PISTOIA. La gestione del servizio idrico è lo specchio di come chi ci ha amministrato e pretende di continua a farlo non agisce nel nostro interesse ma in quello delle lobbie economiche, non rispettando la volontà popolare espressa con il referendum del 2011 e creando le condizioni per rendere l’acqua uno strumento per il profitto di pochi a danno dei molti. Il diritto all’acqua pubblica è uno dei punti focali della proposta programmatica di Ginevra Lombardi.
“L’acqua rende quanto il petrolio: quasi il 50% di ciò che paghiamo in bolletta costituisce guadagno e arricchisce le tasche del gestore, con incrementi della bolletta pari al 75%, utili che crescono del 857%, investimenti che calano quasi del 30%. Nonostante si paghi la bolletta più cara d’Italia il gestore, grazie ad un regolamento votato dai nostri sindaci, pretende che ogni utente paghi di tasca propria ogni allaccio alla rete idrica o fognaria.
Una volta realizzato l’allaccio il tubo diventa di proprietà di Publiacqua che lo fa ripagare in bolletta a tutti gli utenti. Publiacqua riscuote due volte ogni allaccio. Questo è allucinante. Riprendiamoci ciò che è nostro – le parole della candidata – il servizio idrico deve essere ripubblicizzato: dobbiamo cambiare il modo con cui si amministra e noi intendiamo farlo con la città. Difendere i beni comuni l’acqua, la sanità, il trasporto pubblico è un dovere “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla.” Martin Luther King”. Nel rispetto del referendum del 2011, intendiamo intraprendere un percorso per ripubblicizzare il servizio idrico attraverso:
- Introduzione nello statuto del Comune di Pistoia del principio che l’acqua è un bene comune e diritto umano inalienabile e che il servizio idrico deve essere un servizio di interesse generale, privo di rilevanza economica, da gestire attraverso soggetti di diritto pubblico.
- Istituzione della Consulta dell’Acqua Pubblica dove tutti gli abitanti di Pistoia, devono poter partecipare democraticamente all’attuazione di una politica dell’acqua socialmente, economicamente e ambientalmente sostenibile, con la massima la trasparenza ad ogni livello in coerenza con i seguenti principi:
– L’acqua deve essere accessibile economicamente a tutti i pistoiesi i quali hanno diritto di avere un’acqua di ottima qualità a prezzi e condizioni socialmente accettabili.
– La gestione dell’acqua deve essere orientata al bene comune. Ciò esclude un approccio orientato al profitto. Gli utili derivanti dalle tariffe devono essere destinati unicamente a garantire l’erogazione sostenibile di acqua potabile e ad un sistema idrico potabile, fognario e di depurazione di alta qualità, è indissolubilmente legato alla tutela della natura e delle nostre risorse naturali.
– Le acque di superficie di Pistoia devono essere gestite in maggiore armonia con la natura per quanto riguarda la sistemazione paesaggistica delle rive e la coerenza con l’ambiente. La pianificazione degli specchi d’acqua da parte del Gestore non dovrà avere un impatto negativo sull’ambiente. L’attuazione per la ripublicizzazione dell’acqua sarà effettuata con un’azienda speciale consortile che comprenderà anche gli altri comuni limitrofi”.
[pistoia cambia – pistoia in movimento]
Buon giorno, come sapete mi occupo di economia e mercati, sono un bieco speculatore. Nonostante questo, penso che esistono degli ambiti dove profitto e speculazione, termini orribili per certa gente che pensa che i soldi piovano dal cielo e che tutti debbano percepire un reddito senza lavorare, siano un peccato mortale che grida vendetta da parte degli Dei dell’Olimpo. Uno si chiama acqua e l’altro sanità. Lasciamo da parte i medici che a me personalmente, quando chiedono duecento, trecento euro e spesso anche di più, a gente disperata che sta lottando contro un cancro per salvarsi la vita mi fanno vomitare (e spesso lo fanno utilizzando privatamente strutture pubbliche). Parliamo di acqua. La signora Lombardi ha ragione da vendere, anche se la questione non è la gestione pubblica o privata dell’acqua che resta comunque un bene pubblico. La questione è come si fanno le leggi e le convenzioni. In questo caso malissimo: tutto è stato fatto per permettere agli azionisti di portare i prezzi alle stelle con aumenti annuali ingiustificati e ben superiori all’inflazione, roba che dai rubinetti dovrebbe uscire acqua minerale Perrier e non accade. Roba che tutte le case della Toscana dovrebbero oggi essere allacciate ad un depuratore e invece, fenomeno interessante e illuminante è tutto un proliferare di aziende di spurghi e vuotature pozzi neri. Faccio a tale proposito notare che siamo, come nazione, ampiamente fuori legge in merito alle direttive europee che ci obbligano già da anni (nel 2013 scadeva l’ultima ennesima proroga e nel 2016 abbiamo ricevuto una multa da 62 milioni di euro e pare che sia in arrivo un’altra stangata da 350.000 euro al giorno se non ottemperiamo…) a trattare in impianti di depurazione tutti i reflui domestici e non. Tutto questo per permettere agli azionisti di portare a casa altri quattrini che i cittdini potrebbero più utilmente per l’economia, spendere sul territorio. Ricordo infine, che Pubbliacqua è in mano per il 60% ai comuni, dove quello di Firenze fa la parte del leone con il 21.67% della società (http://www.publiacqua.it/node/1). Questo ad ennesima dimostrazione che la questione non è la natura societaria di Pubbliacqua, ma la sua gestione, dove chiaramente si abusa di un monopolio per portare nelle casse dei comuni, oltre che dei soci privati, tanti bei soldini che non si giustificano con la qualità del servizio.
Massimo Scalas