, dove si insultano, si prendono a botte e organizzano quei giochi di palazzo che hanno portato milioni di italiani a votare il partito che odia i partiti, figlio d’un altro personaggio da poco defunto.

Il bello di Pannella era che, nonostante fosse stato anch’egli seduto su quelle poltrone rosse, appariva decisamente fuori dagli schemi. Pannella lo incontravi alla Fontana di Trevi, o in taxi con testa e mani fuori dal finestrino per salutare e guardare tutti. Lo incrociavi, sorridevi, e capivi che di quell’omone che faceva politica potevi fidarti cecamente.

Le sue posizioni, le sue idee, le sue battaglie erano sbagliate? Erano giuste solo in parte? Ma a chi importa qualcosa dell’esser d’accordo o in disaccordo con lui quando lo vedevi fare scioperi della fame che avrebbero messo in ginocchio anche un toro?

Una protesta di Pannella
Una protesta di Pannella

Quando ti rendevi conto della generosità che spingeva Pannella a sacrificare la propria salute per ideali che riteneva fondamentali, comprendevi quanto la politica di oggi, quella maggioritaria, fosse pallosa e irritante. Soprattutto irritante.

Ha vinto delle battaglie importanti, Pannella? Nessuno lo sa, perché se chiedi a giro cosa la gente pensi del problema del sovraffollamento delle carceri (una delle fissazioni di Pannella) ti rispondono che non frega niente a nessuno dei carcerati: il popolo ha fame. Ben venga, quindi, Renzi che governa con Verdini, che dà gli ottanta euro e forse il reddito di cittadinanza.

Ma siamo stati noi italiani a volere la politica che oggi ci fa schifo, estromettendo quella che invece ci avrebbe appassionato, come quella di Pannella. Fiumi di inchiostro per elogiarlo, ma i direttori di giornale vengono spostati da una testata all’altra per favorire il governo e i conduttori di talk show scomodi messi gentilmente da parte. La politica dell’inganno e arruffona prosegue, mentre Pannella già si rivolta nella tomba.

Cerchiamo di essere decenti almeno in questo caso: evitiamo di leccare il culo a un defunto!

[Lorenzo Zuppini]

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