l’occhio sulla città. GERI A TUTTO CAMPO. 2/2

Effetto Pd
Effetto Pd

PISTOIA. Ecco la seconda parte della conversazione con Fabrizio Geri, coportavoce dei Verdi pistoiesi.

Mi scuseranno gli amici democratici se ogni volta li chiamo in ballo, ma il Pd ha Comune, Provincia, Regione Governo e sottobosco, difficile negare le responsabilità.

Dalla Comunità Montana al Monte dei Paschi fino alla vicenda dei cinesi di Sesto, una storia di illegalità, evasione e lavoro nero, per anni e anni tollerato e mantenuto, alla faccia della retorica sul lavoro sempre sbandierata e di chi paga le tasse!

Per non parlare dell’asservimento alle banche e del fatto che tutti i boiardi e burocrati che dovevano controllare (in Consob e Bankitalia) sono rimasti al proprio posto pur avendo fatto più danno della grandine.

È chiaro che si tratta della ricompensa per gli acquisti di bot e per gli aiuti al governo (delle larghe intese del malaffare, vedi P. Davigo), che, nel contesto del capitalismo assistito spesso senza concorrenza, ha usato il debito pubblico per comprare il consenso, a suon di grandi opere inutili.

Quando si dice conflitto d’interessi
Quando si dice conflitto d’interessi

De Benedetti è un caso esemplare di quelle grandi aziende sostenute dal sistema banche-politica cui faccio riferimento, ugualmente fallite e responsabili delle famose sofferenze bancarie.

Venendo più a livello locale, di fatto oggi non esistono dei veri e propri luoghi deputati ad affrontare le questioni: da noi vanno di moda i cenacoli e le miriadi di associazioni, tutte ovviamente di stampo Pd, che giocano a fare politica o a parlare di temi locali, quando tutto è strumentale alla conta interna.

Dalla storica Palomar all’ultima nata, Democraticamente, fino alla galassia renzista (adesso… basta!, per favore): ce n’è pure una che si richiama comicamente al verde, come se per occuparsi seriamente di un tema bastasse il bollino.

Giardino all’italiana del Villon Puccini
Giardino all’italiana del Villon Puccini

Poi il problema di Pistoia, come ripeto da tempo, è che manca un tessuto rappresentativo di quelle che dovrebbero essere le categorie produttive e dinamiche.

I commercianti sono inaffidabili e incapaci di sostenere i loro stessi interessi: per anni hanno abbaiato contro le bancarelle del Blues, ora non ci sono più e ne piangono l’assenza.

Quelli del centro, con le loro sigle, non sanno davvero fare il loro mestiere, lo dico a ragion veduta (In Italia è più facile fare politica (magari nel Pd) che impresa): rimasero zitti e muti quando importanti funzioni, dall’ospedale all’agenzia delle entrate, venivano spostati in periferia.

Zitti pure quando si cementificava per costruire nuovi centri commerciali che avrebbero svuotato la città. Io lo denunciai e oggi, purtroppo, mi viene detto che avevo ragione.

Orti del Vescovado, Via Zamenhof
Orti del vescovado, via Zamenhof

Rappresentanti di categorie che non hanno spesso né arte né parte, che partecipano a incontri istituzionali senza idee e senza un’adeguata conoscenza dell’oggetto della discussione.

Parallelamente la politica deve produrre risultati concreti e qui non lo fa: da Vannino Chiti a Samuele Bertinelli vogliono tutti volare alto, sono filosofi si vede, ma non riescono a quagliare quasi mai.

Samuele, che pure ha in tasca le chiavi del secondo mandato, si è dimostrato inconcludente su tanti punti. Possibile che a Bologna e Modena ci siano gli orti urbani, sociali, per anziani, per persone in difficoltà e qui ancora nulla?

La raccolta dell’olio fritto? La fanno in Valdinievole e addirittura a Montagnana; basta la volontà. Non si può solo parlare di ambiente e sostenibilità, bisogna dimostrare con risultati questi orientamenti.

Anche perché se non iniziamo noi, aumentando raccolta differenziata di qualità e quindi riciclo, a ridurre l’indifferenziato che finisce in discarica o all’inceneritore, gli amici di Montale hanno voglia a chiedere la tutela della salute…

Contenitore per il recupero dell'olio alimentare (che Pistoia ignora)
Contenitore per il recupero dell’olio alimentare (che Pistoia ignora)

Sul fronte delle energie rinnovabili vedo in Samuele un certo atteggiamento renziano, cioè antindustriale e antisviluppista nel senso deteriore del termine, di ostilità nei confronti del fotovoltaico e delle innovazioni.

Bisogna pretendere che gli uffici comunali abbiano l’input di favorire i pannelli sui tetti, anche perché le cementificazioni che deturpano il paesaggio vengono sempre concesse, come antenne e ripetitori nelle campagne non toccabili per il comune cittadino. Basta con questa idiozia!

Paradossalmente un simpatico ragazzo di Collodi, del Pd, consigliere regionale, si vantava proprio della facilità con cui si toglie il vincolo paesaggistico nei paraggi dell’autostrada (ved: Vicolo paesaggistico lungo l’autostrada Firenze-mare – n.d.r.), per facilitare la terza corsia (ulteriore cazzata)…

Infine come si sono trovati i soldi per il giardino al Fabroni non vedo perché non trovarli per il giardino all’italiana del Villon Puccini e per il Villone stesso. Come Verdi abbiamo raccolto firme da un paio d’anni e non molleremo certo ora.

Aspetto piuttosto che si sviluppi il dibattito sulla Capitale della Cultura 2017, magari fosse l’occasione per rigirare con delle idee nuove questa bella e addormentata città.

Fabrizio Geri
Ospite

Vedi anche: L’occhio sulla città. Geri a tutto campo 1/2

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2 thoughts on “l’occhio sulla città. GERI A TUTTO CAMPO. 2/2

  1. Buona sera Geri…ma Lei parla di quel Samuele, che ha inaugurato un giardino pseudo volante da un milione di euro, non fruibile dai disabili motori? Parla del tizio che non ritiene mai di dover rispondere a mail circostanziate su problemi precisi? Quello là? D’altro canto ha ragione, Chiti e Bertinelli, due visioni in campo…infatti…peccato che a furia di visioni, la politica italiana è ormai qualcosa di metafisico. Quando ci capita un pragmatico avvertitemi che lo voto.
    Massimo Scalas

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