lotta alla mafia. TINA MONTINARO E ROSARIA COSTA INCONTRANO GLI STUDENTI

L’incontro al circolo Arci di Ponte alle Tavole

PISTOIA. Lo scorso 19 dicembre dieci classi dell’istituto ‘De Franceschi Pacinotti’ hanno svolto una lezione diversa dalle canoniche ore in aula o in laboratorio: studentesse e studenti hanno incontrato, nella sala del circolo Arci di Ponte alle Tavole, Tina Montinaro e Rosaria Costa.

Si tratta delle vedove di Antonio Montinaro e Vito Schifani, uomini della scorta di Giovanni Falcone, che insieme a quest’ultimo morirono nell’attentato mafioso di Capaci del maggio 1992, quando quattrocento chilogrammi di tritolo fecero saltare in aria un tratto di autostrada, uccidendo cinque persone tra cui il magistrato che si distingueva per la dura lotta al sistema mafioso.

L’iniziativa è stata organizzata dal De Franceschi Pacinotti grazie alla collaborazione con “Quarto Savona Quindici”, l’associazione fondata da Tina Montinaro in omaggio al nome in codice dell’auto esplosa, la sottosezione pistoiese dell’Associazione Nazionale Magistrati nella persona del pubblico ministero Luigi Boccia e il “Gruppo biblioteca”, gruppo di avvocati presso la biblioteca del Tribunale di Pistoia nella persona dell’avvocato Nicola Caldarulo.

L’associazione “Quarto Savona Quindici” mantiene viva la memoria della strage di Capaci sensibilizzando le giovani generazioni e restituisce una dimensione umana a quelle persone che negli anni sono state dimenticate sotto la definizione generica e anonima di “quelli della scorta”.

Le classi dell’istituto ‘De Franceschi Pacinotti’

Infatti già nella primavera del 2017, venticinquesimo anniversario della strage, Tina Montinaro aveva portato a Pistoia una teca con i resti dell’auto dove viaggiava il marito capo-scorta di Falcone, Antonio Montinaro, coinvolgendo più di duemila studenti.

Le due donne, allora poco più che ventenni, ripercorrendo la tragedia vissuta e la necessità di dover sopravvivere al dramma, hanno saputo mantenere viva l’attenzione e l’empatia degli alunni. Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani e nota per la frase, pronunciata ai funerali di stato e rivolta ai mafiosi «Io vi perdono però vi dovete mettere in ginocchio», si è interrotta a più riprese per la commozione e ogni volta i ragazzi l’hanno spronata con affettuosi applausi.

Da parte dei ragazzi sono emerse numerose domande e curiosità, anche su aspetti minori, a testimonianza del coinvolgimento emotivo rispetto a un più generale fenomeno, quello mafioso, che in classe era stato declinato dal punto di vista storico, giuridico, economico e sociale.

Le signore Tina e Rosaria hanno poi espresso soddisfazione alla dirigente scolastica – professoressa Concetta Saviello  ̶  per aver visto cantare ai ragazzi l’inno nazionale con la mano sul cuore. La scelta, a volte difficile e coraggiosa, di schierarsi dalla parte della giustizia e della legalità non è mai infatti un valore acquisito una volta per tutte, ma necessita di essere coltivata con la testimonianza diretta di chi certi valori è in grado di trasmetterli.

[cristofani —ics de Franceschi-pacinotti]

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