lo spazio. LA CINEMATOGRAFIA DI GEOVA E ALTRE NOVELLE

L’invito

PISTOIA. L’ultimo appuntamento letterario del 2017 de Lo Spazio di via dell’ospizio,  oggi giovedì 21 dicembre alle ore 17.30, affidato per il terzo anno consecutivo ad Andrea Pellegrini e alla sua lodevole opera di recupero di figure dimenticate della nostra letteratura. Quest’anno il protagonista sarà Mario Mariani.

Per alcuni, come Giuseppe Prezzolini, lo scrittore Mario Mariani fu soltanto un “falso riformatore sociale che accompagnava di qualche lacrimetta sentimentale o di proteste umanitarie i suoi racconti solleticanti e pruriginosi, e che scuoteva in aria catene spezzate da tempo, con aria di liberatore”.

Altri più indulgenti, come Girolamo Lazzeri, compresero presto che questo immorale autore non scrisse mai novella né romanzo “senza l’intenzione chiara e precisa di dimostrare una propria verità”, e che pertanto le trame delle sue favole anche più triviali non furono mai un fine ma sempre e soltanto un mezzo.

Per lo studioso Mario Isnenghi, quella di Mariani fu una letteratura tesa meramente a tradurre su livelli diversi l’erotismo e il superomismo dannunziano, con una “esplicita intenzionalità politica ribellistica e protestataria, portando il superuomo in piazza contro il blocco delle oligarchie”.

E fra i pochissimi interpreti recenti e più benevoli, Enrico Tiozzo ne ha suggerito invece la sorprendente lungimiranza morale, indicando, nel tempo degli anni Sessanta del Novecento, un quadro socio-culturale ben consono al suo messaggio rivoluzionario di mezzo secolo prima.

La copertina del libro “Le adolescenti”

La critica lo confinò fin dall’inizio in una pornografia corriva e di dannunzianesimo minore, e lo scrittore Mario Mariani, nato a Solarolo, in Romagna, nel 1884, visse la maggior parte della sua vita a Milano, dove non si preoccupò mai troppo di tali disprezzi e dove lavorò a «Il Messaggero», fondando anche una propria rivista, «Novella», allora letteraria, e ancora oggi esistente con il nome di «Novella 2000».

Ma chi era costui? Novelliere pornografo, romanziere sociologo, amorale flâneur o pensatore in anticipo? Ondivaga, già ai suoi tempi, un’etichetta perentoria possibile, quando più che fantasma Mario Mariani prese ad aggirarsi fra le periferie di ogni canone, pur vendendo 60mila copie a ogni uscita e creando opere di incredibile acutezza intellettuale.

Questo Nabokov italiano primo novecentesco — come qualcuno lo ha definito, aggregandolo indiscriminatamente a scrittori compiacenti quali Zuccoli, Pitigrilli o come il suo amico Guido da Verona —, Mario Mariani è stato un pensatore libero, un grande sapiente di filosofia e soprattutto un antifascista incondizionato (costretto, per questo, all’esilio e alla fuga all’estero nei tempi più difficili della nostra Storia).

Morto a San Paolo del Brasile nel 1951, è stato presto dimenticato e disimparato poi fino all’abbattimento. Ci ha lasciato più di 25 opere, fra romanzi, novelle e saggi. Capolavori che oggi, forse, richiedono finalmente una luce. Fra questi, non possono essere dimenticati La casa dell’uomo (1915), Il ritorno di Machiavelli (1916), Sott’ la naja (1917), Le adolescenti (1920), Le meditazioni di un pazzo (1922), Saette ne l’abisso (1924), L’equilibrio degli egoismi (1924).

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