l’oppio del popolo. «MARCIA DELLA GIUSTIZIA» O GIUSTIZIA MARCIA? ANCHE IL COMUNE DI QUARRATA ENTRA GIUSTAMENTE FRA GLI ORGANIZZATORI DELL’EVENTO

«Quanto a te, indegno sindaco Romiti di Quarrata, che sei succeduto a una Mazza-colla molto più indegna di te, se vuoi davvero la giustizia non fare la marcia: togli piuttosto il marcio che hai in casa tua…»



STA’ A VEDER CHE GABRIELE

FA LA PECE A GONFIE VELE!


Secondo la regola delle società, qui chi è il furbo…?

 

Che gli costa al Romitino entrare a far parte degli organizzatori della Marcia della Giustizia? Niente.

È un’altra presa di oppio del popolo che spargerà sulle zucche vuote dei quarratini, i quali opereranno felici e contenti – e assolutamente certi – che, grazie a uno zampante gregge di persone che attraversano la Piana, Zelensky vincerà Putin 3-0; gli ebrei lasceranno finalmente in pace i buoi e bravi palestinesi di Gaza, ai quali sarà riconosciuto il diritto di avere uno stato; Biden potrà continuare a garantire la pace nel mondo, oltre che scorreggiando, fornendo armi a destra e a manca. E D’Alema, l’amico del senatore Vannino Chiti presente al Parco Verde, il nuovo palazzo comunale di Quarrata, farà ancora affari d’oro con ogni tipo di strumento di distruzione di cui ha preso la rappresentanza aprendo un’agenzia a Tirana. E non lo invento io.

Che gli costa al Romitino entrare a far parte del cerchio magico degli organizzatori della Marcia della Giustizia? Niente.

Parlerà accalorato come lo vedete nello stralcio di Tvl, ma la sua massima produttività la tirerà, comunque, fuori durante le notti gialle che seccano i coglioni e aggrinzano le palle: ma che però hanno un aspetto di imprescindibile valore per questo sindaco eterodiretto da un Mazzanti/Mazzan-colla appiccicato al capezzolo della vacca comunale, per la quale si sacrifica volentieri.

Lui, l’Okkióne di Dio, le cose le fa per passione: e non di rado da coglione. E cito la storia della vergogna del protezionismo del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, «prossimo sociale» (posso pensarlo a parer mio?) di Claudio Curreli e di una procura da marcia della giustizia o, forse, più appropriatamente, da giustizia marcia (vedi il modo di ragionare di Coletta, magistrato terzo, imparziale e indipendente, con la sua protetta Lucia Turco).

Amici, compagni, uomini di fede… Perché non marciate tutti
per la giustizia che non c’è a Pistoia? O è troppo impegno
mostrare la faccia e protestare contro chi comanda?
Sapete o no quanti «ultimi» ci sono in questa città?

Perché una società funzioni – queste le parole dei vecchi – ci vuole un furbo e un bischero. O anche più furbi e tanti più bischeri. E in questa marcia della giustizia o giustizia marcia che dir si voglia, ci sono tutte le componenti: mentre non c’è prova dell’esistenza di Dio e della sua giustizia, una volta chiuso il capitolo dell’Antico Testamento…

A don Enzo Benesperi, mio cappellano a Quarrata, agli ordini di don Ciottoli, quando anche Paolo Tofani serviva la messa con me (anni 50); un Enzo ora ultraottuagenario sereno e serafico e che qui saluto con affetto, rivolgo una domanda di disarmante semplicità: «Caro don Enzo… In tutta la tua lunga vita, più lunga della mia che però ti sta dietro e t’insegue, quante cose hai visto cambiare con tutte le marce che hai pensato, voluto e vissuto?».

La stessa domanda la rivolgerei a don Ciotti che, da tribuno ecclesiato della plebe, s’accalora (lo vedete in immagini di repertorio di Tvl), ma non ha uno straccio di dato certo da portare a suffragio della necessità di marciare & marcire.

Anzi, una volta, qualche anno fa, avvicinato da Alessandro Romiti in una delle sue fantasmate aglianesi non più efficaci di un Pride, invitato a prendere coscienza degli sconci problemi della Misericordia della Piana, rispose che non era disponibile e se la squagliò come Chiara Squaglia di Striscia. L’impegno gli si era già dissolto per trada?

Sono tutti bravi, buoni e giusti. Manovrano un po’ di flussi di denaro e alloppiano (come diceva mia nonna) il popolo, spargendo le ceneri e le polveri sottili dell’inganno inefficace pseudo-buonista. Non dico mariuolo, ma quantomeno ingenuo.

 

Dio non ha bisogno degli uomini come si sosteneva in un famoso film tanto caro a don Renato Gargini, il prete dell’impegno politico-sociale pistoiese. Sono gli uomini, invece, che hanno bisogno di alloppiare i loro simili (di rango evidentemente inferiore) per tenerli buoni e obbedienti ai loro piedi.

In realtà, per non marcire nella marcia della giustizia marcita, l’unico aiuto sarebbe solo il paternalistico, patriarcale e maschilistico intervento del padre-padrone della legge mosaica che, quando vedeva uno stronzo, lo fulminava con il suo kavòd (= la sua gloria, la sua potenza).

Ma Dio è morto. Nei campi sterminio, Dio è morto. Anche grazie alla chiesa che benedice i gay, ma non tollera la froceria nei suoi seminari. Se vendo una pistola io, Coletta mi arresta, ma Massimo, l’amico di Vannino, è libero e canta come un fringuello…

O ditemi se tutto questo inutile baccano, per una cosa che è e resterà un’emerita stronzata, non è quello che i comunisti di un tempo – stile, appunto, Vannino Chiti – chiamavano «religione, oppio dei popoli».

Quanto a te, indegno sindaco Romiti di Quarrata, che sei succeduto a una Mazza-colla molto più indegna di te, se vuoi davvero la giustizia non fare la marcia: togli piuttosto il marcio che hai in casa tua.

 

A iniziare da un assessore all’edilizia – cieco, sordo, muto: ma non meno colpevole e pieno di rogna –, Simone Niccolai, che gestisce il punctum dolens del malaffare (il mattone); e che rimedia culi spaventosi a chi costruisce senza licenza o permesso, scordando che voi, comunisti marci delle marce della giustizia, quando lo avete preso con le mani nel sacco, avete fatto finta di nulla e lo avete ritollerato a fare l’assessore perché la società più sicura resta comunque quella dei ladri di Pisa.

Una società in cui sono ladri sia quelli che rubano che quelli che tengono il sacco (uguaglianza democratica di sinistra, vero compagni?), ma di giorno litigano e di notte fanno affari insieme per far vedere che loro sono la via della salvezza. Un corno, babbei!

Che gli costa al Romitino entrare a far parte del cerchio magico degli organizzatori della Marcia della Giustizia? Niente.

La messa è finita, andate in pece.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


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