L’ON. BINI SUL CASO-FORTETO: «LE RAGIONI DEL NO A UNA MOZIONE STRUMENTALE»

Rodolfo Fiesoli
Rodolfo Fiesoli

PISTOIA. [a.b.] Il ‘no’ del Pd alla Camera contro il commissariamento della cooperativa Il Forteto – è stata bocciata nei giorni scorsi in aula una mozione che univa gli intenti di Fi, M5S, Fdi e Lega – ha destato alcune reazioni anche nel territorio pistoiese.

A intervenire pubblicamente sulla questione della comunità a cui il tribunale dei Minori di Firenze ha affidato per decenni minori provenienti da famiglie disagiate e di cui il tribunale ha condannato il 17 giugno scorso il fondatore Rodolfo Fiesoli (a 17 anni e mezzo) e i suoi collaboratori per maltrattamenti (Fiesoli anche per abusi sessuali), è stato Rossano Ciottoli, direttore della associazione Il Pozzo di Giacobbe di Quarrata, che in un post su facebook ha chiamato in causa gli onorevoli pistoiesi Caterina Bini e Edoardo Fanucci.

Nel post di ieri pomeriggio, 11 luglio, Ciottoli domandava pubblicamente di conoscere “la motivazione al voto contrario” espresso sulla mozione che chiedeva il commissariamento della comunità “anche alla luce della condanna per abusi sessuali e violenza sui minori che ha colpito i vertici della struttura”.

Rossano Ciottoli
Rossano Ciottoli

L’onorevole Caterina Bini ha così risposto:

Leggo legittime richieste di chiarimenti, ma anche alcuni attacchi molto duri e spesso strumentali, rispetto alla votazione di una mozione sulla Cooperativa il Forteto in Parlamento.

Prima di tutto c’è da fare una distinzione, netta per quanto mi riguarda, fra quello che è il ruolo della Magistratura e quello della Politica. A ognuno il proprio campo, com’è giusto che sia e come anche la nostra Costituzione prevede.

Per quanto mi riguarda le condanne spettano alla Magistratura ma, siccome da sempre sono, non solo attenta, ma particolarmente sensibile nei confronti delle persone fragili e deboli tra cui anziani, bambini, diversamente abili, personalmente sono per la massima durezza, senza esitazioni e senza sconti, verso chi ha commesso atti come quelli del Forteto.

Credo e spero che nessuno voglia coprire gli atti di violenza sessuale, pedofilia, maltrattamenti avvenuti nella comunità. Certamente non io.

Caterina Bini
L’On .Caterina Bini

E non abbiamo votato quella mozione proprio perché strumentale, dal momento che descriveva il sistema delle cooperative (ed in particolare quella del Forteto) come un sistema che ha goduto di coperture politiche, lasciando intendere perfino che si sarebbero coperti anche gli abusi che in quelle mura sono avvenuti.

 Le questioni poi sono sempre molto più complesse di uno slogan e gli aspetti da chiarire sono ancora molti. Sono stati condannati i vertici di una cooperativa che, oltre ad attività sociale, svolge anche attività agricola, con decine e decine di dipendenti, che nulla hanno a che vedere con gli abusi. Come vogliamo gestire questa situazione? E perché invece si sono continuati ad affidare bambini a questa realtà, nonostante quello che stava avvenendo?

 Queste le ragioni di un no ad una mozione strumentale. C’è poi una mozione che abbiamo approvato, che condanna fermamente quanto avvenuto ma che prova anche a non fare demagogia, strumentalizzando una delle storie più brutte della Toscana.

Scarica il testo da qui.

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2 thoughts on “L’ON. BINI SUL CASO-FORTETO: «LE RAGIONI DEL NO A UNA MOZIONE STRUMENTALE»

  1. Grazie Caterina per la tua risposta, che chiunque può leggere nel link condiviso. La mia richiesta nasceva anche dalla lettura attenta della mozione che hai portato a sostegno delle tue motivazioni. Proprio in essa non ho trovato altro che un generico richiamo-invito ad intraprendere le opportune misure, enunciazione troppo vaga rispetto all’attenzione che il caso (e altri innumerevoli casi analoghi sparsi per il paese) richiederebbe. Sacrosanto che sia la magistratura a comminare le pene e ad emettere le condanne che la legge consente e prevede. Sacrosanto l’approfondimento delle complessità che compongono la vicenda e che ne segnano i tempi, le relazioni, la storia…
    Al netto di questo, permettimi di essere quello che sono: una persona semplice; e da persona semplice mi aspetto una cosa semplice, semplicissima: che la politica si esprima con atti concreti e coerenti rispetto alla condanna verbale e all’enunciazione dei valori che promuove e dichiara come proprio fondamento. Ed il commissariamento è a mio avviso un atto concreto, chiaro, inappellabile e ineccepibile di coerenza.
    Mi sorge una semplice domanda: se la mozione che si è respinto era ritenuta “strumentale” così come le motivazioni da cui è nata, perché non promuoverne una del PD che potesse partire da un’analisi di contesto differente e più appropriata, magari più veritiera, e portasse poi allo stesso risultato? Da persona semplice mi viene da pensare che possa non esserci nessun interesse al commissariamento, che sia mancata la volontà di procedere in questo senso.
    Vedi Caterina, quelle che tu richiami come categorie di fragilità verso le quali provi una sensibilità particolare (e so conoscendoti che effettivamente è così) per me sono una scelta di vita ed una missione che va oltre la mia stessa vita. Forse è il portato di emozioni che vivo ogni giorno con i più fragili che mi rende oltremodo sensibile e radicale quando si tratta di violenze, abusi, sopraffazioni…
    Radicalità che mi porta a farmi alcune semplici domande. Perché questa parsimonia e questo equilibrismo nel trattare un caso di questo genere? Perché da voi che siete tra i più alti rappresentanti di questo paese?
    Leggere le vostre parole, ascoltare le vostre prese di posizione, è stato come guardare un leone che cerca di ruggire senza trovare la voce per farlo.
    E mentre c’è tanta attenzione, in parte legittima e indiscutibile, per la tutela di tutti i lavoratori della realtà al centro dello scandalo, allo stesso tempo mi chiedo: quanti di loro sapevano? Quanti di loro hanno taciuto? Quanti hanno preferito il silenzio alla denuncia? Quanti sono davvero degni di lavorare in un sistema di tutele sociali che prima di tutto si basa sull’attenzione, sulla cura, sul coraggio di scegliere una direzione “ostinata e contraria” rispetto ad una corrente che porta con sé abuso, illegalità, corruzione, deprivazione?
    Per te che sei particolarmente attenta anche ai temi della giustizia sociale, certo richiamano un mondo di immagini e di vicende queste parole: “la mafia uccide, il silenzio pure”… ed ancora: “Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti”.
    L’unico augurio che mi faccio e che vi faccio, è che tutti possiamo essere travolti nelle nostre vite dal senso profondo di quell’articolo della nostra Costituzione che ci richiama ad assolvere le nostre funzioni “con disciplina ed onore”…
    Con disciplina ed onore, Caterina.

    Un abbraccio

    Rossano Ciottoli (da fb)
    r.

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