In una piazza del Duomo riempita fino all’inverosimile di orribile strutture ancora in corso di montaggio e del consueto, enorme catafalco in costruzione, si è assistito, ancora una volta, alla totale incapacità pistoiese di organizzare un evento degno di questo nome, come se tale deficienza fosse scritta nel Dna locale.
Erano stati chiamati, a Pistoia, gruppi storici o folkloristici, non so definirne esattamente la qualità, per avviare le celebrazioni del Luglio: costumanti da Montecatini, Carmignano, Serravalle etc. insieme alle onnipresenti rappresentanze rionali acconciate come al solito.
La cornice è stata qualcosa di indefinibilmente pessima. Tutto si è svolto in pochi metri quadrati con la gente, non molta in verità, a costituire una piccola mezzaluna dove solo la prima e o le prime due file potevano godere lo spettacolo. Del resto, nella piazza, erano ancora in essere le transenne classiche di un cantiere edile a delimitare gli spazi sicuri da quelli meno sicuri.
Sembra che la manifestazione fosse prevista per il 2 luglio, ma la concomitanza con la partita Italia-Germania avrebbe indotto i maldestri organizzatori a anticipare la festa. Chi c’era può testimoniare.
Non entriamo nello specifico delle condizioni del lastricato dove è sempre più facile inciampare e cadere.
Invito coloro che dovessero farsi male a causa del dissesto, conseguente alla cattiva utilizzazione della piazza, a fare causa al Comune, proprietario e responsabile dell’area. Potrebbe essere una maniera non per restaurarne il pavimento, ma per cristallizzarne lo scempio.
Sempre di servizio pubblico si tratta, anche se i due bisogni andrebbero distinti meglio. Da un lato si mangia, mentre, a non più di 4 o 5 metri di distanza si “scarica”.
Se non è un contrasto per l’occhio, provate a dirmi che non è nemmeno per l’igiene. Come la sera precedente ulteriore abitudine cittadina è quella di sparare la musica a palla ovunque ci si trovi e la cosa sembra non urtare più di tanto nemmeno coloro che, col tavolo dinanzi al complesso, storditi dai decibel, debbono urlare per farsi sentire dal vicino di sedia.

Spesso si è assistito a più complessi in contemporanea, a breve distanza l’uno dall’altro, a sovrapporre assordanti brani capaci di raggiungere spietatamente l’orecchio umano anche a distanze notevoli.
Non ci siamo ancora persuasi che il chiasso (perché alla fine il prodotto è questo) non è direttamente proporzionale alla qualità.
I locali del centro non hanno ancora realizzato che la discoteca è qualcosa di diverso dalla musica da conversazione e mi pare che bar e ristoranti debbano o dovrebbero essere votati a questo, ristorazione e conversazione, come accade in città e cittadine vicine.
A questo volgare andazzo è perfettamente abbinato il target dei frequentatori, evidentemente in piena sintonia, sotto ogni profilo, con i decibel e gli esercizi in questione.
Ma Pistoia, pur non meravigliandomi più, sovverte qualsiasi tipo di canone universalmente consolidato, rimanendo saldamente all’avanguardia della classifica di coloro che della cultura e dello stile ne fanno scempio, con l’aggravante di ignorare, con sgradevole supponenza, gli esempi più prossimi alle nostre mura ove, è il caso di dirlo, cambiano la musica, i locali e gli avventori.
[*] – Lettore, ospite
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