di ROBERTO BARBIERI
LIVORNO. Nonostante la tanto agognata gara dei bacini, abbia visto contrapposti due soli soggetti, molte comparse e qualche prima donna, laconicamente in cerca di essere vista, l’Autorità di Sistema portuale (AdSP) ha dato, nei giorni scorsi, punteggi ai due contendenti ma inspiegabilmente non ha dato lettura della richiesta di esclusione.
Poco prima di Natale, il segretario dell’Autorità Massimo Provinciali, ha fatto due provvedimenti (numero 94 e 95) dove viene rilasciata una sanatoria retroattiva al primo gennaio 2019 per l’occupazione dell’avanporto e della banchina 76, sanando anche gli impianti, nonostante che il 18 aprile scorso, l’Autorità stessa avesse scritto ad Azimut Benetti, documento prot. 13.087 : “…non risulta possibile il rilascio dell’occupazione temporanea in oggetto di aree che codesta Società Azimut Benetti ha posto in essere e continua ad esercitare concretamente pur in presenza anche di accertamento degli organi di Polizia Giudiziaria, come da nota della Capitaneria di Porto di Livorno del 28 marzo 2019”.
Questi sono atti che, essendo retroattivi, vanno a sanare la posizione illegittima di Azimut Benetti e quindi a indebolire la posizione dell’altro contendente alla gara, la Jobson Italia.
Si è creato quindi un turbamento dell’asta stessa. Nonostante questo fatto, l’Autorità di Sistema nella veste del suo segretario Provinciali, in pochi giorni ha emesso un altro provvedimento: la concessione provvisoria della darsena Morosini.
La Jobson, che era interessata all’area sin dal giugno scorso e si era opposta a qualsiasi concessione senza una gara pubblica, tanto più che Azimut Benetti aveva la concessione scaduta da 5 anni e, inspiegabilmente, continuava a gestire e occupare la darsena Morosini. Tutto questo in barba alle più elementari leggi sullo svolgimento di gara pubblica.
A causa delle tante irregolarità nello svolgimento del bando di gara, la Jobson ha depositato un memoriale, che chiedeva l’esclusione di Azimut Benetti dalla gara, in base a situazioni documentate come l’occupazione dell’avamporto e le opere abusive alla banchina 76.
Questo documento di esclusione è stato depositato il 14 novembre 2019, prima che venissero pubblicati i punteggi per le offerte tecniche.
La situazione è a dir poco grottesca, in quanto non si capisce il motivo di voler cercare a tutti i costi di far vincere la gara forzatamente a un soggetto, che a oggi ha collezionato una serie di inadempienze che magicamente, con documenti retroattivi, verrebbero sanate.
La danza non si ferma e nei prossimi giorni vi saranno ulteriori sviluppi, sui quali vi aggiorneremo.
La città di Livorno, chiede a gran voce il lavoro che potrebbe derivare dall’arrivo delle navi da crociera, navi di linea e mercantili in riparazione. Già diverse compagnie di navigazione si erano fatte vive con le loro unità, ma non sapendo dove farle attraccare e non avendo più un bacino operativo (a Livorno vi era il bacino per riparazioni più grande del Mediterraneo), le navi in riparazione entravano in porti come Piombino, Spezia, Genova e Napoli, lasciando che Livorno si impoverisse sempre più e la sua vocazione di cantiere navale venisse a mancare.
Potrebbero coesistere ambedue i soggetti, sia Azimut Benetti che Jobson, la prima per costruzioni e riparazioni di yacht, la seconda per riparazioni di navi da crociera, passeggeri, cargo etc.
Insieme darebbero lavoro al 100% della popolazione di Livorno e non solo, poiché sappiamo bene che l’indotto sviluppa un fatturato enorme.
Roberto Barbieri
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