MAMMIANO-MONTAGNA. Si legge:
Lorenzo Pacini è considerato il più grande benefattore che abbia avuto la Montagna Pistoiese. Si deve a lui la fondazione dell’Ospedale che raccoglie gli infermi di tutta la nostra regione.
Fu Uomo semplice; ma grande e grande per la carità. Il Suo nome è al riparo dall’edificio della Sua beneficienza, per cui rimarrà per sempre benedetto dalle umane generazioni.
Nacque il 27 Gennaio 1731 in Mammiamo, suo padre Tenente Pietro Pacini potente feudatario Romano, esule del dominio Pontificio, si ritirò in Toscana prima che l’ultimo rampollo dei Medici si estinguesse e il Gran Ducato passasse alla Casa di Lorena.
Nessun cenno biografico ci è trasmesso. Ce ne dicono qualcosa i suoi paesani che di Lui sentirono dire dai loro padri.
La sua vita fu com’è la sua storia: semplice, di quella semplicità non artificiale che è tutta degli uomini di rare virtù, facile, primitiva, oscura, un passaggio inavvertito.
Fede e carità furono un suo tesoro, e alla fede e carità dedicò la sua vita, tutto sé stesso.
Al pari degli eroi della Patria, Pacini ha il Suo monumento: il Tempio della Carità.
La memoria del Pacini vive eterna nello Spedale da lui ideato che spèrge rugiada benefica agli sventurati e che si erge maestosa tra il verde dei prati in un rialzo e par che dica a chi passa: lasciate che i miseri vengano a me.
Io voglio consolar gli egri fratelli
Né palagi gementi né tuguri
Quei che tu, o fame, squallida torturi
Quei che tu, o febbre, livida martelli.
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Il brano sopra riportato è tratto dalla “Pubblicazione a cura del Comitato per i festeggiamenti inaugurali della Ferrovia Elettrica Pracchia-S. Marcello-Mammiano”, pubblicato nel 1926 con il titolo La Montagna Pistoiese, XXI giugno MCMXXVI. Un libro che non parla solo della ferrovia della Montagna Pistoiese che si andava ad inaugurare, ma che tratta a tutto tondo la Montagna Pistoiese e quanto essa, alla fine degli anni venti, in un periodo non certo facile a cavallo fra le due guerre, poteva offrire.
Testi scritti con passione e termini altisonanti e roboanti che possono fare sorridere e che nascono da quel senso di appartenenza che oggi, nella globalizzazione mondiale, causa anche dell’eccessivo accentramento dei servizi, è andato perso.
Nello specifico il brano ci fa conoscere un uomo che tanto ha dato alla Montagna Pistoiese costruendo di tasca propria, senza ricorrere al project-financing, un ospedale vanto di tutta la comunità montana (non quella della scandalo – n.d.r.).
Si interroghino coloro che hanno ultimamente “potenziato” la struttura ospedaliera trasformandola in un Piot, e gli si chieda se la memoria di Lorenzo Pacini è stata onorata.
L’unico motivo di conforto, per lui che sicuramente ci sta osservando sconsolato, è che la famosa commissione di salvaguardia non era per il suo ospedale, ma di altro fantomatico e non ancora identificato Ospedale F. (effe) Pacini (vedi qui)…
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