Si può dire che i magistrati italiani siano i più «efficienti» d’Europa? Certo. Come si può dir tutto. Ma il tutto dipende da due parametri fondamentali…
E il calcolo dei dadi più non torna…
OR SI FA A CORSA, OR SI RALLENTA
E LA GIUSTIZIA COSÌ S’EFFICIENTA
Chi ci ha fornito la foto di Claudio Curreli che parla dei magistrati italiani nel gennaio del 2015, si è dimenticato di specificare la fonte, ma la scelta verte tra Nazione e Tirreno. E poi, si direbbe, quello che conta è il contenuto.
Tenete presente che siamo a gennaio 2015. E anche che Curreli, quale rappresentante della Anm stessa, perora la causa di Cicerone pro domo sua.
Si può dire che i magistrati italiani siano i più «efficienti» d’Europa? Certo. Come si può dir tutto. Ma il tutto dipende da due parametri fondamentali:
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il primo tocca – come sottolinea Curreli – i numeri;
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il secondo investe, invece, i risultati, cioè la qualità.
Per smontare di colpo il primo parametro (quello statistico), basta il famoso sonetto di Trilussa sul pollo e gli italiani. Lo vogliamo ricordare a tutti una volta per tutte?
LA STATISTICA
di TrilussaSai ched’è la statistica? È na’ cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spòsa.Ma pe’ me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pe’ via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:e, se nun entra nelle spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perché c’è un antro che ne magna due.
Per smontare di colpo il secondo parametro (quello della qualità), basta altrettanto poco. E lo possiamo fare con un esempio pratico: una classe del liceo classico Forteguerri, epoca preside Flamma, con 33 allievi di cui solo 4 o 5 traducevano una versione di latino e/o di greco in maniera sufficiente, mentre gli altri ci mettevano dentro dai 15 ai 25 errori su testi di 12-13 righe e mai difficili.
Prima liceo del vecchio ordinamento, interamente promossa in seconda fra passati a giungo (santi subito) e resuscitati come Lazzaro dopo il rinvio a settembre. Decisioni tutte collegiali, ideologicamente orientate. La preside (che Dio in cui non credeva, la abbia in gloria) oggi conta su una lapidina, che ne ricorda le gesta, appesa a un pilastro di uno dei corridoi della scuola.
Ecco una riprova che in procura, a Pistoia, coloro che si fanno grandi della loro opera di protezione dal male (e Curreli è fra costoro), non mostrano sufficienti prerequisiti e requisiti di lettura e comprensione dei testi e, quindi, dei documenti che transitano sotto i loro occhi: ergo se ne escono, spesso e volentieri, con svolgimenti di ragionamento che con la logica c’entrano nella stessa misura in cui può salvarsi da morte certa un individuo che viene gettato in una fornace accesa dell’Ilva di Taranto.
Oltre a un esempio pratico come quello del rinomatissimo Liceo Forteguerri, è il caso di riportare anche l’altro, attuale e vivo, dei maltrattamenti a quattro disabili della Maic: un modello di «efficienza» di cui Curreli può andar fiero, dato che tutta la parte preparatoria all’aula – prima di essere affidata e lasciata in mano a una Vice ProcuratorA Onoraria, l’avvocatA Angela Pasqua del foro di Prato – la ha curata lui stesso.
Leggete il pezzetto anonimo della Nazione e scoprirete che l’indagine parte nel 2015: lo stesso anno in cui Curreli, come rappresentante Anm, parlava dei brillanti risultati efficienti dei magistrati italiani.
Questo processo Mai – scrive l’anonimo nazionale – «si avvia verso verso la conclusione». Verso verso deve essere uno di quei “lapis froidiani” indicativi del retropensiero: verso verso, piano piano, lemme lemme, passo passo o, in ebraico, leàt leàt, che, in questo caso, indica, senza appello, l’efficienza reale dei magistrati italico-pistoiesi.
Dal 2015 al 2023 corrono, infatti, almeno 8 anni 8; e a me pare di assistere, proprio per questo, al più famoso dei paradossi di Zenone, quello di Achille e la tartaruga, in cui il famoso eroe piè-veloce che rincorre una tartaruga, non riuscirà mai a raggiungerla.
Questa è efficienza o deficienza (a stretto senso etimologico)? Si aspetta, forse, la prescrizione per giungere alla conclusione e mettere tale processo fa quelli brillantemente chiusi, com’era uso fare Renzo Dell’Anno quando usava la formula «non si ravvisano reati» (grande motivazione) e mandava tutto all’archivio-cestino? Quell’efficienza là, voglio ricordarlo, gli fruttò anche l’esonero da procuratore capo di Pistoia nonostante le sue amichevoli relazioni con Giovanni Salvi (se non erro).
Ora, oltre all’efficienza, osserviamo anche altri due aspetti necessari a definire il magistrato-modello italo-pistoiese: la terzietà e l’imparzialità.
Il discorso lo dobbiamo fare non “a corpo”, ma “a misura”. E direttamente. Perciò, proprio sullo stesso magistrato che ha trattato, oltre al caso Maic, il caso Perrozzi-stalking-violenza privata-tentata estorsione-molestie; e, del pari, stesso concime sparpagliato dal sindaco Luca Benesperi calunniatore e da Maurizio Ciottoli falso testimone in aula. Aggiungere a tutto ciò un’altra ventina di querele ad mentulam canis, con l’aiuto pedissequo del sostituto Giuseppe Grieco.
Per il processo contro la Maic, Curreli ha impiegato fino all’altro giorno, cioè 8 anni. Per quello contro di me e contro Linea Libera e Alessandro Romiti, ha impiegato più o meno tre mesi, con gli strascichi d’obbligo, poi, dovuti alla proliferazione-metàstasi delle querele che si aggiungevano, e che costui raccoglieva volentieri per strada come le tre mele d’oro di Atalanta nel mito greco che la riguarda.
A vostro giudizio Curreli ha portato avanti la sua tremila-siepi con la stessa terzietà e imparzialità oppure da una parte (Maic) se l’è presa con molta calma e dall’altra (Linea Libera) ha pensato di fare concorrenza a Livio Berruti con i suoi 100 metri delle Olimpiadi di Roma, 1960, in 10” e 2?
Ecco perché insisto nel dire che Nordio non può fare a meno di fare una gita fuori-porta a Pistoia, per visitare la capitale della cultura 2017. Nel bene e nel male.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
efficiènza (meno corretto efficènza) s. f. [dal lat. efficientia]. – 1. L’essere efficiente; efficacia, capacità di rendimento e di rispondenza ai proprî fini: essere, sentirsi in e., in piena e., in perfetta e., nella pienezza delle proprie capacità: l’esercito, la scuola, la fabbrica, gli uffici sono in piena e.; un organismo, un’organizzazione di scarsa e.; il grado di e. dei pubblici poteri, della polizia, della burocrazia […] Treccani
I «proprî fini»: non si tratta, evidentemente, di rapare i deportati come facevano ad Aushwitz. È chiaro o no?